Opinioni

Seconda ondata, quando la lotta al virus è affidata (sempre più) alle nostre coscienze

Una telefonata di un'operatrice sanitaria apre uno spaccato sulle cose che non vanno nella gestione di questa pandemia. I numeri stanno crescendo e comportamenti responsabili sono la chiave per non ammalarsi.

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Il contagio è veloce. E i numeri salgono in maniera esponenziale. Nonostante tutti gli sporzi di tracciare il virus, la mole di lavoro e di dati sta di fatto schiacciando le Ats di Monza e Milano, le zone più colpite al momento da Coronavirus.

Il direttore sanitario dell’ats di Milano Vittorio De micheli chiede alle autorità di intervenire al più presto: “Nella prima ondata la metropoli è stata colpita marginalmente, ora il contagio è più veloce. Chi ha avuto contatti a rischio stia a casa. Ciascuno dovrà rinunciare a qualcosa” – si legge sul Corriere della sera questa affermazione che in qualche modo suona come un’alzata di mani.

LA STORIA

Solo settimana scorsa ricevo in redazione la telefonata di un’operatrice sanitaria di Monza e Brianza, arrabbiata e anche triste. “Sono risultata positiva e ormai sono diversi giorni (erano 5) che sono in casa, ma nessuno mi ha chiamato (la chiamata di Ats arriverà all’8°giorno). E’ chiaro che io non esco di casa, ma quanti sanno che si è obbligati a non uscire? Ti senti abbandonato, solo, e ti viene il dubbio che quando parlano di protocolli, di regole siano solo parole… “. Poi piange. Lo fa perchè lo stress di vivere la quarantena, ha allontanato marito e figli per evitare di contagiarli, è alto. Si sta male, la febbre è alta e ci sono di dolori e ad ogni colpo di tosse si pensa al peggio.

“Le mie figlie le ho tenute a casa da scuola, ma lei pensa che la scuola abbia pronto per loro un piano didattico alternativo rispetto a quello in presenza? Niente affatto! Mi hanno risposto che se l’intera classe finisce in quarantena si prevede la didattica a distanza, altrimenti tra quindici giorni quando le mie figlie rientreranno a scuola dovranno recuperare. Allora io attraverso il registro elettronico cerco di capire che temi abbiamo trattato e stampo loro delle schede, dei testi per farle studiare. Un’amica passa da casa mia e gliele porta. Non credo però che sia giusto vivere così. Hanno avuto mesi per prepararsi e queste sono le soluzioni? Non voglio fare polemica, ma dire alle persone di essere coscienziose, di mettere da parte la rabbia e essere prudente per se stessi e gli altri.”

Tamponi, didattica a distanza, coprifuoco e mascherine. Non si può dire che tutto stia andando bene, la normalità in questi giorni si sta allontanando, ma speriamo che con il passare del tempo, senza pagare un prezzo troppo alto, ne usciremo. Poi ci sarà da rimboccarsi le maniche, più di quanto si possa solo immaginare.

 

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