Attualità

Caso “Boggi Factory Store”: la replica delle società proprietarie dello stabile

Sul caso è arrivata la rettifica dai legali, nell’interesse delle società Lambro Confezioni ss e Tessilmonza ss in persona dei sigg.ri Dino e Vincenzo Tarabini.

boggi monza mb

In riferimento all’articolo pubblicato lo scorso 21 dicembre, relativo alle vicende amministrative che vedono coinvolto il negozio di abbigliamento da uomo noto come “Tarabini”, oggi locato a “Boggi Factory Store“, pubblichiamo la replica arrivata presso la nostra redazione da parte dei legali delle società “Lambro Confezioni ss” e “Tessilmonza ss”,  proprietarie dello stabile che ospita il negozio.

La replica

Nel nostro articolo avevamo riportato che: “secondo la documentazione, l’attuale negozio di abbigliamento è stato infatti ricavato all’interno di un capannone che fino agli anni ’60 era usato per attività industriale e che, una volta cessata la produzione, è stato dato in affitto per svolgere attività commerciali”.

“La realtà – replicano gli avvocati delle due società – è un’altra ed è ben nota allo stesso Comune di Monza e all’Avvocatura comunale: prima di tutto, infatti, va rammentato che, fino al 1960, l’area era terreno libero, in quanto la prima licenza costruttiva risale al 4.08.1960; a seguito dell’originaria costruzione, come del resto molti cittadini monzesi possono testimoniare, su tale comparto è stata sempre e solo esercitata attività di commercio e mai è stato effettuato alcun tipo di produzione.

La tesi contraria del Comune, del tutto infondata e pretestuosa, è smentita dallo stesso Comune, che, in una nota ufficiale, la n. 179475 del 17.11.2020 inviata alle scriventi, richiamando una serie di atti comunali succedutisi negli anni, conferma esplicitamente ed espressamente che nell’edificio di proprietà dei sigg.ri Tarabini è sempre e solo stata effettuata attività di commercio, ora oggetto di un defatigante contenzioso legale, che però non riguarda la licenza commerciale, ove i sigg.ri Tarabini avrebbero, al dire del Comune, indebitamente modificato la destinazione d’uso, eseguendo solo attività commerciale.

Peraltro l’intervista dello stesso occupante l’immobile attesta che nell’immobile si è sempre e solo svolta attività commerciale, “da ben due generazioni”.”

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