Sociale

Villasanta, l’appello della San Vincenzo: “Trenta famiglie in più in povertà. Un altro anno così sarà duro”

Quest’anno il gruppo, che opera dal 1933, dovrà seguire più famiglie facendo anche i conti con il Covid. E il problema resta quello di trovare finanziamenti.

Pacchi alimentari San Vincenzo

Con l’arrivo dell’inverno, anche il più piccolo regalo o gesto di sostegno diventa fondamentale per i bisognosi e gli emarginati. Lo sanno bene i volontari villasantesi della San Vincenzo de Paoli, associazione di carità che nel nostro territorio comprende 24 “conferenze” corrispondenti ad altrettante realtà comunali-parrocchiali, coordinate dal consiglio centrale di Monza. Quest’anno però il gruppo, che opera dal 1933, dovrà seguire trenta famiglie in più e fare i conti con il Covid.

“Riusciremo comunque a garantire la distribuzione dei circa 130 pacchi alimentari previsti, in collaborazione con il banco alimentare – spiega Giuseppe Fumagalli, presidente della conferenza villasantese. – Cominceremo già questo venerdì, proseguendo poi nei giorni successivi. La consegna avverrà a rate, per evitare assembramenti. Una parte dei pacchi sarà consegnata direttamente a casa, il resto verrà ritirato a gruppi, da chi ne ha bisogno”.

Ma la pandemia non è solo uno ostacolo per le consegne. I poveri sono in aumento, e i loro problemi non riguardano solo il cibo. Oltretutto in inverno crescono anche fortemente le bollette di gas e luce, oltre alle spese mediche. E molte persone, che lavoravano saltuariamente nelle case o in piccole aziende, hanno visto chiudersi tali opportunità.

Sono almeno trenta le famiglie, metà straniere, metà italiane, che si sono aggiunte alla lista dei bisognosi, dall’inizio dell’emergenza Covid. Anche i giostrai del circo – racconta Fumagalli. E sono più quelli che entrano in povertà di quelli che escono. Non solo nuclei familiari, ma anche persone sole. Noi della San Vincenzo cerchiamo tra l’altro di pagare, in collaborazione col Comune, la mensa scolastica per una trentina di ragazzi. Contribuiamo poi a bollette di luce e gas, che salgono specialmente in inverno. Grazie a fondi del consiglio centrale sosteniamo anche le spese mediche”.

Il problema, specialmente in questo periodo, è quello di trovare finanziamenti. Una volta l’anno, i volontari organizzano la settimana della carità. Una sessantina di persone passano casa per casa in paese per raccogliere le donazioni. Quest’anno però, come spiega il presidente, non si è potuta tenere. E durante la settimana dei morti, nelle cassette di raccolta al cimitero, si sono registrate solo la metà delle entrate.

“Grazie al generoso lascito di una persona defunta, ad alcuni amici che non hanno mollato e anche alla colletta tra i soci, per quest’inverno riusciremo a venire incontro alle esigenze di tutti – prosegue Giuseppe Fumagalli. – Però il coronavirus non ha bloccato solo le iniziative di raccolta, ma ha anche limitato fortemente le attività di sostegno materiale ed emotivo portate avanti dai nostri volontari per le persone sole o disagiate. Non abbiamo sospeso del tutto i contatti, comunque, in qualche modo raggiungiamo ancora fisicamente i nostri assistiti, utilizzando le mascherine e rispettando le misure di sicurezza”.

Articolo di Carlo Codini

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