Politica

A Varedo c’è tensione tra opposizione e maggioranza: questione Snia e passaggio a livello al centro del dibattito

Nuove polemiche sul futuro (incerto) di Varedo: l'opposizione accusa la maggioranza di non collaborare né di avere idee chiare su come rigenerare la Snia

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Ex area Snia e passaggio a Livello. A Varedo l’ormai annosa questione si fa portavoce di una nuova bagarre tra opposizione (M5S e Pd) e maggioranza, guidata dal sindaco Filippo Vergani (Lega). Oggetto del contendere, il futuro sviluppo urbano del comune. Aleatorio di per sé e troppo legato, secondo l’opposizione, alle inclinazioni d’umore della giunta Vergani.

L’INCIPIT:

La narrazione inizia da quando, il gruppo pentastellato guidato dal consigliere comunale Stefano Guagnetti,  chiede una commissione consiliare per fare il punto della situazione su tema traffico, sotto passo veicolare e questione rifiuti, quelli abbandonati presso l’aria Snia ormai da quasi 2 anni e di cui ancora poco si sa circa il loro smantellamento. La proposta del consigliere targato 5S riceve l’ok da parte di Fabrizio Figini (Fi), vice sindaco nonché assessore all’urbanistica e all’Ambiente. Ma da questo momento in poi nasce la querelle: “Ho come la netta sensazione – spiega Guagnetti -, che lo studio inerente al progetto di recupero dell’area Snia stia procedendo in modo unilaterale, ossia senza che finora sia stata data all’opposizione la possibilità di discutere le criticità legate al recupero dell’area”. Un’accusa fondata? Non è dato saperlo. Rimane il timore, per l’opposizione, di arrivare alla conclusione dei fatti con un progetto ultimato e per il quale non si potrà lavorare di concerto, secondo le esigenze di tutte le parti. Rea, in tal senso, la dichiarazione dell’assessore Figini: “Noi accogliamo le idee e i pareri, ma poi procediamo secondo le nostre idee. Abbiamo noi l’onere di decidere, come abbiamo sempre fatto”.

LA QUESTIONE:

Al netto delle “controversie” politiche, tutto è appeso ad un filo o meglio, allo sbroglio della situazione fallimentare dell’ex area industriale. La Snia. All’orizzonte uno spiraglio di speranza lo si intravede: la MG Sviluppo Srl si è aggiudicata, durante una nuova asta avvenuta intorno alla metà del 2019, il fallimento Nilstar, Casananda ed una porzione di Snia. Dopo un primo acconto e almeno un paio di proroghe, la paura che tutto andasse in fumo così come è successo con la Predium (Leggi l’articolo) era svanito. “A metà marzo – spiega Fabrizio Figini – si sarebbe dovuto firmare, ma a causa della chiusura dei tribunali per l’emergenza Covid, tutto è stato rimandato alla riapertura degli stessi, intorno alla metà di giugno. Questo è il motivo – sottolinea Figini – per il quale ci vado cauto e più di tanto non dico: in questi anni ne ho viste troppe di cose andare in fumo e fin quando non ho la firma, ritengo inopportuno sbilanciarmi in una direzione o nell’altra”.

A onor di cronaca l’assessore non ha tutti i torti, ma l’opposizione più di tanto non concorda. “Quello che ancora manca – spiega Stefano Zini (Pd) – è l’esistenza di un progetto valido sul quale discutere“. Un master plan, de facto, ancora non c’è e per quanto Figini possa aspettare l’avvenuto deposito delle firme in tribunale per iniziare a progettare un’idea di massima, Guagnetti, dalle file del M5S non risparmia nessun colpo: Io – tuona – continuo a ritenere inammissibile un atteggiamento del genere. Sulla questione del sottopasso è bene iniziare a discutere e a fare un progetto senza aspettare che siano terzi a farlo. Non bisogna assecondare le esigenze di un privato, ma quelle di un comune e dei suoi cittadini”. I timori di Guagnetti sono plurimi, a partire dalla situazione traffico che rischia di andare fuori controllo: “Senza un adeguato piano di sviluppo – spiega Guagnetti – il sottopasso veicolare risolverà un problema, quello del passaggio a livello che tiene in scacco matto il centro del paese (leggi l’articolo), creandone però uno nuovo”. Il capogruppo del M5S fa riferimento a via Madonnina, oggi una tranquilla zona residenziale, e al tanto amato viale Bagatti, meta di runner e ciclisti, che a questo punto rischierebbe di essere spaccato in due. “La nostra – chiosa Guagnetti – è una zona già tanto urbanizzata, non credo sia necessario togliere altre aree di verde. Per quanto visionaria – continua – io continuo a sostenere la possibilità di discutere in modo empirico l’interramento della ferrovia. A questo punto si risolverebbe ogni questione legata al traffico e alla diminuzione del verde, ma finora l’ipotesi non è mai stata sottoposta all’attenzione di qualche esperto”.

Sul tavolo, in ultima analisi, si aggiunge un’ultima preoccupazione. Quella che arriva dalla notizia che Ferrovienord vuole chiudere per sempre il passaggio a livello di Palazzolo entro 30 giorni. Un fatto, che se sarà confermato, causerà non pochi disagi ai cittadini. Basti pensare che l’ingresso della pista ciclabile è sbarrato dai binari della ferrovia. “Insieme al consigliere pentastellato di regione Lombardia Massimo De Rosa – conclude Guagnetti – cercherò di capire come, con certezza matematica, questa cosa potrà evitarsi anche a Varedo”. Se per ora, Trenord lo ha confermato, non c’è in previsione nulla del genere, il timore di Guagnetti è che, a sottopasso ultimato, ci potrà essere un’inversione di marcia, cosa che spaccherebbe in due il comune di Varedo, causando ingenti danni anche ai commercianti.

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