Salute

Il Cab polidiagnostico vola verso l’innovazione con la realtà virtuale in campo medico

Il Cab polidiagnostico vola verso il futuro: abbraccia la realtà virtuale per fare della psicologia un'esperienza più immersiva

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Aperto all’innovazione e alle esigenze del territorio. Il Cab Polidiagnostico dà alla medicina un nuovo sapore: quello della realtà virtuale.

E quando presso la sede di Monticello, lo scorso venerdì 18 settembre c’è stato il primo open day dedicato e visto il grande successo registrato, già si paventa una seconda data. Presumibilmente entro i primi giorni di ottobre.

Medicina e realtà virtuale: il Cab polidiagnostico ha presentato al suo pubblico un’intera giornata, dalle 9 alle 20, all’insegna dell’innovazione. “Abbiamo avuto un parterre di partecipanti davvero eterogeneo – ha testimoniato la dottoressa Roberta Sala, responsabile del progetto all’interno del circuito Cab -, ed è anche per questo motivo che abbiamo pensato di replicare l’iniziativa”.

 

DI COSA SI TRATTA?

Occorre fare un piccolo passo indietro. La realtà virtuale ha rappresentato una grande promessa dell’informatica durante gli anni ’90. Si credeva sarebbe diventata il mezzo dominante. In vari ambiti, compreso quello medico. Errore di valutazione o forse, più semplicemente, i tempi non erano abbastanza maturi. La formula, oggi, si ripropone. Con una maggior propulsione questa volta. Il grazie va anche, forse soprattutto, alle console di nuova generazione. Queste hanno infatti spinto il gaming verso una nuova frontiera: quella della realtà virtuale e quindi verso un’esperienza più immersiva e coinvolgente.

Il passo è stato breve: con circa 64,8 milioni di dispositivi di realtà virtuale venduti nel mondo durante il 2020, la medicina ha guardato al futuro facendosi parte attiva, soprattutto nell’ambito della psicologia.

Riabilitazione motoria e cognitiva, terapia dei disturbi psichici e apprendimento in un contesto di simulazione, sono infatti i principale ambiti in cui questa nuova fenomenologia medica si sta muovendo. “Si tratta di uno strumento molto potente – spiega la dottoressa Sala -, soprattuto perché capace di far emergere maggiormente le sensazioni e le emozioni dei pazienti. Ovviamente – specifica Sala – non soppianta la terapia classica, ma si coadiuva ad essa diventando uno strumento in più. Basti pensare a quando, per scopi terapeutici, è necessario rievocare un luogo: ecco che la sua ricostruzione virtuale acquisisce aspetti terapeutici davvero unici e di grande impatto esperienziale“.

Quello della realtà virtuale è un metodo assodato le cui casistiche positive giungono fin dall’Università di Standford. Rimanendo in territorio nazionale, la bonarietà del progetto è testimoniata anche dall’IRCCS Auxologico Italiano.

Grazie all’impegno messo in camp dalla dottoressa Roberta Sala e allo sguardo lungimirante del Cab polidiagnostico, la realtà virtuale applicata alla medicina esce dagli schermi. In Brianza diventa una prassi unica nel suo campo. Soprattutto rappresenta pratica riconosciuta dall’Ordine degli psicologi. “L’iniziativa che ho proposto al Cab a fine 2019 – spiega Roberta Sala – è stata fin da subito ben accolta. Purtroppo ci siamo dovuto fermare a causa dell’emergenza sanitaria, ma visti i primi successi ottenuti, ci diciamo fiduciosi verso il futuro. Le applicazioni effettuate finora hanno portato a ottimi risultati. Per questo – conclude la dottoressa Sala – in attesa di rendere l’esperienza non solo visiva, ma anche interattiva, siamo convinti che l’utilizzo della realtà virtuale diventerà una metodologia terapeutica sempre più preponderante“.

*redazionale

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