Economia

Villa Reale chiusa, Cgil Monza e Brianza: “Le istituzioni tutelino i lavoratori”

Il sindacato scende in campo al fianco dei dipendenti di "Cultura Domani", la società che per conto del concessionario privato gestisce parte del monumento, a casa da mesi senza stipendio.

foto gruppo manifestazione villa reale mb

Ormai hanno riaperto anche le scuole. E dal 4 maggio in poi, data della fine del lockdown per il Covid-19, è stato possibile tornare a fare, con tutte le precauzioni necessarie, quasi tutto quello che facevamo prima dello stop totale provocato dalla pandemia. Ma c’è un posto a Monza dove il tempo non è andato avanti rispetto a marzo. E’ il corpo centrale della Villa Reale.

Questa parte del monumento simbolo del capoluogo della Brianza, a differenza degli appartamenti reali, tenuti aperti, ma con biglietteria chiusa e prenotazioni solo on-line, dal Consorzio della Villa e del Parco, a cui sono affidati direttamente, è gestita da Nuova Villa Reale di Attilio Maria Navarra, società controllata a sua volta da Italiana Costruzioni in cui Navarra è consigliere delegato. Che ha deciso di tenere chiuso il corpo centrale della Villa costruita dall’architetto imperiale Giuseppe Piermarini per l’arciduca Ferdinando d’Asburgo. Una decisione molto probabilmente destinata a durare ancora per le prossime settimane e mesi.

LAVORATORI IN BILICO

Il motivo di questo stallo risiede nel contenzioso tra il Consorzio, ente pubblico rappresentato legalmente da Regione Lombardia, ma di cui è presidente di diritto il sindaco di Monza, attualmente Dario Allevi e il concessionario privato, Nuova Villa Reale di Monza srl. Che ha richiesto la recessione del contratto ventennale e un risarcimento pari a 8 milioni di euro come riconoscimento di indennità per i mancati introiti dei 6 anni di gestione del corpo centrale della Villa, a partire dalla sua riapertura nel 2014 dopo il lungo restauro.

In questi giorni sembra che la richiesta di risarcimento del concessionario sia scesa a 4 milioni di euro. Il Consorzio sta attendendo il parere della Corte dei Conti per sapere se l’accordo con Nuova Villa Reale di Monza non possa trasformarsi in una accusa di danno erariale.

A pagare le conseguenze di questa intricata situazione sono gli otto dipendenti di “Cultura Domani”, società emanazione di Nuova Villa Reale di Monza. Che, rimasti senza lavoro e senza stipendio, lo scorso 8 settembre, insieme alle guide turistiche e alle altre realtà professionali gravitanti attorno alle attività della reggia piermariniana, hanno inscenato un’amara festa per il sesto compleanno del monumento settecentesco.

“È stata finalmente richiesta la cassa integrazione da parte dell’azienda, dal 3 di agosto e per le successive 18 settimane. Le ferie sono già state esaurite e ci sono ancora poche certezze sul futuro – afferma Fabiana Cabras, sindacalista della Filcams Cgil Monza e Brianza – a tutto questo si somma l’attesa dell’assegno da parte dell’Inps, perché il datore di lavoro ha già più volte ribadito l’indisponibilità ad anticipare le somme dovute ai propri dipendenti”.

Attilio Maria Navarra

L’APPELLO ALLE ISTITUZIONI

La questione della chiusura del corpo centrale della Villa Reale è quindi attuale, ma in realtà ha radici ormai piuttosto lontane nel tempo. Che chiamano in causa le scelte del Consorzio pubblico e le responsabilità del concessionario privato, la Nuova Villa Reale di Attilio Maria Navarra. E, in queste settimane, si intrecciano anche con la nomina del nuovo direttore generale del Consorzio, a quanto sembra individuato Giuseppe Distefano, in arrivo dal Museo della scienza e della tecnologia di Milano.

“È sempre mancata una visione strategica a lungo termine – spiega Leonardo Marcos Martello che, insieme ad Alberto Locatelli, è la Rsa (Rappresentanza sindacale aziendale) in “Cultura Domani” – il nostro obiettivo è di stimolare le istituzioni affinché si pubblichi il prima possibile un bando per la nuova gestione. Ci troviamo nuovamente di fronte al fallimento amministrativo della gestione consorzio-privato di un bene pubblico di pregio, un fallimento per tutti, in primis per i cittadini monzesi”.

La Cgil Monza e Brianza è pronta a dare battaglia per non lasciare cadere nel vuoto i diritti dei lavoratori di “Cultura Domani”, attraverso la cui tutela passa una parte importante del rilancio della Villa Reale, un patrimonio di assoluto valore della città di Monza. “Siamo esterrefatti da questo immobilismo istituzionale – afferma senza mezzi termini Angela Mondellini, segretaria generale della Cgil di Monza e Brianza – è tempo che chi ha la responsabilità delle scelte strategiche si impegni in un progetto di ampio respiro per il rilancio della Villa, uno dei gioielli di questo territorio che non possiamo accettare rimanga chiuso oltremodo”.

“Stiamo seguendo la vicenda con interesse con l’obiettivo di tutelare i posti di lavoro – continua – faremo di tutto perché non si perda altro tempo. Crediamo che, dal complesso della Villa, la città possa ricevere la spinta giusta per il rilancio economico che serve”.

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