Politica

Seregno, giù le mani dalla scuola. Rossi: “Lo dobbiamo agli studenti”

Un appello accorato quello del sindaco di Seregno, Alberto Rossi, per non incappare in un nuovo lockdown scolastico.

alberto rossi sindaco seregno

Un appello accorato quello del sindaco di Seregno, Alberto Rossi, per non incappare in un nuovo lockdown scolastico. La scuola non si tocca, con una nuova chiusura i ragazzi pagherebbero in termini di istruzione e crescita personale.
La curva dei contagi è in crescita, il primo cittadino lo sa bene, ma da amministratore ha deciso di spendere qualche parola sullo spettro del “tutti a casa”.
“So bene quanto sia facile giudicare senza avere tutti gli elementi, e dunque mi guardo bene dal commentare situazioni di altre Regioni. Ma una cosa la voglio dire chiara: in questa nuova fase di incertezza, dobbiamo fare l’impossibile prima di arrivare solo a pensare di potere richiudere le scuole. Dalle esperienze di questo mese, almeno nella nostra zona, mi pare che le scuole, soprattutto le medie e le superiori dove i ragazzi tengono sempre la mascherina, siano paradossalmente tra i posti più sicuri, e lo mostra il fatto che nella quasi totalità dei casi, ogni volta che si trova uno studente positivo, tutti gli altri risultino poi negativi. Sono altri i luoghi dove i rischi aumentano, dai contatti familiari ad altri luoghi di incontro o di attività pubbliche“.
Alberto Rossi pensa alle lunghe code per i tamponi e non riesce a trattenere la sua rabbia nel pensare a quanto di più si poteva fare e non è stato fatto: “Ora dobbiamo tutti triplicare le forze, e fare le scelte giuste a livello organizzativo e strategico. Non invidio, anzi rispetto molto chi è chiamato a prendere certe decisioni ai livelli istituzionali più alti: so quali sono le fatiche e le responsabilità dell’amministrare una Città di 45mila abitanti, figuriamoci una Regione di 10 milioni o un intero Paese”.
Ma un appello il sindaco seregnese  lo vuole fare: “Le scuole no, stavolta. Lo dobbiamo ai nostri bambini e ragazzi, che la pagherebbero molto di più di quanto immaginiamo. Ai bambini delle elementari, ai ragazzi di medie e superiori, ognuno a suo modo per la propria età. Neanche mi soffermo sulle fatiche enormi di gestione familiare. Mi basta dire quanto pagherebbero loro in termini di istruzione e crescita come persone: la nostra società non può permetterlo“.

Intanto arriva dalla Regione Lombardia la comunicazione che “In conferenza Stato-Regioni è stato chiesto, rispondendo all’appello del presidente del Consiglio dei ministri alla leale collaborazione, l’immediata convocazione della cabina di regia per risolvere due questioni fondamentali per contrastare la diffusione del virus: la didattica a distanza per le classi superiori e lo scaglionamento degli ingressi nelle scuole per evitare gli affollamenti sui mezzi pubblici“. L’assessore al Bilancio, Finanza e Semplificazione della Regione Lombardia Davide Caparini, al termine della riunione convocata questa mattina della Conferenza Stato-Regioni, spiega che “Sono misure che la Lombardia aveva chiesto di adottare già da maggio in vista della riapertura delle scuole”.

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