Politica

Intervista al sindaco di Monza, Dario Allevi: “Credo nei monzesi e nella loro grande forza di volontà”

In prima linea durante l'emergenza Covid, il sindaco di Monza Dario Allevi ha raccontato alla nostra redazione le fasi più delicate vissute durante la pandemia.

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In prima linea durante l’emergenza Covid, il sindaco di Monza Dario Allevi ha raccontato alla nostra redazione le fasi più delicate vissute durante la pandemia. Sangue freddo, pur sempre con qualche timore e la massima prudenza, oggi il primo cittadino è pronto alla ripartenza perchè, come lui stesso ha affermato, “Crede nei monzesi e nella loro grande forza di volontà“.

Riaperture, Ospedale San Gerardo, Villa Reale, Metropolitana e Gran Premio: questi sono tra i punti più salienti trattati in questa intervista esclusiva.

Sindaco, dal 4 luglio ha deciso di non dare più l’aggiornamento sui nuovi contagi in quanto ormai tutti debolmente positivi. Di fatto ha decretato con questa sua scelta la fine dell’emergenza a Monza. Qual è stato da febbraio ad oggi il momento più difficile per lei? 

Dopo oltre 120 giorni di aggiornamenti quotidiani ho deciso di non trasmettere più i dati quando ormai i nuovi contagi potevano contarsi sulle dita di una mano. E’ stata una scelta dettata anche dall’esigenza di rasserenare i miei concittadini così da poter pianificare la ripartenza. Da un mese a questa parte il numero dei nuovi positivi è prossimo alla zero. Sono pochissimi ogni settimana e, fortunatamente, tutti senza sintomi o debolmente positivi. I dati confortanti giungono anche dall’ospedale San Gerardo che, da 600 ricoverati per Coronavirus, oggi conta 7 pazienti e la terapia intensiva è finalmente Covid Free. Il momento più duro è stato certamente quello del picco massimo, quando il nostro nosocomio era prossimo al collasso. Fortunatamente la curva dei contagi ha iniziato la sua discesa prima che si verificasse il peggio. 

Il San Gerardo ha confermato in un momento drammatico l’eccellenza che è, accogliendo pazienti da tutte le province lombarde. Sono stato fiero nel poter consegnare loro la massima onorificenza cittadina, la Corona Ferrea. Tutto il personale, nessuno escluso, si è messo a completa disposizione. 

Da una recente indagine risulta che il suo indice di gradimento è salito. Come è sua consuetudine non si è risparmiato per la sua città anche durante questa emergenza. Se tornasse indietro cosa farebbe diversamente e cosa non farebbe affatto? 

Sono stati 4 mesi che non dimenticheremo mai. E’ stata una grossa responsabilità che non mi ha certo fatto dormire sogni tranquilli. Abbiamo lavorato 24 ore al giorno per gestire il tutto e dare risposte concrete ai monzesi. Ad oggi non c’è qualcosa che non rifarei: le decisioni prese, come chiudere il Parco una settimana prima del DPCM, sono figlie di un grande lavoro di squadra. Il parere dei tecnici mi ha permesso di prendere, con lucidità, anche decisioni “scomode”.

La prudenza deve, ancora oggi, essere la parola d’ordine: il virus non è scomparso e purtroppo non lo conosciamo ancora bene. Rifarei tutto proprio perchè siamo riusciti tutti insieme a limitarne la diffusione.

Ora bisogna guardare al presente, e soprattutto al futuro, cosa ha in mente per rilanciare l’economia e la vita culturale di Monza? Il Gp a porte chiuse in che misura nuocerà alla città?

Monza, come il resto d’Italia, ha risentito sotto il profilo economico a causa di questa emergenza. Siamo riusciti a compiere un miracolo stanziando per il post Covid 4 milioni e mezzo di risorse con mezzi nostri in buona parte. Siamo stati capaci di mantenere i conti in ordine nonostante le minori entrate. Ora 1 milione e mezzo sarà messo sul piatto da destinare alle famiglie e alle attività produttive. Sono aiuti concreti e immediati.

La decisione di disputare il Gran Premio a porte chiuse non ci ha sorpresi: purtroppo il virus è stato in grado di sospendere il gioco del calcio, i più importanti tornei di tennis. Era inevitabile che lo tsunami investisse anche il mondo dei motori. Anzi, non era scontata la presenza della Formula 1 nella nostra città. E’ chiaro che, con questa veste, l’importante indotto che la manifestazione porta con sé verrà a mancare.

Purtroppo l’epidemia ha scombinato i nostri programmi: dal Salone dell’Auto, per il quale avevamo pensato una manifestazione in grande stile, agli eventi culturali e artistici in programma per ogni fine settimana. Ma guardiamo al futuro con coraggio. Solo così possiamo pensare a una giusta ripartenza.

Tra i nodi che più interessano c’è quello legato alla riapertura della Villa Reale e lo stato di avanzamento della metropolitana. Ci sono novità? 

Sul piano delle infrastrutture speriamo in una semplificazione dei processi burocratici, soprattutto nelle gare d’appalto. Il prolungamento della metro è stato inserito tra le priorità del prossimo anno e questo potrebbe accelerare finalmente il percorso. Sono fiducioso nel nostro territorio, ho sempre sentito il calore e l’affetto dei cittadini. Sono fiero di amministrare questa comunità e anche in questo frangente emergerà il nostro grande spirito laborioso.

Per quanto riguarda la Villa Reale, invece, è inutile negare il difficile momento. La Reggia, al pari del nostro Autodromo, è un attrattore turistico di immenso valore. Il matrimonio tra pubblico e privato sta attraversando qualche crisi. Come andrà a finire? Lo scopriremo in un futuro molto prossimo (a settembre dovrebbe essere confermato il nuovo direttore del Consorzio, ndr). Nel caso in cui si verificasse una separazione faremo in modo che questa sia la meno dolorosa possibile.

 

 

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