Politica

Seveso, la Fondazione Lombardia per l’Ambiente si trasferisce a Milano: sconfitta o possibilità?

Il comune di Seveso diventa gestore dell'immobile della FLA, trasferitasi a Milano: la scelta è stata però definita dall'opposizione uno smacco per la città. Proviamo a capire perché.

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Mercoledì 28 ottobre il consiglio comunale di Seveso ha approvato una nuova convenzione con la FLA, che vede il comune diventare l’unico gestore dell’edificio di largo 10 luglio 1976 (foto di apertura), dopo il trasferimento a Milano dei dipendenti della Fondazione Lombardia per l’Ambiente. Una decisione presa da una maggioranza quasi del tutto compatta (Ferruccio Ferro, consigliere di FdI, ha preferito astenersi), fortemente osteggiata dall’opposizione (con l’unica eccezione del consigliere M5S, Antonio Cantore, che si è astenuto).

Da un lato c’è la possibilità, per il comune, di mettere a disposizione della comunità per 30 anni (tale è la durata della convenzione) un edificio moderno, ampio e funzionale; dall’altro il senso di perdita inevitabile che accompagna la consapevolezza che l’anima della FLA, nata dal fondo Givaudan in risarcimento per l’incidente Icmesa, lascerà a Seveso un vuoto difficilmente colmabile. Alla fine, come sempre, c’è un’unica domanda valida che possiamo porci: questa novità è un bene o un male?

I vantaggi: un edificio a servizio della collettività

“Nella mia testa, quando feci la proposta al manager di FLA, c’era l’idea di potervici trasferire la biblioteca comunale – riepiloga il sindaco Luca Allievi -, per farla tornare in una zona più centrale e più sicura (l’attuale biblioteca comunale si affaccia su una strada ad alto scorrimento, ndr), più vicino alle scuole e ai mezzi di trasporto (largo 10 luglio 1976 è a pochi passi dalla stazione di Ferrovie Nord, non a caso è uno dei parcheggi preferiti dai pendolari, ndr). Poi, con il subentro della pandemia, questi disegni si sono un po’ raffreddati, anche per la riallocazione di risorse. Ovvio che l’obiettivo finale rimane, anche se magari sarà posticipato. L’importante – sottolinea – è poter dire che un edificio del genere, iconico ed esplicativo della nostra storia, possa essere interamente gestito dal comune di Seveso, anche a favore delle innumerevoli associazioni che in epoca pre Covid-19 chiedevano con insistenza l’utilizzo di quei locali, proprio perché sia la posizione che l’edificio rendono molto gradevole l’organizzazione di eventi culturali, sociali e ricreativi. Poter essere come amministrazione comunale l’ente che gestisce direttamente questo immobile andrà a vantaggio anche loro, ovviamente una volta che la situazione pandemica si sarà assestata”.

Al di là dell’uso futuro che si farà dell’edificio, tuttavia, Fabrizio Piccarolo, direttore della Fondazione Lombardia, garantisce che il trasferimento della sede non significa impoverimento per il territorio di Seveso: tutte le attività scientifiche e culturali, ci assicura, continueranno a esistere. “Stiamo parlando dei 4 laboratori per le scuole, più le mostre, le conferenze e gli eventi… Anzi, c’è l’impegno, per il futuro, a valorizzare l’agenda – ci spiega telefonicamente, qualche giorno dopo la decisione del consiglio comunale -. Questo è il punto fondamentale, molto prima del trasferimento, che nei fatti riguarda solo la parte amministrativa. Una decisione che abbiamo preso per rendere la nostra attività più efficace, anche per i rapporti istituzionali con la Regione, ma non faremo venire meno l’attenzione al territorio di Seveso e di tutta la provincia di Monza e Brianza, dove d’altra parte abbiamo fatto nascere il nostro ultimo progetto. Abbiamo infatti vinto insieme all’Agenzia Innova21 e ad altri enti brianzoli il bando Strategia Clima di Fondazione Cariplo”.

Gli svantaggi: perdita di prestigio e aumento dei costi

Tra le proteste dell’opposizione alla nuova convenzione, primo fra tutti l’aumento dei costi, ma anche la scarsità di elementi dati ai consiglieri per poter compiere una scelta consapevole su un tema che, per citare Butti, “inciderà sul futuro per decenni”. “A chi spetterà l’onore della manutenzione straordinaria? Si approverà la delibera senza sapere quanto costerà?” si era chiesto per esempio Clemente Galbiati (MuoviAmo Seveso). “Leggo che i costi di manutenzione straordinaria graveranno sul comune, si parla di circa 100.000 euro l’anno – gli fa eco Paolo Butti, dell’omonima lista civica -. Mi sembra folle”.

