Salute

Sciopero sanità privata: su Monza e Lecco 2500 lavoratrici attendono il rinnovo del contratto

Franca Bodega: "E' fondamentale che gli operatori del privato possano godere degli stessi salari del pubblico. Stessa mansione, stessa dignità contrattuale".

Cisl sciopero sanità privata (1)

Nuovo sciopero nazionale della sanità privata: nella mattinata di mercoledì 16 settembre 2020, Cgil, Cisl e Uil sono scese nuovamente in piazza, in provincia di Monza e Lecco con presidi davanti alla sede di Confindustria e della Nostra Famiglia di Bosisio Parini, per il rinnovo di un contratto atteso ormai da 14 anni. Il dietrofront, ovvero la mancata sottoscrizione in via definitiva delle due controparti datoriali, l’Associazione Italiana Ospedalità Privata e l’Associazione Religiosa Istituti Sociosanitari, è stata del tutto inaspettata.

Uno sciopero che in tutta la Lombardia ha registrato una media di adesione di oltre il 70%, con punte che hanno superato il 90%, al netto dei servizi minimi essenziali da garantire.

“Nella storia del sindacalismo italiano – sottolinea Franca Bodega, segretaria Funzione Pubblica Cisl Monza Brianza Lecco – non è mai successo che una preintesa non venga poi sottoscritta dagli organi statutari”. Al momento dunque, la svolta positiva nel contratto nazionale della sanità privata resta ancora un miraggio

“La nostra sarà una presa di posizione dura a sostegno dei dipendenti del settore”, ha dichiarato Scaccabarozzi, neo segretario della Cisl Monza Brianza Lecco.

“E’ fondamentale che gli operatori del privato possano godere degli stessi salari del pubblico. Stessa mansione, stessa dignità contrattuale“, ha aggiunto Franca Bodega. “Nelle province di Monza e Lecco la vertenza interessa circa 2500 lavoratrici: qui operano realtà importanti come La Nostra Famiglia, Villa Beretta, Clinica Zucchi, Casa di Cura Manzoni, la Casa Beato Luigi Talamoni. Non va inoltre dimenticato come anche questo settore sia sempre stato in prima linea nella lotta al covid-19″.

“La mobilitazione Cisl non si fermerà”

“Non più eroi in corsia, ma lavoratrici e lavoratori che hanno diritto al contratto. Smascherata la retorica rimangono i fatti nella loro crudezza”, sostiene Scaccabarozzi. “La realtà è l’inaccettabile passo indietro di Aiop e Aris di fronte alla sottoscrizione definitiva del nuovo contratto nazionale, dopo la pre-intesa dello scorso giugno”.

“Un rinnovo contrattuale che centomila lavoratori aspettano da troppi anni”. A fronte dell’inaffidabilità finora impensabile dimostrata dalle parti datoriali, il 16 settembre c’è stato lo sciopero, ma la mobilitazione della Cisl e di tutto il sindacato confederale, con iniziative continue e differenziate, non si fermerà fino alla sottoscrizione di un rinnovo di contratto che è atteso ormai da quasi tre lustri”, conclude Scaccabarozzi.

“Una brutta pagina nella storia delle relazioni industriali”

“Le lavoratrici e i lavoratori sono arrabbiati per la mancanza di rispetto e riconoscimento del loro impegno e della loro professionalità”, dichiarano Manuela Vanoli, Mauro Ongaro e Daniele Ballabio, segretari generali di Fp Cgil – Cisl Fp – Uil Fpl Lombardia. “Ma sono anche determinati e con una grande dignità. Andremo avanti a lottare con loro per un rinnovo contrattuale, economico e normativo, che è già stato concordato con le controparti datoriali ed è già stato approvato dalle lavoratrici e dai lavoratori nelle assemblee. La situazione è paradossale. Questa vertenza contrattuale è una brutta pagina nella storia delle relazioni industriali del nostro paese. Chiediamo ad Aiop e Aris assunzione di responsabilità e attenzione verso lavoratrici e lavoratori che continuano a contribuire al diritto alla salute di cittadine e cittadini del nostro Paese”.

“Il contratto va applicato nella sua interezza”

 

“Lo sciopero di mercoledì è stata la risposta al vergognoso cambio di passo delle controparti datoriali Aris e Aiop che dopo 14 anni di blocco contrattuale, 3 anni di dure trattative e la preintesa finalmente raggiunta il 10 giugno scorso, non hanno poi siglato definitivamente il Ccnl“, ha ribadito Franca Bodega.

“E questo nonostante la garanzia di risorse pubbliche per sostenerlo da parte del Ministero della Salute e della Conferenza delle Regioni, che si erano impegnati a riconoscere il 50% degli oneri legati al rinnovo del contratto a livello regionale. A questo punto non è ben chiaro cosa sia successo”.

“In ogni caso è di fondamentale importanza superare il gap salariale presente tra i dipendenti della sanità pubblica e quelli della sanità privata. Negli ultimi 10 anni la sanità privata è cresciuta in maniera importante e ha acquisito un ruolo di sussidiarietà e complementarietà della sanità pubblica”, spiega Franca Bodega.

“E’ doveroso che il contratto venga subito rinnovato nella sua interezza alle lavoratrici e ai lavoratori che decisamente non meritano questo misconoscimento alla loro professionalità, al loro rispetto e al loro impegno, notevole anche nel periodo della pandemia di Covid-19, durante la quale hanno collaborato con le colleghe e i colleghi della sanità pubblica per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Senza avere però stessi diritti e riconoscimenti economici”.

“Al di là degli arretrati riconosciuti, che sono stati esigui, col nuovo contratto si avrebbe l’adeguamento tabellare a quello della sanità pubblica, oltre a diverse importanti modifiche sul piano normativo, fermo al 2005. Sono infatti previsti strumenti normativi decisamente più adeguati all’evoluzione strutturale che ha avuto negli anni la nostra sanità”.

“Si tratta a tutti gli effetti di un buon contratto, per questo non bisogna mollare, non c’è più tempo per aspettare. Ora, in Lombardia, come in altre regioni italiane, Aiop ha dichiarato in maniera unilaterale che riconoscerà ugualmente un anticipo degli incrementi economici previsti dalla preintesa contrattuale siglata lo scorso giugno, ma non basta ripeto, bisogna portare a casa il contratto perché la parte normativa è importante tanto quanto quella economica. Naturalmente ben vengano queste anticipazioni, i lavoratori saranno senz’altro felici di avere un incremento economico, ma per le organizzazioni sindacali non è affatto sufficiente, noi puntiamo all’applicazione del contratto nazionale in tutta la sua interezza”.

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