Salute

San Gerardo, ambulatorio post Covid-19: “300 pazienti nei prossimi 3 mesi”

Apre al San Gerardo un ambulatorio innovativo, dedicato allo studio e alla gestione post Covid-19 dei pazienti. Il coordinatore, prof. Paolo Bonfanti: "Visiteremo 300 pazienti in 3 mesi".

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Apre al San Gerardo un ambulatorio innovativo, dedicato allo studio e alla gestione post Covid-19 dei pazienti. Coordinato dal prof. Paolo Bonfanti, Direttore dell’Unità Operativa di Malattie Infettive in collaborazione con diversi specialisti (infettivologi, pneumologi, cardiologi, geriatri, rianimatori e psicologi), attraverso un approccio multidisciplinare, si occuperà di verificare le condizioni dei pazienti e identificare le eventuali problematiche cliniche rimaste irrisolte o emerse alla dimissione.

Si tratta di un ambulatorio innovativo, per il momento unico sul territorio, che nasce tra le mura dell’ASST monzese, per rispondere a un bisogno di salute emergente nella popolazione colpita da questa patologia. Il San Gerardo, costantemente in prima linea nell’affrontare la pandemia di Coronavirus, ha gestito in totale 1700 pazienti, di cui 350 provenienti dalle altre province lombarde. Ora è tempo di occuparsi del post emergenza, per verificare quali siano gli “esiti” del Covid-19, non solo a carico dei polmoni, ma anche sul cuore, sul sistema nervoso, sui reni, senza tralasciare gli aspetti psicologici.

“Tutti si chiedono quali siano gli effetti della malattia anche a lungo termine, con questo ambulatorio desideriamo dare alla nostra comunità una risposta concreta e mi auguro rassicurante”, chiarisce il diretto generale dell’ospedale San Gerardo, Mario Alparone.

“Visiteremo 300 pazienti in 3 mesi”

L’ambulatorio aprirà il prossimo 3 giugno e sarà operativo due giorni a settimana: il mercoledì e il giovedì mattina. I pazienti, contattati direttamente dai medici dell’Unità operativa complessa di Malattie Infettive, verranno sottoposti a una serie di indagini diagnostiche che si svolgeranno nell’arco di un’intera mattinata. La settimana successiva saranno convocati nuovamente per discutere degli esiti e per illustrare un percorso di cura e assistenza, laddove si renda necessario”, spiega il Prof. Bonfanti.

“Il nuovo reparto post Covid-19 conta di prendere in carico per i prossimi 3 mesi, circa 300 pazienti. “Inizieremo ricontattando i più gravi. Non si tratta soltanto di coloro che sono passati dalla rianimazione, ci sono anche pazienti che hanno avuto un’assistenza respiratoria intensiva senza intubazione, e coloro che hanno avuto complicanze tromboemboliche”, aggiunge il professore. “Poco alla volta, comunque, intendiamo rivedere tutti i pazienti Covid-19 che abbiamo avuto in cura”.

“I dati che verranno raccolti saranno inseriti nel database Storm, nel quale sono contenuti i dati clinici, diagnostici, terapeutici e dei campioni biologici di tutti i pazienti Covid-19 curati al San Gerardo. Il progetto nasce dalla sinergia con l’Università di Milano-Bicocca (Unimib). Una metodologia di studio che ha ricevuto l’autorizzazione dal comitato etico dell’Istituto Spallanzani di Roma, il comitato unico nazionale per la sperimentazione sul virus”, aggiunge il direttore Alparone.

Al San Gerardo accolti 1700 pazienti Covid-19

“Sono numeri impressionanti quelli gestiti dalla nostra azienda nel corso di questa emergenza sanitaria epocale. Ho creato da subito un’unita di crisi, per poter affrontare al massimo delle nostre potenzialità una situazione che nei momenti di picco ha visto ricoverati 600 (470 a Monza, 130 a Desio) pazienti tutti insieme, andando a occupare l’80% dei posti letto a nostra disposizione”, ribadisce il direttore Alparone.

“Non abbiamo lasciato fuori nessuno, abbiamo accolto anche 340 persone provenienti da fuori provincia, che non avevano trovato accoglienza né a Bergamo, né a Brescia e neanche a Milano. In totale abbiamo gestito 1700 pazienti, con oltre 100 posti in terapia intensiva, 40 dei quali creati in sole due settimane, nella palazzina A”.

San Gerardo: ripartenza in sicurezza

Adesso è anche il tempo di ripartire con tutte le altre attività dell’ospedale, dalla diagnostica agli interventi chirurgici. “Per mantenere alto lo standard di sicurezza che ha dimostrato il nostro ospedale (su 4mila test sierologici effettuati ai dipendenti, soltanto un 5% è risultato positivo, il valore più basso della lombardia, che ha una media dell’11%), abbiamo deciso di organizzare ogni ingresso in ospedale su appuntamento, per le analisi del sangue e i tamponi Covid-19 è già attivo il servizio “ZeroCoda”. Inoltre a breve saranno introdotti dei tornelli che misureranno la temperatura corporea in maniera più affidabile. Per il personale ospedaliero è previsto anche il riconoscimento facciale: in caso di febbre, il lavoratore dovrà ritornare al proprio domicilio”. spiega Alparone.

Prosegue infine il percorso, già tratteggiato prima dello scoppio della pandemia, per trasformare l’ASST di Monza in un Irccs.

Foto di repertorio MBNews

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