Politica

Droga a Monza, lo sfogo di Piffer: “Basta ipocrisie, servono soluzioni nuove: sono anni che lo dico”

Il consigliere monzese torna a parlare delle "stanze sicure", una sua proposta approdata in consiglio comunale 4 anni fa.

spaccio droga generico 2

Era il 2016 quando il consigliere Paolo Piffer propose all’amministrazione comunale (allora guidata dall’ex Sindaco, Roberto Scanagatti, ndr) una mossa azzardata, sicuramente divisiva, per dare una spallata al mondo della droga: l’istituzione di spazi sicuri per il consumo di sostanze stupefacenti, con l’obiettivo ultimo di ridurre i danni e diminuirne il consumo. Il nome scelto dal leader di Civicamente era “stanze salvavita”: luoghi protetti dove poter assumere droghe, lontano da spazi degradati, infetti, freddi e sporchi. Un’idea che arrivava dal Nord Europa e che all’epoca dei fatti contava 87 “stanze del buco” sul suolo del Vecchio Continente, con il maggior numero di strutture nei Paesi Bassi, in Svizzera e in Germania.

A distanza di 4 anni da quella mozione, bocciata in consiglio comunale con 9 voti contrari, 5 favorevoli e 5 astenuti, il problema della droga a Monza e dintorni è tutt’altro che risolto. A dimostralo i numerosi casi di cronaca su spaccio e consumo di sostanze stupefacenti in città, l’ultimo proprio ieri mattina, che ha portato all’arresto di 4 persone. L’indagine in questione era iniziata nel 2018 a seguito della denuncia dei genitori di una ragazza, minorenne e tossicodipendente.

«Monza è invasa dall’eroina e dalla cocaina – ci spiega Piffer – e i dati sono sconcertanti. Servono soluzioni nuove per risolvere un problema che non solo è radicato nel territorio, ma che peggiora a vista d’occhio. Tagliare i servizi e poi fare proclami per qualche arresto non serve. Su questa battaglia non faccio passi indietro».

Piffer: “A disposizione se il Sindaco vorrà parlarne”

«Torno a parlare di questi temi – ci racconta il consigliere comunale monzese Paolo Piffer – dopo l’ennesimo caso di cronaca: una segnalazione su Facebook di una mamma che in un parchetto ha trovato una siringa usata. Ne sentiamo sempre di più e penso che dovremmo smetterla di essere ipocriti sul tema: il problema c’è ed è molto serio. I pochi servizi che si sarebbero dovuti implementare come il drop-in e l’unità  mobile (il camper che offriva assistenza in strada) non ci sono più e l’impressione che ho è che davanti all’emergenza la politica tagli i servizi invece che incrementarli. Le proposte di Civicamente, che avevamo messo in campo anni fa, sono ancora sul tavolo e resto a disposizione se il Sindaco vorrà rivalutarle e approfondirle».

«Andare nelle scuole e parlare del male che possono fare le sostanze stupefacenti è importante – prosegue – ma non basta più. Come non bastano più i comunicati stampa e le news sugli arresti ai giardinetti. Ho rispetto per la Polizia Locale e le forze dell’ordine, ma non possiamo pensare che la soluzione siano loro. E strumentalizzare il lavoro che fanno per avere qualche voto in più mi lascia ancora più perplesso. Non ho paura a riportare nel dibattito pubblico la nostra proposta sulle stanze sicure: so che non è facile parlarne, so che è una proposta divisiva, ma far finta di niente è peggio. Penso che sia importante creare un’alleanza con il SERT e Regione Lombardia e fare un tavolo per capire le opzioni che abbiamo davanti. E agire: ne abbiamo disperatamente bisogno».

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