Liceo Frisi, i genitori scrivono alle istituzioni: “100% di didattica a distanza? Un errore”

"Si chiede con forza - si legge nella lettera - che la Regione, il Comune e le forze dell’ordine si attivino con rigore e rinnovata determinazione per il rispetto di una sana e piena libertà educativa dei nostri figli".

frisi ingresso mb

Una lettera, per chiedere un passo indietro sulla decisione della didattica a distanza nelle scuole superiori. Così i rappresentanti dei genitori del Liceo Frisi di Monza esprimono il loro dissenso contro la DAD, che da lunedì 26 ottobre diverrà nella nostra Regione l’unica modalità di insegnamento per migliaia di studenti. Un incubo, l’addio ai banchi di scuola, che per tanti adolescenti sta per diventare realtà.

“Abbiamo deciso di indirizzare la lettera al Sindaco di Monza, Dario Allevi, all’Assessore all’Istruzione del Comune di Monza, Pierfranco Maffè, al Prefetto di Monza Patrizia Palmisani, al Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e persino Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina – ci spiega Sara Vergani, una dei rappresentanti dei genitori. E’ una lettera scritta dai rappresentati, ma prima di inviarla abbiamo contattato le classi e constatato che la maggior parte dei genitori condivide le stesse perplessità. La scuola dei nostri figli si è mossa in modo giusto fin dalla riapertura, tutto è stato fatto con cura e attenzione. Adesso gli sforzi rischiano di essere vanificati. Comprendiamo le difficoltà e ci tengo a dire che questa lettera non è un prodotto di negazionismi del virus. Il Covid è qualcosa da non sottovalutare, ma la sola didattica a distanza rappresenta passi indietro che la scuola non si merita”.

La lettera dei genitori 

“I sottofirmatari – si legge nel testo della lettera – vogliono esprimere il loro pieno dissenso verso le ultime modalita’ identificate dalla Regione Lombardia per contenere il contagio da Covid-19: vale a dire di obbligare alla sola DAD le scuole superiori, che hanno invece lavorato in modo importante ed egregio, per mettere in atto tutte le corrette misure per contenere la diffusione del Coronavirus”.

“In particolare – prosegue il testo – il Liceo Scientifico P.Frisi di Monza, di cui conosciamo in prima persona tutti gli sforzi messi in atto, come molti altri istituti di secondo grado del territorio, non costituiscono luogo di diffusione, in quanto garantiscono il distanziamento, lo scaglionamento delle entrate e delle uscite, la DAD al 50% e tutto quanto previsto dai decreti di riferimento. Infatti, in queste istituti, come nel nostro liceo ad oggi sono in isolamento solamente una piccola percentuale delle classi, inferiore al 10%”.

“Piuttosto – ribadiscono i genitori – il problema vero sono i trasporti sovraffollati, gli assembramenti per strada, l’inosservanza dell’obbligo di mascherina, i locali pubblici; si chiede di mettere in atto tutte le diverse misure possibili sui fronti di reale rischio, di insistere per trovare soluzioni alternative alle problematiche e alle realtà specifiche che sono la vera ragione del diffondersi del contagio, senza andare a chiudere le strutture che rispettano le misure previste. Si chiede di affrontare il problema laddove esiste e non dove non esiste per una maggior efficacia delle misure stesse e per evitare di penalizzare gli adolescenti e i ragazzi che devono avere nella scuola il loro vero interesse. Si chiede con forza che la Regione, il Comune e le forze dell’ordine si attivino con rigore e rinnovata determinazione per il rispetto di una sana e piena libertà educativa dei nostri figli.

Firmato

I Rappresentanti dei Genitori al CDI Frisi L’Associazione Genitori Frisi
La maggioranza dei genitori del Liceo Frisi”.

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