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Emergenza giustizia, l’avvocatura monzese: “La tutela dei diritti non può attendere oltre”

"La tutela dei diritti non può tollerare ulteriori ritardi nella ripresa delle attività giudiziarie". Il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Monza rivolge un appello al Presidente della Repubblica.

Tribunale di Monza

La tutela dei diritti non può tollerare ulteriori ritardi nella ripresa delle attività giudiziarie”, è quanto dichiara il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Monza. Nell’ultima delibera del 27 maggio 2020, prende corpo la denuncia “della paralisi del mondo della Giustizia durante la fase emergenziale”, nonché la richiesta d’intervento urgente del Presidente della Repubblica a salvaguardia dei valori della Carta Costituzionale e l’invito a tutti i Consigli degli Ordini e i Capi degli Uffici Giudiziari ad aderire all’appello.

Le premesse della delibera

“Considerato che l’avvocatura attraversa ormai da ben tre mesi, come l’intero Paese, uno dei periodi più bui della propria Storia;

che in occasione del periodo apicale dell’emergenza epidemiologica gli interventi di sostegno intrapresi dal Governo, quali ammortizzatori, hanno riguardato pressoché tutte le categorie ad eccezione dell’Avvocatura, alla quale sono state riservate misure assistenziali del tutto incongrue e allo stato, quantomeno parzialmente, neppure erogate;

che anche in occasione della programmazione della Fase 2, propugnata quale momento di rilancio, la preoccupazione delle Istituzioni di consentire la ripartenza di tutti i comparti produttivi del Paese non ha in alcun modo riguardato, complice l’assoluta inattività del Ministero preposto, il mondo della Giustizia e, più in particolare l’Avvocatura, la cui funzione sociale appare indefettibile in uno Stato di Diritto;

che questo Consiglio dell’Ordine, al pari di tutti i Consigli d’Italia, pur lasciato completamente solo e privo di concreti mezzi di tutela, nel rispetto del mandato conferito non è mai venuto meno, quale corpo intermedio, ai propri doveri di rappresentanza e tutela dei propri iscritti e ha comunque portato avanti, in sinergia con le Istituzioni territoriali e nonostante le contingenti difficoltà, ogni iniziativa utile alla ripresa;

che nonostante l’enorme impiego di forze e di tempo, allo stato ogni iniziativa appare frustrata dal dettato normativo vigente, che impone agli Uffici Giudiziari di privilegiare per i propri dipendenti il lavoro agile; che, paradossalmente, il Ministero della Giustizia non consente l’utilizzo dei sistemi informatici da remoto, con totale paralisi della Giustizia Italiana, né ha ovviato mediante altro idoneo sistema di collegamento informatico al blocco creatosi;

che tale situazione impedisce/rallenta fortemente il disbrigo di qualsiasi attività giudiziaria, sia essa celebrata in forma scritta, da remoto, ovvero in presenza, laddove gli spazi e le misure di protezione adottate lo consentano;

che la Giustizia, il lavoro e in primis i Diritti dei Cittadini sono beni primari, sanciti e tutelati dalla Carta Costituzionale, che non può e non deve essere violata;

che l’indebolimento del sistema Giustizia, ormai frammentato a livello locale, e il rischio della sopravvivenza quantomeno di una parte del l’Avvocatura sono un vu/nusche uno Stato di Diritto, come l’Italia, non può tollerare”.

L’appello dell’Avvocatura monzese

Considerate tutte le presente poc’anzi elencate, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Monza, ha rivolto un appello direttamente al Presidente della Repubblica, nella Sua veste di Garante della Costituzione, affinché “voglia sollecitare il Governo ed il Ministero della Giustizia a intervenire prontamente e con tutti i mezzi necessari atti a consentire la ripresa delle Attività Giudiziarie“.

All’appello affianca un invito rivolto ai Capi degli Uffici Giudiziari Circondariali e Distrettuali, nonché a tutti i propri iscritti, affinché sottoscrivano per adesione tale delibera. Lo stesso invito va anche a tutti i Consigli degli Ordini d’Italia ad affinché “aderiscano all’iniziativa mediante sollecitazione ai propri Iscritti ed ai Capi degli Uffici Giudiziari di riferimento”.

Foto di repertorio MBNews

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