Cultura

Area Scotti tra passato e futuro: idee e proposte per salvare la ciminiera e la storia del Feltrificio

La diretta Facebook è stata organizzata dal Comitato Residenti Area Scotti di Monza.

schermata feltrificio scotti call

L’Area Scotti come non l’avete mai vista, tra storia, identità e speranze per il futuro. E’ andata in onda nella serata di ieri, martedì 15 dicembre, “Una certa idea di riqualificazione“, la prima diretta streaming organizzata dal Comitato dei residenti dell’Area Scotti di Monza. Fulcro della discussione, il destino, ancora incerto, del complesso dell’ex Feltrificio Scotti e della sua ciminiera, situati a pochi passi dalla Villa Reale. A coordinare i lavori, Antonella Gaddi, portavoce del Comitato, che prima di passare la parola agli ospiti ha illustrato le richieste e le proposte per “un’ipotesi di vera riqualificazione” dell’area, forte del lavoro fatto in questi ultimi mesi contro il progetto del “casermoni”.

“Bisogna scegliere che strada prendere – ha dichiarato la Gaddi in call – se puntare su maggiori benefici per i monzesi e le generazioni che verranno, oppure fare sconti ai privati. Qui non si parla di un singolo progetto, ma del futuro che vogliamo dare alla nostra città“.

Una serata tra analisi e storia

A dare il quadro della situazione attuale dell’ex feltrificio Scotti e degli ultimi PGT in città, è stato Giorgio Majoli, del Coordinamento dei Comitati di Monza, mettendo in luce l’ultimo, discusso, programma Integrato di Intervento (PII) proposto dal Comune per l’area. Progetto, ancora sulla carta, che nei mesi passati ha generato forti critiche da parte della cittadinanza, nonché una raccolta firme sottoscritta da oltre 3000 monzesi.

E poi un tuffo nel passato: prima con un focus sulla ciminiera, poi con l’evoluzione storica dell’identità urbana. “Il recupero della ciminiera – ha spiegato l’ingegnere Danilo Campagna – è un argomento molto specifico e molto tecnico. Si tratta di manufatti con un secolo di storia: la loro vita l’hanno vissuta, adesso bisogna capire come fargliene vivere un’altra”.

Cifre alla mano, secondo l’ing.Campagna, visto lo stato di abbandono del manufatto in questione e reduce dell’esperienza di salvataggio di una ciminiera “simile”, quella del villaggio di Crespi d’Adda a Cipriate San Gervasio, l’intervento economico per il recupero della ciminiera dell’Area Scotti sarebbe di almeno 200 mila euro.

A chiudere il cerchio, un profilo storico della città, “da regia a industriale“, tenuto dallo storico Giuseppe Longoni, che ha messo in luce il ruolo sociale e culturale del feltrificio e del cappellificio, specialmente nel territorio brianzolo.

E tra i commenti spunta la proposta: “Lanciamo un appello agli ex lavoratori – si legge – potremmo raccogliere testimonianze, materiali e pensare a un progetto! Cerchiamo di mantenere almeno questa testimonianza storica e magari pensiamo a un museo!”.

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