Ambiente

Meda, l’idea: far nascere un percorso vita e una ciclabile contro la minaccia di Pedemontana

Il percorso, che collegherebbe la porzione sevesina e quella medese del Bosco delle Querce, comprenderebbe anche una vasca di laminazione per contenere le piene del torrente Tarò.

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L’unione fa la forza: e competenze diverse, insieme, non potevano che dare vita a un progetto ambizioso. Venerdì 15 maggio il geologo Gianni Del Pero, Enrico Radice, artigiano del settore arredamento, e l’architetto Gian Luigi Vitali, hanno presentato via Zoom alla stampa un piano articolato che, a un costo contenuto (la stima è di circa 10.000 €) , permetterebbe di recuperare spazi verdi, rendendoli fruibili, e, allo stesso tempo, di creare delle vasche di laminazione anti-allagamento, più che mai attuali dopo le piogge intense di settimana scorsa. Il tutto nel nome della salvaguardia della memoria del territorio di Seveso e Meda, legata al disastro diossina ma anche alla rinascita del Bosco delle Querce, e, in anni più recenti, minacciata dal tracciato autostradale di Pedemontana.

L’idea nasce in un momento in cui, costretti a lungo a casa per ridurre il rischio da contagio di covid-19, stiamo riscoprendo l’importanza di poter fruire di spazi il più possibile naturalistici il più possibile vicini a noi, per poter trascorrere del tempo all’aperto in sicurezza. «A Meda nulla è stato fatto sul tema dei “percorsi (per la) vita” – spiega Radice -. Con un piccolo intervento possiamo recuperare alla fruizione collettiva il Bosco delle Querce collegandolo all’ambito delle Attività Sportive di Meda, con un percorso che, attraversando il torrente Tarò, ci porti nel cuore del parco, nei luoghi della memoria dell’incidente dell’Icmesa. Alla creazione del nuovo percorso vorremmo affiancare anche un’oasi naturalistica, un laghetto all’interno di un’area di laminazione delle piene del Tarò. I cittadini – aggiunge – ricordano l’annuncio dell’amministrazione comunale, il 6 marzo scorso, riguardante la volontà di aprire la porzione di Meda del Bosco delle Querce con “l’installazione di un parapetto in legno sul torrente Tarò”: noi vorremmo andare oltre». Si parla di “nuovo percorso”, ma in realtà, come sottolinea Radice, una parte di collegamento esiste già: si tratta del “sentiero Baden Powell” (come il fondatore del movimento scout, ndr), realizzato nel 2012 per iniziativa del gruppo scout Cngei di Cesano Maderno, e che da via Certosa collega già le porzioni sevesina e medese del Bosco delle Querce.

Si tratterebbe dunque di recuperare quel sentiero, oggi dimenticato, e migliorarlo: l’architetto Vitali ha in questo senso individuato 5 punti di ingresso e uscita, per favorire la fruizione del percorso che, in totale, si allungherebbe per 4 km (2 sul territorio di Seveso, 2 su quello di Meda, uniti proprio dal sentiero “Baden Powell”). In più, oltre alla definizione di un percorso ciclopedonale, dotato di segnaletica, e la realizzazione di un ponte sul Tarò, con la proposta dell’area di laminazione Del Pero, Radice e Vitali guardano all’attualità con una soluzione concreta all’emergenza allagamenti: «Meda contribuirebbe a contenere gli effetti delle inondazioni del nostro torrente, ignorato e trascurato da sempre fino a quando dobbiamo fare i conti con le piene – spiega Del Pero -. Un servizio ecosistemico offerto a tutti i comuni del Bacino del Seveso-Tarò con il recupero di un’area marginale, anche degradata, da realizzare nel vallone parallelo alle Ferrovie. L’area potrà ricevere anche le acque del drenaggio urbano e delle azioni di invarianza idraulica che la recente normativa pone a carico dei nuovi interventi edilizi. In una porzione dell’area di laminazione – aggiunge – potrà essere realizzata un’oasi naturalistica, incentrata su un laghetto con canneto e altre essenze vegetali per svolgere funzioni di fitodepurazione, che potrà anche essere attrezzata con spazi ricreativi e di sosta sulle sponde con adeguate misure di protezione».

«Questo percorso vita – aggiunge il geologo – consoliderebbe la presenza ambientale in un punto dove Pedemontana tenta ancora di scavare. Tra le opere di compensazione, totalmente casuali ma messe sul tavolo per ingolosire le amministrazioni, c’era infatti una pista ciclopedonale improponibile, che partiva e arrivava nel nulla, senza nessuna vera funzione di collegamento. Ora, prendendo atto che Pedemontana è in difficoltà, e non ha i soldi nemmeno per completare l’autostrada, noi vogliamo andare a occupare quegli spazi con un progetto che è davvero funzionale al collegamento e alla mobilità dolce del territorio».

Il percorso, riassume Vitali, si dovrebbe quindi snodare all’interno del Bosco delle Querce, con ingresso da via Certosa (Meda), superando il Tarò tramite una passerella pedonale, fino a circoscrivere il centro sportivo “Città di Meda” e proseguire verso l’oasi naturalistica: l’idea verrà proposta martedì 19 maggio al Comitato di Coordinamento del Fiume Seveso e, se approvata, sarà passata alle amministrazioni interessate.

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