Cultura

L’insegnamento del monzese don Luigi Talamoni

Sul finire del diciannovesimo secolo, don Luigi Talamoni è un sacerdote e insegnante molto stimato dai monzesi, che verranno contraccambiati con una dedizione fuori dal comune.

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Milano anno 1875. Don Luigi Talamoni è un giovane sacerdote e insegnante molto stimato dai suoi studenti. Non era facile farsi ben volere e al contempo riuscire a trasmettere in modo così chiaro i propri insegnamenti.

Lo sapeva bene un ragazzo di nome Achille, che per don Luigi stravedeva. Amava partecipare alle sue lezioni per conoscere la storia in maniera un po’ diversa: analizzando i grandi eventi focalizzandosi sulle persone, e non necessariamente su quei nomi che ricorrono nei libri, no, era più importante valorizzare la gente comune. La storia è fatta dagli individui: dal nobile al servo, dal cardinale al monaco. Tutti questi soggetti si muovevano in maniera diversa di fronte ai vari accadimenti del passato, ed era interessante vedere come.

La stessa attenzione poi, don Luigi, la riponeva nella vita quotidiana. Sua era l’idea che la vita all’interno della comunità pastorale fosse certo fondamentale, ma ancor più importante era andare tra la gente e dedicarsi in prima persona alla causa civile. Achille imparò molto nell’anno in cui frequentò il Liceo San Carlo di Milano, grazie soprattutto alle lezioni di don Luigi. Avevano in comune l’origine brianzola: don Luigi Talamoni era di Monza, mentre Achille di Desio, e forse questo favorì la sinergia tra i due nonostante i nove anni di differenza.

Collaborarono solo per un anno, dopodiché intrapresero strade nettamente diverse. Don Luigi Talamoni tornò a Monza dove si dedicò alla vita civile, mantenendo l’abito talare ed entrando addirittura in Consiglio Comunale, e vi rimase fino al 1923 quando l’organo cittadino fu sciolto. Mentre Achille venne nominato sacerdote quattro anni dopo e girò l’Italia in lungo e in largo ottenendo importanti cariche ecclesiastiche.

Don Luigi, per il bene che fece verso la comunità, per aver contribuito a fondare l’ordine religioso della suore Sacramentine (che si occupavano di assistere gli infermi), perché rivoluzionò il concetto di sacerdote portandolo ancor di più verso la gente, venne beatificato il 21 marzo del 2004.

Achille non si dimenticò mai di lui, e qualche anno dopo essere stato un suo devoto allievo, di lui ebbe a dire:  “Per santità di vita, luce di scienza, grandezza di cuore, perizia di magistero, ardore di apostolato, per civiche benemerenze, onore di Monza, gemma del clero diocesano, guida e padre di anime senza numero”.

Parole molto importanti, pronunciate da una persona che contava davvero, perché Achille aveva fatto strada, portando nel cuore gli insegnamenti del suo caro don Luigi. Quel ragazzo che fu Achille Ratti, passò alla storia con il nome di papa Pio XI.

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