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Via a BRIANZAReSTART, la risposta al Covid parte da un Patto per il rilancio

Il progetto, firmato da 85 soggetti tra enti, associazioni, ed istituzioni, prevede 16 impegni. Dal lavoro al welfare, dalla formazione alla sanità e alla sostenibilità. Pesanti i dati economici per il nostro territorio.

BrianzaReStart 3

Un’automobile efficiente e dalle grandi potenzialità che, ferma ad un semaforo rosso, ha visto spegnersi il proprio motore, ma ora, grazie alla tecnologia Start&stop, deve riattivarsi e ripartire. Questo è il nostro territorio, dal punto di vista sociale ed economico, in epoca Covid. Un dramma prima di tutto sanitario, ma anche una sorta di spartiacque nel presente e nel prossimo futuro.

La metafora è di Luca Santambrogio, Presidente della Provincia di Monza e Brianza, l’ente che si è fatto promotore, nei mesi del lockdown, del progetto BRIANZAReSTART. Il Patto per l’economia, il welfare, la formazione, il territorio e la mobilità, che è stato firmato oggi a Monza da 85 soggetti tra istituzioni, associazioni di categoria, ordini professionali, sindacati, rappresentanti del welfare, del terzo settore, della scuola e della formazione, ha 16 impegni da raggiungere. Ma un solo obiettivo fondamentale: lanciare un nuovo modello di sviluppo economico, produttivo, sociale ed educativo per il sistema Brianza.

“Il coinvolgimento di tutti gli altri soggetti è stato un passaggio sorprendente per la risposta che abbiamo ottenuto – afferma Santambrogio – Monza e la Brianza sono un territorio resiliente, ma è il momento, partendo dalla capacità di fare sistema, di dare sostegno alle imprese, includere tutte le categorie di lavoratori nel mercato del lavoro, agganciare la formazione e il welfare, lavorare sulla sostenibilità del territorio in termini di mobilità e infrastrutture, anche digitali”.

IL PATTO

BRIANZAReSTART è composto da tre capitoli profondamente legate tra di loro: “Economia, lavoro, formazione – Ripartire insieme”, “Welfare e sanità – Curare e prendersi cura”, “Territorio e mobilità-Nuovi paradigmi per un ambiente urbano di qualità”. Ognuno di essi prevede delle finalità, delle azioni e delle tempistiche in genere tra i 3 e i 6 mesi.

Dal collaborare per la continuità dei percorsi formativi e la spendibilità delle competenze nel mondo del lavoro al concordare la ripresa delle attività scolastiche con le comunità territoriali, dal coinvolgimento costante del terzo settore all’affrontare la povertà nelle sue molte declinazioni, dalla mobilità sostenibile all’infrastutturazione digitale del territorio, gli obiettivi sono molti ed ambiziosi. La condivisione, l’inclusione e la semplificazione delle procedure amministrative sono le linee guida che, secondo i promotori del progetto, possono aiutare le imprese e favorire l’occupazione.

La firma del Patto è stata al centro oggi, 22 luglio, di una lunga giornata di presentazione in cui il giornalista monzese Carlo Gaeta, colpito dal Covid e, a suo modo, simbolo di una possibile rinascita, ha condotto per conto della Provincia di Monza e Brianza una serie di interviste ai principali stakeholders del territorio. L’occasione è stata anche una delle prime in cui, negli ultimi mesi, si è potuto riunire di persona, con il dovuto rispetto delle norme anti-contagio, un parterre così variegato e qualificato (vedi qui).

Se l’avvio dei lavori, infatti, ha visto gli interventi del Prefetto Patrizia Palmisani, del VicePresidente di Regione Lombardia, Fabrizio Sala, del Sindaco di Monza Dario Allevi e del Presidente del Dipartimento Territorio di Anci Lombardia, Luca Veggian e del Vice Presidente della Camera di Commercio Milano, Monza Brianza e Lodi, Carlo Edoardo Valli, il prosieguo ha visto, tra gli altri, i contributi del presidente Brianzacque, Enrico Boerci, della segretaria generale della Cgil Monza e Brianza, Angela Mondellini, del segretario generale della Cisl Monza e Brianza, Mirco Scaccabarozzi, del vice presidente della Fondazione della Comunità di Monza e Brianza Onlus, Luigi Losa.

LA CRISI ECONOMICA

La presentazione del progetto BRIANZAReSTART non è stato solo un momento per dichiarazioni d’intenti, ma ha fornito anche numeri aggiornati sullo stato dell’economia nel nostro territorio. E sono dati, illustrati da Marcello Correra di Afol Monza e Brianza, molto preoccupanti.

Le previsioni attuali di riduzione del Pil locale per il 2020, ancora senza certezze su un’eventuale seconda ondata del Covid e sulla sua portata, sono in una forbice tra il -9,2% e il -13,1%. Con un tasso di dissoccupazione, al 7% nel 2019, che potrebbe salire tra il 2,9% e il 3,16%. Tutto questo significa, nella sua drammatica conseguenza sulla vita reale, tra le 10mila e le 13mila persone in più che perderanno il lavoro. Per il momento, solo a marzo e aprile, nel nostro territorio si sono avuti 4500 posti di lavoro in meno, soprattutto per colpa di contratti di lavoro a termine non prorogati o non trasformati in tempo indeterminato.

Tra i settori più colpiti è la manifattura, che a Monza e in Brianza nel primo trimestre del 2020 sta pagando anche il forte calo dell’export: -14,82% rispetto al 2018. E se l’aumentato ricorso al lavoro in somministrazione sembra essere, al momento, la strada preferita dalle imprese che stanno provando a ripartire, nei primi 5 mesi del 2020 l’aumento del 5,6% rispetto al 2019 di coloro che percepiscono il Reddito di Cittadinanza dimostra l’esistenza di un diffuso stato di disagio sociale.

