Pasticcio asilo Girotondo: dopo la chiusura arriva l’intervento Comune

Giovedì pomeriggio c’è stato a Palazzo Trotto un incontro tra sindacati e sindaco per aprire un confronto sulla questione.

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A Palazzo Trotti sono pronti a fare retromarcia per salvare l’asilo nido Girotondo e dopo averlo privatizzato nel 2013, cedendo anche 15 lavoratrici comunali, ora proveranno a riprendersi il servizio. Un’operazione che non solo è complicata, oltre che probabilmente molto onerosa per il Comune, ma che finora è ancora incerta di fronte alla situazione che si è creata nelle ultime settimane, dopo che la cooperativa La Spiga – che ha in gestione l’attività del nido di via XXV Aprile dal 2017 – ha comunicato a fine agosto di non riaprire l’asilo che garantiva circa 60 posti e di sospendere il servizio per tutto l’anno.

Una decisione motivata dalla mancanza di un numero sufficiente di iscritti dopo che, a inizio agosto, sono stati comunicate le tariffe per il nuovo anno adeguate secondo le prescrizioni Covid con rincari fino al 60% rispetto all’anno scorso. Rette insostenibili per la maggior parte delle famiglie – fino a 900 euro al mese per le 8 ore di asilo – oltre che fuori mercato rispetto ad altre strutture, tanto che da parte di un gruppo di genitori è stato sollevato il sospetto che simili rincari siano stati un modo per disincentivare le iscrizioni e permettere alla cooperativa di svincolarsi dall’impegno preso nel 2017.

LA VICENDA

Perché le difficoltà del Girotondo ci sono da tempo, a partire dall’operazione di esternalizzazione decisa dall’Amministrazione comunale dell’ex sindaco Paolo Brambilla nel 2013 perché sotto la gestione pubblica il servizio risultava antieconomico per il municipio per circa 600mila euro l’anno. Il servizio del nido fu passato a una prima cooperativa, la Progetto Vita, con anche il trasferimento delle educatrici allora dipendenti comunali, ma non passò molto tempo dall’emergere di difficoltà economiche, ritardi nei pagamenti degli stipendi e rischio di chiusura.

Nel 2017 un secondo passaggio dell’attività a un’altra cooperativa, La Spiga di Meda, sembrava aver risolto i problemi, il servizio svolto dalle educatrici ha sempre trovato la soddisfazione delle famiglie, fino alle comunicazioni delle scorso agosto che hanno portato alla chiusura.

Una situazione che oltre a creare un disservizio per la città, perché dei 5 nidi presenti a Vimercate il Girotondo è l’unico nei pressi del centro, fa ritornare a rischio i posti di lavoro delle educatrici, tra cui le ex dipendenti comunali.

Giovedì pomeriggio c’è stato a Palazzo Trotto un incontro tra la rappresentanza delle lavoratrici del Girotondo con il sindaco, e anche alcuni i consiglieri comunali, per aprire un confronto sulla questione. Le lavoratrici che rischiano il posto sono 14, di cui 10 ex dipendenti comunali del 2013, con l’emergenza Covid stanno usufruendo degli ammortizzatori sociali, con il Fis (Fondo di integrazione salariale) dell’Inps per ora garantito ancora per 18 settimane ma dopo “non ci sono più prospettive per loro – dice Giuseppe Leone, segretario provinciale di FP Cisl che, con anche Fisascat Cisl, segue le lavoratrici del Girotondo fin dall’operazione del 2013 – La comunicazione ufficiale della cooperativa per ora è quella della sospensione dell’attività per quest’anno perché non c’è lavoro, visto che non ha avuto abbastanza iscritti. Quindi le lavoratrici potranno eventualmente avere una proroga del Fis, ma poi basta. E questo è inaccettabile perché deve essere detto cosa si fa per il futuro, come proseguirà l’attività, quali piani si hanno”.

L’IMPEGNO DEL COMUNE

Il sindacato non ha ricevuto risposte precise dalla cooperativa, si sta aspettando che la situazione si chiarisca meglio per aprire un’eventuale vertenza, ma nella vicenda il Comune torna ad avere un ruolo centrale. Il sindaco Francesco Sartini nell’incontro di giovedì, come aveva fatto anche nei vari passaggi degli anni passati, ha ribadito il sostegno del Comune perché il servizio del nido Girotondo possa ripartire e perché siano tutelate le lavoratrici. Una posizione che la sera stessa è poi stata condivisa dall’intero Consiglio comunale.

Su spunto di una mozione urgente presentata giovedì sera da Alessandro Cagliani di Noi per Vimercate, e poi emendata da tutte le forze politiche, compresi i gruppi di centrosinistra che nel 2013 decisero l’esternalizzazione, l’aula ha approvato all’unanimità di impegnare l’Amministrazione comunale “di procedere il più celermente possibile – si legge nella mozione – ad attivarsi per ricercare le soluzioni tecnicamente più idonee e perseguibili al fine di verificare la possibilità di ricostituire il servizio di nido comunale per garantire la ripresa di un servizio di alta qualità e massimamente inclusivo nel minor tempo possibile anche valutando l’ipotesi di affidamento in gestione”.

L’IPOTESI

In pratica, l’attività del nido ceduta nel 2013 dovrebbe tornare in mano al Comune, non però in una forma di gestione diretta del municipio ma affidandola a un operatore esterno. Quindi l’Amministrazione comunale deve valutare come e a quali condizioni La Spiga sia disponibile a cedere l’attività del nido Girotondo che in ogni caso non può riaprire perché l’edificio di via XXV Aprile è in concessione alla cooperativa stessa e formalmente il servizio è sospeso.

Poi però se si raggiunge l’accordo, il municipio, per questioni di norme sulle assunzioni ed equilibri di finanza pubblica, non potrebbe farsi carico direttamente delle 14 educatrici, neanche le 10 sue ex dipendenti, e dovrebbe fare un bando di assegnazione del servizio di asilo nido per ricercare un operatore che svolga l’attività e che comprenda anche le educatrici. Dovrà essere quindi un bando di servizio che per salvaguardare i posti di lavoro dovrà prevedere, tra le varie clausole, anche che il nuovo gestore del Girotondo prenda in carico le 14 educatrici.

Non sarà facile trovare un equilibrio economico tra le varie esigenze e, inoltre, “è un’operazione che va fatta in fretta – aggiunge il sindacalista Leone – perché si rischia di perdere l’anno, il servizio, il lavoro e poi anche il bacino di utenza. E’ stata sbagliata fin dall’inizio l’operazione di esternalizzazione del Girotondo ed è importante che ora il Comune trovi il modo di rimediare a questa situazione”.

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