Sociale

Covid-19, la Protezione Civile in prima fila: “Impegnati su più fronti, ma le persone ci danno la forza”

Carlo Gaeta intervista Mario Stevanin, della Protezione Civile di Monza. Un dibattito su Facebook per parlare di informazione corretta e affidabile.

stevanin gaeta

Di nuovo in prima fila contro l’emergenza Coronavirus, con tenacia e voglia di fare la propria parte. Così la Protezione Civile di Monza affronta il ritorno dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, che ha colpito la provincia di Monza e Brianza con addirittura maggiore intensità rispetto alla prima ondata. Una comunità di volontari che si è messa immediatamente a servizio della propria città, supportando il personale sanitario e fornendo assistenza ai soggetti più in difficoltà.

A spiegare nel dettaglio le ultime faticosissime settimane, è stato Mario Stevanin, responsabile della Protezione Civile Comunale, ai microfoni di “Camera Carletto“, il talk condotto dal giornalista monzese Carlo Gaeta. Un confronto, seppur virtuale, che ha messo in luce l’importanza di una chiara e corretta informazione, dando voce a chi è in trincea per combattere il virus.

Stevanin: “Numeri alti, ma le persone hanno maggiore consapevolezza”

“Compito della protezione civile è dare assistenza a enti e strutture. In questo momento stiamo assistendo l’ambito sanitario – spiega Stevanin. – Penso al lavoro presso il centro AREU all’autodromo, ma anche al supporto che forniamo al centro tamponi dell’area ex fiera con i nostri volontari. A ciò si aggiunge un servizio di supporto alle persone più in difficoltà che sono in quarantena, ma senza una rete familiari o di amici pronti a supportali. In questo caso ci occupiamo di portagli in casa spesa, farmaci, oggetti personali. Insieme ai servizi sociali del Comune, che hanno messo nuovamente a disposizione una serie di numeri d’emergenza, raggiungiamo quasi 400 persone. Il Comune segue le situazioni di maggiore fragilità, che il Coronavirus rende ancora più evidenti”.

“I numeri ci dicono che il territorio è molto colpito, maggiormente rispetto alla prima ondata – prosegue. – La situazione però è diversa: il lockdown non è totale e quindi non si bloccano alcuni servizi. Questo ha punti di forza e debolezza: guardando alla nostra realtà posso dire che genera disponibilità di risorse più scarsa. Molti volontari sono al lavoro, quindi il gruppo è meno numeroso rispetto alla prima fase. Tuttavia la speranza c’è. Gli ultimi dati ci parlano di una curva che sembra in fase di cambiamento, che si sta appiattendo un pochino. E questo ci fa ben sperare: le azioni fatte a livello governativo e locale stanno funzionando. Quello che sta agendo in maniera più sostanziale secondo me è la maggiore consapevolezza delle persone. Forse stare più in prossimità della malattia, avere amici o familiari che hanno contratto il virus, ci fa stare maggiormente attenti”.

“Abbiamo un territorio ricco di simpatia ed empatia – conclude Stevanin. – Sono sentimenti che sto vivendo in modo molto forte in questi giorni: la Brianza è un territorio fortunato, ricco di persone meravigliose. Ed è grazie a loro che noi Protezione Civile riusciamo a vivere questa difficile situazione. Sono appena tornato da una riunione alla cucina da campo della squadra dei Ristoratori Uniti. Saremo anche in quel progetto: lo facciamo per alleggerire il personale sanitario. Hanno bisogno di un supporto e noi non ci tiriamo indietro”.

 

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