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Operazione “Mani in pasta”: in Brianza arrestato un 34enne per riciclaggio

Nell'ambito dell'operazione antimafia "Mani in Pasta", i militari di Monza hanno arrestato un cittadino italiano, classe '86, accusato di aver riciclato fondi dei clan palermitani dell'Acquasanta e dell'Arenella.

Guardia di Finanza

Duro colpo inflitto al clan di Cosa Nostra: eseguiti dalle Fiamme Gialle, a livello nazionale, 91 arresti e sequestri per circa 15 milioni di euro. L’operazione “Mani in pasta”, diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo, si è estesa anche sul territorio lombardo: i militari della Compagnia di Monza hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un cittadino italiano, classe ’86, accusato di aver riciclato fondi dei clan palermitani dell’Acquasanta e dell’Arenella.

Nel corso della perquisizione locale, le Fiamme Gialle monzesi hanno rinvenuto 37 grammi di sostanza stupefacente di tipo hashish, per questo il 34enne è stato deferito alla Procura locale della Repubblica.

Operazione “Mani in Pasta”

L’operazione, a livello nazionale, ha portato alla disarticolazione dei clan, tra cui la famiglia Fontana, imparentata con la famiglia Galatolo, storicamente egemoni nei quartieri palermitani dell’Acquasanta e dell’Arenella, facenti parte del mandamento mafioso di Resuttana.

Oltre 100 i soggetti a vario titolo indagati per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, reimpiego di capitali illeciti, esercizio abusivo di giochi e scommesse ed altri reati contro la persona e il patrimonio. Di questi, 91 sono stati destinatari di misure cautelare personali.

Denaro sporco reimpiegato in diversi settori

Determinanti i riscontri investigativi, da cui è emersa l’opprimente presenza del clan sul territorio, attuata mediante la perpetrazione dei più tradizionali delitti di matrice mafiosa, quali l’estorsione, il traffico di sostanze stupefacenti, l’illecita concorrenza con minaccia o violenza. È emerso, altresì, che gli ingenti proventi delle condotte criminali – in parte utilizzati per il mantenimento dei familiari dei detenuti – sono stati riciclati e/o reimpiegati in molteplici settori economici della Sicilia e della Lombardia: ippica, gaming (centri scommessa e slot machine), cooperative attive nel campo della cantieristica, compravendita di preziosi, società attive nella produzione e commercializzazione del caffè, commercio di materie prime alimentari (farina, frutta e verdura) e packaging alimentare.

Sequestro del patrimonio di 22 attività

Disposto il sequestro del patrimonio e del complesso aziendale di 22 attività economiche, tra cui centri scommesse, società attive nei settori della cantieristica navale, della produzione, commercializzazione e somministrazione di bevande e alimenti.

Disposto, inoltre, il sequestro preventivo di 13 cavalli da corsa, 8 immobili, vari mezzi di trasporto, nonché i saldi attivi di rapporti finanziari per un valore complessivo stimabile, allo stato, non inferiore ai 15 milioni di euro.

Per l’esecuzione dei numerosi provvedimenti la Guardia di Finanza ha complessivamente messo in campo circa 500 militari – tra cui baschi verdi e unità cinofile per la ricerca di armi ed esplosivi, sostanze stupefacenti e valuta– con il supporto di mezzi aerei.

Le operazioni sono ancora in corso in Sicilia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Campania.

Foto di repertorio MBNews

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