“Le imprese sono parte determinante e costituiscono il motore per la ripartenza – afferma Andre Dell’Orto, Presidente della territoriale di Monza e Brianza di Assolombarda – servono politiche attive del lavoro, investimenti nelle infrastrutture per la mobilità di merci e persone, sburocratizzazione e semplificazione delle procedure amministrative e un sistema formativo che sia connesso con le richieste di competenze che hanno le nostre aziende”.

“Mettiamo al centro imprese, lavoratori e formazione – aggiunge Giovanni Barzaghi, Presidente di Apa Confartigianato Imprese Milano, Monza e Brianza – bisogna fare squadra mettendo in condivisione quelle competenze specifiche che ciascuno di noi ha maturato”.

INFRASTUTTURE E SEMPLIFICAZIONE

Il lockdown da Covid ha segnato il boom in Italia dello smart working e dell’uso della tecnologia. E’ stato così anche nel nostro territorio. Dove, però, non sempre le infrastrutture digitali si sono mostrare all’altezza di quello che potrebbe essere un cambiamento dei modelli organizzativi e degli spazi nel mondo del lavoro.

“La Brianza è una terra d’innovazione ed è basata su un sistema dinamico – afferma Santambrogio – il lockdown ha fatto emergere anche zone d’ombra e contraddizioni che rendono il potenziamento delle infrastrutture digitali una priorità”. Un’esigenza che sembra coinvolgere i cittadini, le imprese e gli enti pubblici. E si lega allo spinoso tema della semplificazione, sul versante amministrativo ed operativo.

“Il Decreto legge del Governo, anche se migliorabile, ha inciso sugli appalti con la sospensione su alcune norme e affidamenti diretti fino a 150mila euro – spiega il presidente della Provincia di Monza e Brianza – questo consentirà anche alle nostre imprese di lavorare, perché il sistema si tiene in piedi solo fino a quando c’è liquidità”.

“La semplificazione, poi, per noi Provincia, significa non solo un sostegno ai Comuni, come previsto dal Governo, ma anche un supporto nel coordinamento della modulistica, che potrebbe diventare unica a livello nazionale e dei provvedimenti amministrativi – continua – ecco, perché, ritengo importante portare il Patto BRIANZAReSTART nei Comuni e nelle aziende del territorio”.

SCUOLA E MOBILITA’

E’ uno dei temi più caldi da qui a settembre. La riapertura delle scuole, con le limitazioni e le esigenze legate al Covid, come potrà conciliarsi con le condizioni del trasporto pubblico locale? “E’ una sorta di rivoluzione da fare, abbiamo i dati sugli spostamenti degli studenti, ma il quadro generale non è ancora chiaro – sostiene Santambrogio – bisogna valutare quanto l’eventuale didattica a distanza, gli ingressi scaglionati degli studenti possano incidere sui mezzi di trasporto pubblico disponibili”.

La possibilità di inserire questo ambito in un discorso più ampio sulla sostenibilità, la riduzione delle emissioni nocive nell’atmosfera e il consolidamento di modelli organizzativi e di spostamento meno invasivi per l’ambiente, rende tutto ancora più complicato. Dal Covid, comunque, anche il mondo della scuola, uno dei sistemi tradizionalmente meno innovati nell’ultimo secolo, ha da imparare.

“E’ in atto una riflessione organizzativa e didattica in grado di non disperdere quanto le scuole hanno fatto in questo periodo – afferma Marco Bussetti, Dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Monza e della Brianza – bisogna valorizzare gli ambiti dell’autonomia scolastica e fornire spazi di coordinamento finalizzati a coinvolgere i diversi attori in un rinnovato patto di corresponsabilità educativa”.

UN PRIMO RISULTATO

Proprio nella direzione di un processo in cui la scuola diventi il centro delle relazioni tra territorio e società, con un modello di educazione diffusa, sembra andare il primo effetto concreto di BRIANZAReSTART. La Provincia di Monza e Brianza, infatti, ha siglato una convenzione con il Politecnico di Milano per elaborare uno studio per la progettazione, secondo nuovi criteri, di spazi della didattica all’Istituto Omnicomprensivo di Vimercate. L’obiettivo è valutare la creazione di ambienti plastici e flessibili, facilmente riconfigurabili in funzione delle attuali esigenze sanitarie e, a lungo termine, adattabili ai nuovi sistemi di insegnamento e apprendimento.

L’intervento consiste nella realizzazione di un fabbricato in pannelli in legno lamellare con tecnologia X-LAM, edificato su due livelli fuori terra per una complessiva superficie utile di pavimento di circa mq 1500 e concepito con soluzioni architettoniche ad elevato rendimento energetico.

La Provincia aveva già previsto, prima dell’emergenza sanitaria, la realizzazione di 12 aule più spazi polivalenti e ambienti ausiliari e di servizio, con un costo complessivo di 3 milioni e mezzo di euro, per consentire una più efficace ripartizione degli spazi disponibili tra i quattro Istituti presenti nel centro scolastico. Che ospita complessivamente oltre quattromila studenti e altre duemila persone tra personale docente e non.

“L’Omnicomprensivo di Vimercate può essere paragonato ad un Comune di piccole dimensioni e pertanto si presta a riflessioni diverse sulla fruibilità dei suoi spazi andando verso il modello della scuola aperta al territorio – spiega Santambrogio – questa collaborazione con il Politecnico è il primo atto concreto per mettere in pratica gli impegni descritti nel patto per rivedere il concetto di spazio pubblico anche alla luce delle normative sulla sicurezza sanitaria”.

 

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