Salute

Covid-19, Funzione Pubblica Cgil MB: “Si stanno ripetendo gli errori della prima ondata”

La segretaria provinciale del sindacato, Tania Goldonetto, in quest'intervista ad MBNews, denuncia una situazione fuori controllo. E attacca le istituzioni per l'eccessiva ospedalizzazione e la carenza di personale.

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Una situazione fuori controllo in cui si procede nella direzione sbagliata e diventa sempre più difficile inserire la retromarcia. Ammesso che lo si voglia fare. E’ questo il preoccupante quadro che raffigura Tania Goldonetto, Segretaria generale della Funzione Pubblica della Cgil di Monza e Brianza, a proposito della sanità a Monza e in Brianza in piena pandemia da Covid-19. I numeri del contagio nel nostro territorio (clicca qui), ormai considerato la provincia italiana dove il Covid è più diffuso, parlano di un sistema ospedaliero vicino al tracollo.

“Il punto vero è che da tempo denunciamo la nostra preoccupazione per una cronica carenza di personale nella Asst (Azienda socio sanitaria territoriale) della città capoluogo – afferma Goldonetto in quest’intervista ad MBNews – speravamo che, superata la prima fase del Covid-19, ci si preparasse adeguatamente per la seconda ondata, che era chiaramente prevista a partire da ottobre. Invece così non è stato”.

“Stiamo assistendo alla ripetizione di errori già visti a marzo ed aprile, in primis il puntare sull’eccessiva ospedalizzazione e non sulla sanità territoriale – continua la Segretaria generale della Funzione Pubblica della Cgil di Monza e Brianza – riteniamo sempre più inderogabile la necessità di stabilizzare il personale interinale del comparto sanitario. I bandi annunciati per l’assunzione di nuovi operatori socio-sanitari, infermieri e medici sono insufficienti e non ragionano in termini di progettualità, ma solo di interventi per superare l’emergenza”.

Goldonetto, in questi giorni il Direttore Generale dell’ASST Monza, Mario Alparone, ha dichiarato che in questa seconda ondata del Covid-19 siamo il nuovo centro della pandemia. Dal vostro osservatorio quale situazione registrate negli ospedali del nostro territorio?

Siamo ormai vicini al collasso. La storica carenza di personale sanitario, che abbiamo più volte denunciato, adesso sta facendo sentire tutto il suo peso. L’Ospedale san Gerardo ha raggiunto 450 ricoverati Covid, più o meno gli stessi della prima fase della pandemia, ma a differenza di allora ci sono circa 350 operatori sanitari positivi a casa.

Chi lavora sta sostenendo ritmi molto pesanti da febbraio ad oggi, con doppi turni e salti riposo. Le ferie bloccate fino a metà giugno hanno consentito a molti di fermarsi solo due settimane durante i mesi estivi. Tutto questo aumenta il livello di stress e stanchezza del personale in servizio e, quindi, mette a serio rischio la garanzia e la tutela della salute nella nostra provincia. Se non ci si ammala di Covid, insomma, si rischia di ammalarsi di altro.

Quali errori hanno commesso la politica e le autorità sanitarie?

Stanno riproponendo un meccanismo che ha dimostrato di essere fallimentare già nella prima fase, cioè quello dell’eccessiva ospedalizzazione. Tutta l’attività di sostegno e cura alle persone viene centralizzata nelle strutture sanitarie invece di rafforzare sul territorio le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale), attualmente solo 26 delle 40 che erano previste a Monza, Brianza e Lecco. Manca il supporto anche agli infermieri di comunità e ci sono almeno 60 medici di base in meno tra pensionati e deceduti.

Come mai questa seconda ondata ha colto così di sorpresa?

Le istituzioni non sono state in grado di prepararsi alla seconda ondata che da più parti era stata annunciata per ottobre, come poi effettivamente è stato. Resto allibita quando il sindaco di Monza, Allevi, si lamenta di aver saputo in ritardo dell’inserimento in zona rossa, cosa per la quale ci si doveva e poteva organizzare per tempo.

Lascia l’amaro in bocca constatare che si sia dovuto decidere di portare i codici verdi all’Autodromo di Monza per tentare di alleggerire il Pronto Soccorso del San Gerardo, che ormai è preso d’assalto. I codici verdi in seconda battuta, però, possono anche diventare gialli e, quindi, dover essere comunque dirottati al Pronto Soccorso.

Come si sta cercando di ovviare a questo stato di emergenza?

Sono partiti i bandi, che dovrebbero essere perfezionati in questi giorni, per l’assunzione di nuovo personale. Ma siamo in assoluto, grave ritardo ed è difficilissimo reperire il personale, soprattutto adesso. Il Direttore Alparone ha promesso che arriveranno 110 operatori socio-sanitari.

Sarebbero pronti anche i bandi per 35 infermieri e una decina di medici, ma i primi saranno assunti a tempo determinato e i secondi a partita IVA. Insomma la scelta è sempre quella di ragionare in termini di emergenza e non di progettualità.

Tra le situazioni più delicate c’è quella del Distretto di salute mentale territoriale. Come ci si sta occupando dei disabili malati di Covid?

I pazienti che hanno contratto il virus, aumentati da uno a sette soltanto negli ultimi giorni, vengono curati in strutture tipo mini appartamenti o alloggi o al proprio domicilio. Non è presente un medico che possa dare una mano ed è tutto a carico degli operatori, gli infermieri. Di fatto il paziente la notte rimane solo in struttura e viene garantito il controllo tramite un cellulare che gli operatori in reperibilità si passano di mano in mano a seconda del turno.

Ci si aspetta, in sostanza, che il disabile dovrebbe riconoscere l’aggravamento della sua saturazione o del suo quadro clinico, esca dalla stanza e vada a chiamare l’infermiere reperibile che, a sua volta, interviene in area a pagamento e decide se può gestirlo da solo o chiamare i soccorsi. Tutto questo è gravissimo.

A questo punto cosa si potrebbe fare per affrontare al meglio l’attuale emergenza Covid?

Sicuramente la soluzione non è richiamare i medici dell’Esercito o quelli in pensione. Bisogna cambiare registro rispetto a quanto fatto fino ad ora ed attivare gli strumenti a disposizione per stabilizzare il personale interinale. Non si può sempre ragionare con la logica dell’emergenza, ci vuole finalmente una seria progettualità che dia garanzie anche per il futuro.

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