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Villa Reale chiusa, il Comitato: “Il Consorzio cacci il privato altro che risarcimento!”

Il Comitato del Parco e "La Villa è anche mia" tornano sul tema della parziale chiusura della Reggia di Monza. Raccontando cosa, a loro parere, non è andato bene.

cancello chiuso villa reale mb

«Una Villa come quella che abbiamo a Monza chiusa sei mesi è un fallimento. Qualcosa nella sua gestione non è andata bene». Così la portavoce del Comitato del Parco, Bianca Montrasio, torna a commentare lo stato della Reggia di Monza, è chiuso il piano nobile, quello del privato, dopo oltre 6 mesi. Una posizione, quella espressa dalla Moltrasio a nome del gruppo, che non è una novità: da anni, infatti, i membri del Comitato del Parco A.Cederna e “La Villa è anche mia” segnalano problemi nella gestione del complesso e insistono sull’importanza di elaborare una nuova vision per rilanciare la Reggia.

Un grido che, per adesso, sembra trovare pochi interlocutori. «Speriamo – continua Montrasio – che qualcosa cambi con la nomina del nuovo Direttore. Gli chiederemo sicuramente un incontro per raccontargli le nostre idee, i nostri progetti. Da anni chiediamo la costituzione di un comitato tecnico-scientifico che supporti il Direttore nelle sue scelte. Penso che farebbe bene a tutti. E forse ci aiuterebbe a non commettere gli errori del passato».

Le colpe, secondo il Comitato

Gli errori del passato, secondo il Comitato, hanno radici profonde. E nomi e cognomi ben precisi. “La ragione vera della chiusura a tempo indeterminato dei cancelli – si legge in una nota stampa prodotta dal comitato –  è la decisione di recedere unilateralmente dal contratto da parte del concessionario, il gruppo Navarra, che ha chiesto un risarcimento di oltre 8 milioni al Consorzio, l’ente concedente, accusandolo di essere responsabile dei mancati introiti prefigurati. Si prospetta una intesa di ben 4 milioni di euro che il Consorzio penserebbe di corrispondere al gruppo Navarra per evitare strascichi giudiziari, senza neppure avere, comunque, alcuna certezza sul destino della Villa Reale, se sarà riaperta e chi la gestirà nei prossimi anni”.

Due lavoratori della Villa Reale manifestano per la chiusura degli spazi.

«Mi permetto – aggiunge la portavoce Montrasio – di dire che non capisco il perchè di questo accordo e di un atteggiamento così remissivo. Vuol dire che il Consorzio riconosce delle colpe? Se sì, allora ci aspettiamo anche le dimissioni collettive di tutti i soggetti responsabili. Se, viceversa, si ritiene di essere dalla parte del giusto bisogna difendere il proprio operato, anche nelle sedi giudiziarie per tutelare i diritti dei cittadini. Abbiamo sempre segnalato le fragilità di questo accordo tra pubblico e privato: spezzettare la Villa, immaginando gestioni separate degli spazi ha portato ai risultati che conosciamo bene. Tutti escono sconfitti dall’attuale situazione: i lavoratori in primis, ma anche i cittadini che devono rinunciare alle bellezze della Villa. Il restauro che ha portato a nuova vita alcuni spazi della Reggia non era fine a se stesso, era dedicato alla collettività. E da sei mesi questo non è più possibile».

«Quello che noi chiediamo – conclude – è un atto di coraggio. Immaginare una gestione diversa, includere nella discussione sul futuro del complesso più voci possibili, ripensare gli spazi, immaginare un percorso museale permanente che metta in risalto la storia della Reggia e dei suoi appartamenti reali. Siamo pieni di documentazione d’archivio preziosa: mi chiedo cosa stiamo aspettando a valorizzarla davvero».

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