Politica

Seveso, è polemica sull’illuminazione pubblica: sindaco contro ex

L'opera di efficientamento energetico messa in atto dall'ex sindaco è stata giudicata non conforme alle norme sulla concorrenza: le accuse della Lega e la difesa del Pd.

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Qualche giorno fa la sezione sevesina della Lega Nord di Seveso si è lanciata in un duro attacco contro l’ex sindaco Paolo Butti (Pd). Nel corso del suo mandato, infatti, l’ex primo cittadino aveva provveduto alla riqualificazione dell’illuminazione pubblica, un intervento atteso ormai da anni, affidandosi al gestore Enel Sole, che già deteneva la proprietà dei pali della luce cittadini, senza pubblicare un bando. Ora una sentenza del Consiglio di Stato, su ricorso dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, ha ottenuto l’annullamento di quei provvedimenti, per violazione delle norme della concorrenza. «Toccherà al sindaco Luca Allievi risolvere l’ennesimo disastro amministrativo lasciato in eredità da Paolo Butti e tutelare gli interessi della nostra comunità – avevano commentato i leghisti via Facebook -. Nelle motivazioni della sentenza – aggiungono – ci sono parole durissime riferite al comportamento del comune di Seveso guidato da Butti, come “l’intento di aggirare le norme sulla concorrenza è reso evidente dalla complessiva valutazione della condotta dell’ente” e “la previsione di acquistare la proprietà degli impianti di Enel Sole solo a valle dei lavori di ammodernamento e non preventivamente, costituisce un chiaro escamotage per eludere l’applicazione delle regole sulla gara pubblica“».

«La sentenza risponde, in modo superficiale, ad un vulnus amministrativo che da anni è frutto di diverse interpretazioni da parte di uffici legali e segretari di tanti comuni italiani – ribatte Butti -. Al tempo della nostra delibera, nel 2014, non c’erano state ancora le pronunce dell’Anac e del Consiglio di Stato intervenute nel 2017- 2018. Abbiamo deciso di intraprendere quella strada dopo aver sondato altri percorsi che da subito si erano rilevati inefficaci, tant’è che diversi comuni ancora oggi non ne sono usciti. Eravamo consci della mancanza di chiarezza normativa – sottolinea – ma l’intento è stato di efficientare e quindi di far risparmiare denaro al comune (e ai cittadini) in tempi ragionevoli. L’alternativa sarebbe stata restare fermi per anni». Butti rivendica di aver smosso Seveso dall’immobilismo, rendendolo uno tra i primi comuni ad efficientare a led, e facendo risparmiare denaro alla collettività: «Il Tar non ha dato la sospensiva a suo tempo e quindi non procedere avrebbe potuto portare ad un rischio di danno erariale per l’Ente, e il Consiglio di Stato ha compensato le spese riconoscendo la complessità della materia disputata. Nel frattempo, in questi anni, centinaia di comuni hanno fatto come noi. Ora si potrebbe anche ricorrere in Cassazione ma questa amministrazione penserà solo a sparare fango contro di noi, che in sostanza abbiamo attuato un progetto che ha portato un efficientamento energetico e quindi un vantaggio ambientale. Il Sindaco afferma che dovrà provvedere alla sistemazione. Ma non sembra ci sia nulla da fare se non prenderne atto. Non ci sono terzi soggetti che per tale procedura abbiano rimesso e fanno causa. In buona sostanza, di fronte ad una situazione ancora oggi complessa e disputata, l ‘efficientamento energetico a Seveso è stato parzialmente colmato. E questi sono fatti».

Lo sostiene anche il segretario del Pd locale, Gigi Malerba, che ha chiesto all’amministrazione di rendere noti i dati relativi all’efficientamento dell’impianto di illuminazione pubblica: «La trasparenza – ha dichiarato – è la base di ogni sana comunicazione pubblica e base di un sano confronto. Ed i numeri sono necessari per capire molto di più di mille parole».  Se il Pd sevesino si augura che anche la nuova amministrazione voglia proseguire sulla strada delle energie sostenibili, la Lega, dal canto suo, non accetta mediazioni: «Ci saremmo aspettati una autocritica rispetto a come l’ex amministrazione ha gestito la vicenda. Avremmo voluto leggere una analisi sulle motivazioni addotte dai giudici e qualche considerazione sugli effetti concreti della sentenza. Ci saremmo aspettati una analisi sul conflitto tra organi dello Stato generato dal comportamento irresponsabile dell’ex sindaco Paolo Butti e dalla sua maggioranza che, in consiglio comunale, ha deciso di non conformarsi a una richiesta pervenuta dall’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato. Nulla di tutto ciò. Il Segretario del Pd Seveso glissa la questione. La sentenza del Consiglio di Stato consegna alla nuova amministrazione un’altra pesante eredità da gestire. Oltre al disastro amministrativo, vi è anche un danno reputazionale per la nostra comunità che non merita di essere identificata con le parole e le frasi usate nella sentenza per descrivere il comportamento dell’ex amministrazione».

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