Era dal 2014 che non si registrava un dato così negativo. Negli ultimi anni, nel nostro territorio, il trend degli inserimenti lavorativi delle persone con disabilità era stato in costante crescita. Guardando i dati, tra 2018 e 2019, malgrado la crisi economica, si era avuto un aumento del 10,8%, con 586 inserimenti nel 2019. Nel 2020 però, come ha osservato con preoccupazione il Vicepresidente della Provincia, Riccardo Borgonovo, durante la conferenza stampa di giovedì scorso, gli inserimenti si sono praticamente dimezzati. A fine anno non si andrà oltre i 300.
Per rispondere alla crisi, Monza e Brianza, prima in Lombardia, ha varato, dopo un confronto con le parti sociali, un nuovo modello di convenzione ex articolo 14, per rilanciare il ruolo delle cooperative nell’integrazione dei lavoratori con disabilità. Le aziende così potranno ottemperare su più larga scala agli obblighi di assunzione previsti dalla legge 68 del 1999, attraverso un accordo con una cooperativa sociale. E sono molte le associazioni legate al territorio che hanno chiesto di partecipare e presto firmeranno i relativi accordi.
“A Monza già oggi abbiamo 95 convenzioni attive, con 125 persone occupate – ricorda Giampaolo Torchio, referente collocamento persone con disabilità della provincia MB. – Non è però un numero molto alto se si pensa che sono più di 5mila le persone in tale condizione occupate sul territorio, ai sensi della legge 68”.
Il punto di partenza, la base solida, sono i finanziamenti legati al piano LIFT (Lavoro, Integrazione, Formazione, Territorio) che finanzia servizi per il lavoro e tecnologie per l’occupazione di persone con disabilità.
In particolare, tra il 2020 e il 2021, la Provincia di Monza e Brianza ha destinato 1 milione e 750 mila euro per finanziare i servizi di accompagnamento all’occupazione (Doti Lavoro) e 1 milione e 200 mila euro per pagare le indennità di tirocinio, gli incentivi ai datori di lavoro che assumono e i costi per l’adeguamento delle postazioni (Doti Impresa).
“Il nuovo modello di convenzione, d’altra parte, è un buon risultato – spiega il Presidente di MB, Luca Santambrogio – perché allarga la platea dei datori di lavoro che possono utilizzare tale strumento. Prima erano soltanto quelli iscritti alle associazioni di rappresentanza che avevano firmato il modello. Da oggi invece tutti i datori di lavoro potranno firmare una convenzione con una cooperativa. Quindi prevediamo che crescerà il numero delle persone che attraverso tale canale potranno avere un lavoro”.
D’altra parte, come ha ricordato il Presidente, queste convenzioni che chiamano in causa le cooperative sono uno strumento essenziale. Perché quello della disabilità è un mondo molto variegato dove vi sono parecchie persone con handicap gravi che possono svolgere un lavoro ma non ne hanno l’opportunità, senza l’intervento di organizzazioni ad hoc come le cooperative sociali.
Sono inoltre state previste misure specifiche per affrontare questa fase di crisi. Due mesi fa è stato pubblicato un avviso per la concessione di incentivi alle piccole-medie imprese per reintegrare persone con disabilità in cassa e integrazione e acquistare devices tecnologici per favorire il lavoro da casa e anche per sostenere le persone psicologicamente più fragili.
Tutte queste iniziative sono finanziate dalle somme pagate dalle aziende che hanno difficoltà a inserire persone con disabilità e vengono così esonerate dall’assunzione diretta. Si realizza in tal modo, a giudizio delle istituzioni coinvolte, un circolo virtuoso tra chi paga la quota per l’esenzione e chi – le cooperative – riceve finanziamenti perché si fa carico dell’inserimento lavorativo.
Articolo di Carlo Codini
