Ambiente

A Varedo c’è chi dice no alla vasca di laminazione: “L’area non è una discarica”

Ieri c'è stato un presidio sull'area dove è previsto l'intervento: tra Varedo, Palazzolo e Paderno Dugnano, ai piedi dell'ex area Snia.

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Si sono dati appuntamento per dire no alla vasca di laminazione, proprio laddove dovrebbe sorgere, tra Varedo, Palazzolo e Paderno Dugnano, ai piedi dell’ex area Snia. Lo hanno fatto ieri mattina, mercoledì 21 ottobre, davanti ai microfoni della Rai.

Organizzata dal capogruppo del Pd di Varedo Stefano Zini, la manifestazione ha visto la partecipazione di una schiera di cittadini sensibili al tema. C’era inoltre il primo cittadino di Paderno Dugnano Ezio Casati, in virtù del fatto che il progetto di costruzione si estenderebbe anche al suo comune di appartenenza. All’appello hanno anche risposto Mario Di Benedetto, in qualità di coordinatore  del Comitato Torrente Seveso e Giorgio Poidomani, dall’associazione Fridays for Future / Meridiana.

Per meglio comprendere la questione e quindi il motivo per il quale il progetto prevede di costruire la vasca proprio in quest’area, è necessario fare un passo indietro: “Nel 2013 – spiega il sindaco Casati – l’allora amministrazione di centro destra ha elaborato il Pgt, avvallato poi da Regione Lombardia,  secondo il quale, nella zona di riferimento, la vasca di laminazione troverebbe la propria ragion d’etre“. Lo strumento urbanistico, quindi, dice che la vasca di laminazioni può essere costruita in questa area. “Sarà però mia premure e responsabilità – spiega Casati – studiare il progetto, condividerlo con il territorio nel rispetto di una compatibilità ambientale della zona“.

Proprio da questo punto, parte la querelle portata avanti dai due consiglieri comunali, Stefano Zini e da Stefano Guagnetti (M5S): “Varedo non è una discarica. Dopo aver risolto il problema del depuratore – spiega Zini – il nostro territorio subisce un altro affronto”.

Un’enorme vasca di laminazione (due milioni e duecentomila metri cubi ndr) che andrà a posizionarsi sull’argine del fiume Seveso, secondo quanto il capogruppo del Pd ha spiegato, porterà solo grandi problemi ambientali nonché gravosi oneri economici per quanto riguarda la manutenzione. “Si tratta di una costruzione più grande dello stadio di San Siro – sottolinea Zini – che dovrebbe raccogliere le acque del Seveso in piena. Acque sporche visto che, ad oggi, ci sono ancor migliaia di industrie che scaricano all’interno del fiume. Davvero, le giunte comunali interessate, vogliono avvallare una discarica a cielo aperto? Dove sono le promesse fatte durante le innumerevoli tavole rotonde promosse anche da Regione, in merito alla pulizia delle acque del Seveso?”.

Domande e opinioni, quelle di Zini, che trovano il fianco del gruppo M5S di Varedo. “Risolviamo i problemi di Milano, ma così facendo condanniamo il nostro territorio ad essere una grande discarica. Vorrei ricordare – spiega Guagnetti – che oltre al sottosuolo inquinato e quindi al pericolo di contaminazione delle falde acquifere, avremo il problema dell’acqua inquinata del Seveso a cielo aperto. A tal proposito – specifica – ricordo la moria di pesci, avvenuta lo scorso fine agosto, nonché  l’odore di gasolio che arrivava dal Seveso”.

Una questione sentita, questa, che da Varedo arriva alle porte del Pirellone, sede del consiglio regionale. Le parole del capogruppo targato 5S, Stefano Guagnetti, trovano il fianco del consigliere regionale Massimo De Rosa (M5S): “Sono anni – asserisce –  che ripetiamo come le vasche di laminazione non possano essere la soluzione né ai problemi del fiume Seveso né alle inondazioni dei quartieri del Nord Milano. Servono politiche di pulizia dell’alveo del fiume, censimento e chiusura degli scarichi abusivi e di stop alla cementificazione nonché al consumo di suolo”.

Ultimo, ma non meno importante punto su cui Zini insiste è la questione manutenzione delle vasche, quando, de facto, ancora manca un concreto progetto di riqualificazione e bonifica del fiume: “Quali garanzie avremo per quanto riguarda la pulizia di questa enorme discarica di liquami? Penso di parlare nell’interesse di tutti i cittadini – chiosa Stefano Zini – quando mi esprimo non a favore di quest’opera, senza aver avuto ancora la previa costituzione di un progetto di invarianza idraulica sovracomunale. Varedo – conclude – non deve diventare una discarica di rifiuti, come qualcuno ha già provato a fare nelle aree ex Snia.

LA VIDEO INTERVISTA DELLA MANIFESTAZIONE:

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