Ambiente

Lavoro e sostenibilità ambientale, Cgil MB: “Una sfida da affrontare con una regia pubblica”

Una lunga diretta on line, organizzata dal sindacato di via Premuda, ha messo insieme associazioni ed esperti di urbanistica nel tentativo di generare idee attorno ad un nuovo modello di sviluppo.

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Che il lavoro sia una parte importante della vita di ognuno di noi è un dato di fatto. Che possa essere, anche, un fattore di sviluppo sociale ed economico da conciliare con una progettualità urbanistica orientata al rispetto dell’ambiente e alla riduzione dell’impatto ecologico delle attività produttive sui territori è, probabilmente, meno scontato.

Ma la tutela del lavoro, tanto più in un contesto generale messo a dura prova dal Covid-19, deve passare anche attraverso la capacità e la lungimiranza, in primis delle istituzioni pubbliche, di far procedere insieme produttività ed ambiente, economia e salute della Terra, concetti considerati, soltanto fino a pochi decenni fa, scollegati tra loro.

E, così, la Cgil di Monza e Brianza ha deciso di abbracciare questa sfida e lanciare una serie di proposte per affrontarla attraverso il dibattito “Paesaggio. Territorio. Ambiente. Idee per la Brianza”, una maratona digitale trasmessa in diretta sul canale YouTube e sulla pagina Facebook della Cgil di Monza e Brianza.

Gli interventi dei relatori provenienti dal mondo dell’associazionismo ambientalista, dall’università, dal sindacato e dai coordinamenti territoriali hanno affrontato diverse tematiche. Dal nodo urbanistico della riqualificazione delle aree dismesse alla mobilità, dalla tutela del paesaggio alla valorizzazione della rete dei parchi, fino al ciclo dei rifiuti e alle smart cities.

“Non c’è più tempo da perdere per intraprendere senza indugio la strada per un nuovo modello di sviluppo – afferma Giulio Fossati, segretario della Cgil di Monza e Brianza – il surriscaldamento climatico impone di mettere in atto una rivoluzione tecnologica che porti al contenimento delle emissioni di gas serra, alla crescita della coscienza collettiva rispetto l’utilizzo dei beni comuni”.

“Anche il nostro territorio deve fare la sua parte per un nuovo modello di sviluppo che si integri con un nuovo modello sociale, responsabile e solidale, che rimetta al centro la persona e la comunità, il territorio e l’ambiente” continua.

LE AREE DISMESSE

E’ uno dei temi al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica a Monza e in Brianza. Che è un territorio in cui il passato di una produzione fondata soprattutto sull’industria cosiddetta pesante ha lasciato una cospicua eredità di ampie strutture ed aree in disuso e spesso abbandonate da anni.

“A Monza ce ne sono molte, basti pensare all’ex Feltrificio Scotti, all’ex Buon Pastore o all’ex area Monzacar di via Foscolo” afferma Giorgio Majoli, portavoce del Coordinamento delle associazioni e dei Comitati di Monza.

“Bisogna puntare sulla valorizzazione dell’esistente e bloccare il consumo di suolo, anche perché il mercato edilizio a Monza, dove la popolazione residente non è cresciuta negli ultimi 40 anni, presenta più offerta che domanda e ci sono già migliaia di appartamenti sfitti – continua – per questo i piani urbanistici approvati dal Comune, che elargisce premi volumetrici e scontri sugli oneri, nascondono una sorta di bolla edilizia, una degenerazione ed una speculazione finanziaria”.

Il recupero delle aree dismesse, quindi, può e deve andare oltre l’uso edilizio-residenziale. “Monza potrebbe connotarsi come città dei servizi con centri di eccellenza per le imprese, attività di ricerca e fieristiche, ma anche luoghi per la cultura, lo sport e il tempo libero – suggerisce Francesco Redaelli, docente del Politecnico di Milano – ci vuole progettualità per valorizzare il ruolo di pubblica utilità di aree come, ad esempio, l’Ospedale vecchio, lo stadio Sada, l’ex Macello”.

Il tema della rigenerazione urbana si intreccia con altri più direttamente legati alla tutela e alla gestione dell’ambiente. “In Brianza c’è un sistema dei Parchi piuttosto razionale, ma povero di risorse per renderli spazi vivibili e fruibili” spiega Arturo Lanzani, docente del Politecnico di Milano e presidente del Plis GruBria, il Parco di Interesse Sovracomunale nato nel 2019 dall’unione del Parco Grugnotorto-Villoresi con quello della Brianza Centrale.

“Nel nostro territorio, inoltre, ci sono diversi spazi del lavoro, cioè grandi aree industriali, da rendere un arricchimento della scena urbana con un aumento di servizi ed infrastrutture di qualità – continua – non meno importanti spazi residenziali esistenti, da riqualificare dal punto di vista energetico e spazi stradali, cioè assi da rendere utili per una mobilità lenta sovracomunale, ciclabile e pedonale, anche grazie ad una efficace manutenzione”.

LA MOBILITA’

Il binomio mobilità-infrastrutture è uno dei nodi centrali di uno sviluppo economico capace di coniugarsi con la sostenibilità ambientale. “Il Covid sta segnando la mobilità delle persone, delle merci e i bisogni di chi lavora – sostiene Sara Tripodi (nella foto in alto), segretaria della Filt Cgil di Monza e Brianza – bisogna potenziare le infrastrutture esistenti, favorire, grazie ad una governance pubblica, la strada verso la micro-mobilità, la sharing mobility e prevedere incentivi per una necessaria transazione ecologica che avrà una inevitabile ricaduta occupazionale”.

L’ottica green è il fattore principale alla base di un cambio di paradigma che deve concepire la sostenibilità ambientale come uno strumento per la giustizia sociale e l’equità intergenerazionale. “Ci stiamo muovendo nella giusta direzione, ma non alla velocità necessaria – afferma Amalia Fumagalli, attivista di Fridays for future Monza – la Brianza, anche grazie al suo patrimonio di innovazione tecnologica, può fare di più per ridurre le emissioni entro il 2030 e completare la transazione ecologica entro il 2050. E’ necessario un piano di azioni, costruito da una comunità pro-attiva con il contributo delle amministrazioni pubbliche, in grado di fissare obiettivi rilevabili”.

IL SINDACATO

Insomma i temi sul piatto della bilancia, emersi nel corso del dibattito “Paesaggio. Territorio. Ambiente. Idee per la Brianza”, che si inserisce anche nell’avvio dei lavori del piano provinciale Brianza ReStart, un patto sottoscritto anche dalla Cgil di Monza e Brianza, sono tanti.

Uno dei primi passi verso la giusta direzione sembra essere proprio quello di vedere sotto un’unica luce, pur nelle diverse tonalità, il ciclo dei rifiuti, l’economia circolare, la mobilità sostenibile, le smart cities, la rigenerazione urbana e la riconversione energetica. “Sindacalizziamo anche attività produttive che hanno grande impatto ambientale, ma non sono i dipendenti che devono pagare la riconversione – afferma Massimo Balzarini, segretario Cgil Lombardia – il nostro contributo può essere anche quello di un percorso formativo su questi argomenti per i nostri gruppi dirigenti e lavoratori e lavoratrici iscritti”.

“Ci vuole una regia pubblica per capire come intrecciare tutti i temi in ballo per uno sviluppo sostenibile – continua – la politica deve cogliere un cambio di paradigma in una logica integrata e complessiva. Non si può lavorare per comparti stagni”.

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