Economia

Fallimento Mercatone Uno, confronto aperto tra Max Factory e i sindacati

Il marchio cinese dell'abbigliamento e prodotti per la casa vuole rilevare il punto vendita di Cesano Maderno. Si tratta sulla tutela occupazionale degli ex dipendenti della catena di distribuzione alimentare.

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Chiusa da tempo una porta, potrebbe aprirsene presto un’altra per i dipendenti del Mercatone Uno, catena di ipermercati per la grande distribuzione. Che, dopo l’improvvisa chiusura oltre un anno fa di 55 punti vendita in Italia, tra i quali quello di Cesano Maderno con i suoi 52 lavoratori, e l’inizio di un calvario pieno di incertezze a causa della crisi innescata dal fallimento della holding Shernon (leggi l’articolo), ora sembra avere l’opportunità di vedere scenari positivi.

Max Factory, catena di abbigliamento e prodotti per la casa di proprietà cinese, ha, infatti, formalizzato ai commissari straordinari una proposta di acquisizione di 4 punti vendita Mercatone Uno: Rubiera, Pavia, Gravellona Toce e, appunto, Cesano Maderno. La novità accende le speranze dei lavoratori brianzoli, alle prese da mesi con una cassa integrazione di poche centinaia di euro, perché calcolata su un part-time accettato quando la holding Shernon aveva rilevato la proprietà della catena per la grande distribuzione con promesse di rilancio mai mantenute.

Ma il futuro dei dipendenti del punto vendita di Cesano Maderno è al momento ancora pieno di dubbi e preoccupazioni. “Max Factory ha espresso l’intenzione di salvaguardare l’occupazione solo di 80 dei 140 dipendenti dei 4 punti vendita Mercatone Uno da acquisire – spiega Matteo Moretti, segretario generale della Filcams Cgil di Monza e Brianza – in merito a Cesano Maderno l’orientamento è di assumere, a 24 ore settimanali, 28 dei circa 43 ex dipendenti ormai rimasti della catena di ipermercati”.

“Tra l’altro Max Factory vorrebbe confermare solo il personale Mercatone Uno che è funzionale al suo ambito commerciale – continua Moretti – queste per noi sono richieste inaccettabili che escluderebbero a priori una buona parte dei dipendenti dell’ex punto vendita brianzolo”.

LA TRATTATIVA

Per cercare di dirimere l’intricata questione ed avviare il discorso sui binari di una tanto sospirata tranquillità occupazionale, è in corso un non facile dialogo tra Max Factory e le rappresentanze sindacali.

“Nei giorni scorsi abbiamo avuto un primo incontro in video-conferenza in cui abbiamo respinto la dichiarazione aziendale di voler discrezionalmente selezionare persone da ricollocare – afferma il segretario generale della Filcams Cgil di Monza e Brianza (terzo da destra nella foto in basso) – abbiamo chiesto un impegno sull’aumento della salvaguardia occupazionale e ribadito che tutti i lavoratori e le lavoratrici che sono in forza costituiscono la platea di riferimento nella quale applicare criteri equi ed oggettivi”.

Max Factory, per il momento, ha soprattutto ascoltato la posizione dei sindacati. E, fatte le proprie valutazioni, dovrebbe cominciare a dare una risposta il prima possibile. Probabilmente già oggi, mercoledì 23 settembre, quando è previsto un nuovo incontro tra le parti.

“Le professionalità dei dipendenti di Cesano Maderno sono varie, ma accomunate dalla gavetta che li ha visti lavorare per moltissimi anni come addetti vendita – continua – sarà necessario comprendere le modalità di organizzazione del lavoro e provare a valorizzare le competenze esistenti, facendo anche sinergia con gli altri punti vendita di Max Factory presenti sul nostro territorio”.

LE ISTITUZIONI

La discussione in atto è molto critica. E tra gli attori che probabilmente scenderanno in campo in un ruolo di primo piano ci sarà il Ministero per lo sviluppo economico. Soprattutto dopo che nel maggio scorso con il Decreto rilancio l’Amministrazione straordinaria di Mercatone Uno è stata prorogata di sei mesi fino al 23 novembre 2020. E, di conseguenza, anche gli ammortizzatori sociali.

Il Mille proroghe 2020, all’articolo 11, poi, ha stanziato fino a 4,3 milioni di euro per il 2019 e 10 milioni di euro per il 2020 per i lavoratori di imprese operanti nel settore della grande distribuzione a livello nazionale ammesse alla procedura di Amministrazione straordinaria. Questo ha comportato un ricalcolo dell’importo della cassa integrazione straordinaria, a decorrere dal 24 maggio 2019, anche per gli ex dipendenti Mercatone Uno.

“I soldi che dovrebbero coprire la differenza tra l’importo della cassa integrazione straordinaria calcolata attualmente sull’orario part-time e quello riferito al tempo pieno non sono ancora arrivati, ma negli ultimi giorni l’Inps ha dato istruzioni ai tre commissari dell’Amministrazione straordinaria su come fare i conteggi per il ricalcolo” annuncia Moretti.

“Chiediamo alle istituzioni il massimo livello di attenzione su questa vertenza che coinvolge 1700 lavoratori, che necessitano di una soluzione complessiva di tutela occupazionale con la prosecuzione del percorso di ammortizzatori sociali – continua – per questo auspichiamo fortemente che il Governo nella Legge di Stabilità rifinanzi fino alla fine del 2021 la cassa integrazione per cessazione di attività”.

 

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