Politica

Area ex Scotti: addio alla ciminiera. Il Pd Monza: “Non ci stiamo!”

Secondo quanto riportato nella Modifica del Programma Integrato di Intervento, l'idea di salvare la ciminiera è al momento esclusa. "Da demolire - si legge - ma mantenuto e valorizzato il sedime del manufatto".

ex scotti progetto 3

Rischia di cambiare volto l’area dell’ex Feltrificio Scotti lungo il vialone Battisti a Monza, dicendo addio ad un pezzo di storia locale: una delle ultime ciminiere industriali di valenza storica della città. Questo almeno secondo la proposta di modifica al Programma Integrato di Intervento (PII) dell’area che la Giunta si accinge ad adottare: 5 palazzine, di cui 3 con altezze superiori ai 30 metri (10 piani) e altre ancora con altezze tra i 4 e i 6 piani.

“L’obiettivo della Variante, in sintonia con quello del PII vigente – si legge nel testo che illustra il progetto – è quello di operare una riqualificazione complessiva dell’area. Lo scopo è sviluppare un intervento caratterizzato da un’elevata qualità progettuale, significativamente orientato alla valorizzazione dell’area d’intervento approfondendo le relazioni spaziali dei nuovi volumi con il tessuto urbano circostante, al fine di definire un equilibrato rapporto tra costruito e spazi aperti sia privati che pubblici o di uso pubblico”.

Secondo quanto riportato nella Modifica del Programma Integrato di Intervento, l’idea di salvare la ciminiera è al momento esclusa. “Da demolire – si legge – ma mantenuto e valorizzato il sedime del manufatto”.

Il PD Monza contro la proposta: “La ricetta: palazzine e cemento”

La proposta progettuale è arrivata su tavolo dell’amministrazione comunale e dal 29 giugno al 28 luglio sarà possibile presentare osservazioni, idee a riguardo e proposte di cambiamento. I primi no convinti intanto sono già arrivati. Il Partito Democratico monzese tramite i suoi consiglieri comunali ha rilasciato un comunicato stampa accusando la giunta e in particolare l’Assessore competente, Martina Sassoli, di attuare solo “ricette a base di cemento e palazzine”.

«Un sostanziale raddoppio in verticale rispetto a quanto previsto dal PII approvato dall’Amministrazione Scanagatti – tuonano gli esponenti PD. – Il tutto, per di più, in un’area prospiciente il viale Cesare Battisti, il cui canocchiale prospettico in passato è già stato largamente frustrato dalle decisioni delle Giunte di Centrodestra. Eppure ricordiamo bene le parole dell’attuale Assessore Sassoli, quando nel 2015, dai banchi dell’opposizione, esprimeva preoccupazione su questo progetto di recupero, sia per lo skyline della Città sia per i parcheggi a servizio. Peccato che il PII approvato da noi prevedeva edifici molto meno alti (11-15 metri mediamente e uno soltanto di 18), un auditorium – ora relegato all’estremità più lontana del viale Battisti (ex Colombo) – e un parcheggio interrato, ora scomparso. E allora dove sono finite le preoccupazioni dell’Assessore Sassoli? Faremo il possibile perché queste modifiche non vengano mai approvate

Un dibattito che ritorna

Non è la prima volta che il dibattito si scalda quando al centro delle riflessioni c’è l’area ex Scotti. Un anno fa circa, era il maggio 2019, Legambiente e il coordinamento delle associazioni e dei comitati cittadini denunciavano la strategia urbanistica della giunta municipale, a loro avviso molto discutibile. Sul banco degli imputati erano finite in particolare quattro aree dove, secondo gli ambientalisti e i cittadini, più che a una rigenerazione urbana, “si stava assistendo a una vera e propria degenerazione urbana”. Tra queste c’era anche la già citata area ex Scotti.

Rigenerazione urbana e patrimonio dismesso: la call del Comune

Ma l’Assessore Sassoli rivendica i lavori fatti dall’amministrazione in questi anni sul tema della riqualificazione urbana e del recupero delle aree dismesse. Sul suo profilo Facebook ha rilanciato la call annunciata qualche giorno fa che mira a rafforzare la sinergia tra pubblico e privato.

«La nostra città – si legge – è stata capace di attirare l’interesse da parte di cittadini provenienti dal resto d’Italia e in particolare da Milano: nel 2019 i trasferimenti dal capoluogo lombardo sono più che raddoppiati. Una tendenza confermata anche durante l’emergenza sanitaria. Questo significa che il nostro disegno di città all’insegna della qualità della vita, dei servizi e dell’edilizia sostenibile funziona e l’ha resa ancora più attrattiva. E con le call to action per la rigenerazione urbana, puntiamo a creare la sinergia pubblico- privato indispensabile per recuperare le tante aree dismesse di Monza».

 

Nell’articolo: Confronto viste e fotoinserimenti – Stato di fatto e stato di progetto. 

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