Politica

Monza, weekend di fuoco. Allevi: “Numeri preoccupanti. Servono più restrizioni”

Il sindaco di Monza, Dario Allevi, è preoccupato per la curva del contagio. Non lo nasconde e, davanti alle cifre registrare nel week end appena trascorso, parla con grande franchezza di "giorni terribili".

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Il sindaco di Monza, Dario Allevi, è preoccupato per la curva del contagio. Non lo nasconde e, davanti alle cifre registrare nel week end appena trascorso, parla con grande franchezza di “giorni terribili” caratterizzati da una considerevole crescita del numero dei nuovi pazienti Covid in tutta la Brianza.

Al termine della riunione avvenuta ieri pomeriggio tra i sindaci della Lombardia, Anci e Regione, il primo cittadino monzese affronta la questione, i possibili scenari e le eventuali azioni da intraprendere, nel corso del consiglio comunale. “Abbiamo vissuto due giorni terribili, sabato (+ 36 a Monza, + 283 nell’intera provincia brianzola) e domenica appena trascorsi (38 e 348). L’età media dei contagiati ha 38 anni, il 22% sono minorenni.  Ci troviamo davanti a delle cifre mai toccate, ovviamente perchè prima si facevano molti meno tamponi, ora però il numero dei pazienti ricoverati al San Gerardo non può non preoccuparci. Ad oggi, infatti, sono 126 i ricoverati tra Monza e Desio,  32 a Vimercate.  Rispetto al passato, ora sono tutti cittadini brianzoli. La paura c’è ed è grande” ha spiegato.

Anche per Dario Allevi, così come per il resto dei sindaci dei comuni capoluogo lombardi, Anci e Regione, le misure contenute nel Dpcm non sarebbero sufficienti a contenere lo sviluppo del contagio. “Ci aspettavamo tutti misure più stringenti, tralasciando poi l’iniziale ipotesi del coprifuoco da parte dei sindaci che sembrava un tentativo di voler scaricare delle responsabilità”.

E tra i possibili provvedimenti c’è  la nuova ordinanza che impone in tutta la Lombardia lo stop di tutte le attività e degli spostamenti, ad esclusione dei casi ‘eccezionali’ (motivi di salute, lavoro e comprovata necessità) dalle ore 23 alle 5 del mattino a partire da giovedì 22 ottobre.

Una proposta nata dalla rapida evoluzione della curva epidemiologica e dalla previsione della ‘Commissione indicatori’ istituita dalla DG Welfare, secondo cui, al 31 ottobre, potrebbero esserci circa 600 ricoverati in terapia intensiva e fino a 4.000 in terapia non intensiva.

“E’ arrivato il momento che la Lombardia si assuma, ancora una volta, ulteriori responsabilità seppur scomode. Davanti a questi numeri non si può restare fermi, dobbiamo agire per evitare il peggio”.

Intanto il ministro della Salute Roberto Speranza ha fatto sapere: “Sono d’accordo sull’ipotesi di misure più restrittive. Ho sentito il Presidente Fontana e il sindaco Sala e lavoreremo assieme in tal senso nelle prossime ore”.

 

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