I due ex primi cittadini Galbiati e Butti sono d’accordo anche su un ulteriore punto: perdere la FLA è un immenso danno valoriale per Seveso, proprio perché simbolo di rinascita dopo il disastro ambientale causato dalla diossina dell’Icmesa. “La nascita della FLA è legata a Seveso – insiste Galbiati -: quello che doveva essere un punto di riferimento di fatto scompare, dopo 20 anni di grande lavoro”. “I 40 miliardi del fondo Givaudan sono patrimonio di FLA ma anche di Seveso, e noi su questo dobbiamo costruire il futuro di una città che vuole essere simbolo dell’ambiente – incalza Butti -. Abbiamo portato FLA con tanta fatica a Seveso, dovremmo farla diventare sempre più parte della nostra città, non farla andare via”.

Anche il progetto di trasferimento della biblioteca non conquista i due ex sindaci. “Ho dei fortissimi dubbi che negli spazi della FLA possa starci la biblioteca. Che, per trasferirla a dove è adesso, è già costata 2 miliardi delle vecchie lire! L’acquisizione della gestione della FLA va contro la razionalizzazione dei costi, e così facendo si interromperebbe il percorso già iniziato per l’acquisizione degli spazi della scuola di disegno Generoso Galimberti (per un progetto di razionalizzazione degli spazi degli edifici pubblici, ndr)” fa notare Galbiati. “Spostare la biblioteca sarebbe incompatibile con il proseguimento dei laboratori, perché occuperebbe l’intero edificio – aggiunge Butti -. Ma soprattutto, perché accollarci 100.000 euro di spese per fare sì che i laboratori vadano avanti? Qual è il vantaggio per il comune?“.

Dopo le repliche, restano i dubbi

“L’attuale struttura dei costi prevede che ci siano qualcosa come 50.000 euro di spese fisse legate ai contratti di manutenzione in essere, come pompa di calore, cura del verde esterno e pulizie – calcola Allievi -: tutti contratti che, ricondotti sotto l’ombrello di quelli in essere, creeranno degli indubbi benefici dell’economia di scala. Ovviamente dopo ci saranno le utenze, tenendo conto che, almeno in una prima fase, l’uso sarà sub intensivo. Ma 100.000 per FLA non vuol dire 100.000 per il comune: ci sarà un’economia di scala”. Il sindaco non ci sta nemmeno nel dire che FLA dà l’addio a Seveso: “FLA non lascia Seveso, si trasferisce – ribadisce -. A Seveso rimarranno i laboratori, punto di riferimento per le scolaresche della zona”. Senza entrare in conflitto con la futura biblioteca: “Studi di architettura hanno già pensato a come traslare la biblioteca nella FLA, senza smantellare i laboratori – afferma -. L’edificio della FLA a Seveso sarà anche il punto di presentazione di tutti gli output scientifici della Fondazione, con cui continueremo a collaborare per le iniziative ormai diventate una bella routine, come la settimana dell’astronomia e quant’altro. Non c’è la volontà di tagliare i ponti – ribadisce -, loro hanno fatto una scelta di tipo organizzativo: noi possiamo cogliere l’occasione per gestire direttamente un immobile che nulla ha a che fare con la volontà di razionalizzare gli spazi. La questione della Generoso Galimberti è tutta un’altra storia che non viene intaccata da questa”.

Stiamo facendo la stessa cosa che con il sottopasso in centro: prima facciamo il buco e poi i progetti – replica con amarezza Butti -. È inconcepibile che un locatario si assuma il carico della manutenzione straordinaria, ed è sconcertante che il sindaco non abbia condiviso con tutte le forze politiche una scelta del genere”. “A Seveso rimane la scatola edificio, a Milano tornano i dipendenti e il nucleo pensante decisionale e operativo, e in tutto questo non c’entra niente la pandemia – tirano le somme insieme a Butti le consigliere Anita Argiuolo ed Ersilia Cappelletti (Pd), in un comunicato firmato anche dal segretario del circolo sevesino del Pd, Gianluigi Malerba -. La questione ambientale è oggi, ma non l’abbiamo scoperto oggi, un tema pregnante nella sua dimensione decisiva per le sorti planetarie. La FLA rappresentava e rappresenta resilienza e futuro, con sede a Seveso sino a ieri, da oggi a Milano. Tutto questo lo riteniamo uno smacco per Seveso. Incomprensibile l’aver accettato supinamente una scelta del genere. Quel che più lascia attoniti è la disinvoltura e la faciloneria con cui si è affrontata la questione. Sconcertante che il sindaco non l’abbia fatta maturare nei tempi dovuti, coinvolgendo tutte le forze politiche, spiegandone le ragioni e mostrando i tentativi praticati per invertire l’azione. Quello che abbiamo assistito è invece una visione miope e provinciale, arrendevole e rinunciataria che porta la firma del sindaco leghista e la sua maggioranza. I milanesi ridono, d’altronde noi siamo la provincia, o, se preferite, la periferia“.

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