Salute

Dipendenze durante l’epidemia: l’impegno dei servizi dell’ASST

Le misure restrittive hanno avuto un forte impatto anche sulle persone che abusano di alcol o di droghe illegali.

Maurizio-Bramani-collaboratori-asst-vimercate

Tra i servizi che non hanno mai chiuso i battenti ci sono quelli per le dipendenze: nell’ASST di Vimercate, il SerT di Carate, afferente all’Unità Operativa Tossicodipendenze, direttore Maurizio Bramani; i Nuclei di Alcologia di Vimercate e Seregno, conferiti all’Unità Operativa Alcologia e Nuove Dipendenze, Direttore Biagio Tinghino.

La regione Lombardia li ha considerati “essenziali”, e a ragione, perché l’epidemia di Covid 19 si è abbattuta, con particolare violenza, proprio sulle categorie più fragili di cittadini. Tra questi le persone che abusano di alcol o di droghe illegali, ovviamente.

Vale la pena ricordare qualche dato, in proposito. I pazienti seguiti dal 22 febbraio ad oggi sono stati, complessivamente, 731 presso il servizio di Alcologia e Nuove Dipendenze; 616 invece quelli presi in carico del SerT di Carate.

Le misure restrittive hanno avuto un forte impatto anche su questo tipo di utenza. “Molti – spiega Biagio Tinghino – si sono ritrovati da soli, o confinati in casa, a contatto con situazioni familiari o sociali già compromesse. Altri hanno dovuto affrontare la solitudine e la privazione dalle sostanze. Ma la maggior parte di loro non ha dovuto rinunciare al supporto degli operatori e ai trattamenti farmacologici offerti da servizi per le dipendenze”.

Stiamo parlando di cittadini per i quali il contatto col Sistema Sanitario passa, quasi esclusivamente, dal rapporto con gli operatori dei servizi che li seguono nella cronicità, e che è stato il punto di riferimento anche in questa crisi.

“Da parte loro – continua Tinghino – i servizi per le dipendenze hanno rimodulato la loro offerta, sia per garantire protezione ai pazienti, sia per ridurre al minimo i rischi per gli operatori. Sono stati riformulati i percorsi, le modalità di accesso, i tipo di contatto, che in molti casi è stato possibile mantenere con un approccio a distanza (colloqui telefonici, in videochiamata etc.)”.

“I pazienti – aggiunge Bramani – hanno così avuto al fianco professionisti che non hanno smesso di seguirli, affiancarli, sostenerli nella gestione delle lunghe giornate dell’epidemia”.

Forte è stato il raccordo con tutti gli altri servizi del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze e robusto soprattutto l’impegno nei confronti dei giovani.

I ragazzi, in particolare i consumatori occasionali, compresi fra i 14 e i 24 anni, sono stati oggetto di speciali percorsi di monitoraggio, attraverso le due équipe operanti in questo settore, quelle dei progetti Ohana Wawe (al SerT Carate) e GTA (Nuclei Operativi Alcologici di Vimercate e Seregno).

“In questo modo – racconta Bramani – la crisi è diventata per molti una opportunità. Un momento per fermare la giostra vorticosa e perversa delle amicizie, per così dire sbagliate, dei contatti con gli ambienti dell’illegalità, una occasione per rendersi conto – con l’aiuto degli operatori – che ce la si può fare”.

Oggi, gradualmente, con l’avvio della cosiddetta seconda fase dell’emergenza, si sta riducendo gradualmente l’approccio a distanza e incrementando quello in presenza, pur salvaguardando tutte le condizioni per la sicurezza degli operatori e dei pazienti.

MBNews è anche su WhatsApp. Clicca qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato.