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Arcore, il San Giuseppe chiude. Il Cda non riesce nell’impresa del salvataggio

Arriva l'epilogo per la vicenda dell'asilo san Giuseppe: il tentativo di accordo con una fondazione padovana è saltato. Ecco tutti dettagli.

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Fumata nera. Dopo mesi di verifiche sulla situazione finanziaria della Fondazione che amministra l’asilo San Giuseppe di Arcore, la trattativa con una Fondazione padovana è saltata e non solo l’asilo non aprirà a settembre, ma la Fondazione, l’immobile saranno messi in liquidazione.

Un triste epilogo per un ente storico della città, nato da un atto di generosità (frutto di una donazione), che aveva sede in via Tommaselli 1 dal 1952. La Fondazione non aveva scopo di lucro e sosteneva le attività didattiche, in particolare quella di un Asilo Nido, di una Sezione Primavera e di una Scuola dell’Infanzia. 

Il cda e in particolare il presidente, il noto commercialista arcorese, Ferruccio Magni, hanno messo anima e corpo per evitare questo finale, ma si legge nel comunicato diramato proprio oggi, 10 giugno, dal professionista, “dopo diverse formulazioni di ipotesi e la nostra assoluta buona fede di voler trovare una soluzione, fino a pochi giorni fa apparentemente condivisa con tale ente, l’ente esterno ha manifestato perplessità circa la destinazione dell’immobile.” E l’accordo è saltato, anche probabilmente perchè il nuovo ente avrebbe dovuto mantenere almeno in parte le finalità di solidarietà sociale previste, pagare i debiti e ristrutturare l’immobile.

“E’ stata nostra immediata cura procurare la scorsa settimana un approfondimento telefonico tra il responsabile di questo ente esterno e il Sindaco di Arcore, in presenza del Segretario Comunale, il responsabile finanziario, i due assessori competenti, con il quale sono state verificate e date le necessarie risposte a tale ente. – spiega Magni che aggiunge – Ormai sembrava cosa fatta, eravamo pronti ad offrire ogni garanzia richiesta, e invece negli ultimi giorni, ovvero verso fine luglio, il cambio di rotta. E senza tale collaborazione esterna, non è possibile proseguire nell’attività della Fondazione e assicurare il raggiungimento dello scopo istituzionale, rischiando di creare un ulteriore maggiore danno per l’utenza e i dipendenti.”
Il CdA, quindi, preso atto della mancata risposta della Fondazione veneta ha deliberato di interrompere le iscrizioni, considerata la pratica impossibilità, date le circostanze, di riprendere una regolare attività didattica e di asilo nido a settembre.

Si chiude così una vicenda che la città intera avrebbe voluto finisse diversamente, che aveva portato i genitori a protestare sotto le finestre del municipio in piena notte, non fosse solo per il fatto che per anni il comune ha finanziato la vita dell’ente per alleggerire le rette degli arcoresi, non fosse solo per il fatto che centinaia di arcoresi hanno fatto lì l’asilo o il nido.
“Con la vendita dell’immobile, con un valore stimabile tra i 2,5 e i 3 milioni di euro – conclude a malincuore Magni – saremo in grado di ripagare i debiti, circa 1 milione di euro, e l’avanzo andrà nelle casse del comune”.

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