Economia

Confronto tra acconciatori ed estetisti di Confartigianato: “Serve una data per la ripartenza”

In una piazza virtuale, questa mattina, parrucchieri ed estetisti hanno dato vita ad un botta e risposta acceso, fatto di spunti, domande, segnalazioni e qualche timore per il futuro. In molti chiedono un'apertura già a partire dal prossimo 18 maggio.

attrezza parrucchieri pixabay

Ripartire, forse guadagnando 15 giorni, ma senza rinunciare alla sicurezza della clientela e dei lavoratori. Questo l’obiettivo di Confartigianato Milano Monza Brianza relativamente alle aperture di parrucchieri e centri estetici durante la Fase 2 del lockdown.

Ieri mattina, 6 maggio, oltre 60 lavoratori del settore si sono confrontati virtualmente con i vertici regionali di Confartigianato, per capire insieme come ripartire e quali sono le accortezze da seguire una volta che i saloni riprenderanno le proprie attività.

Di certezze, per ora ce ne sono poche: secondo le indiscrezioni circolate nelle scorse settimane, centri beauty e parrucchieri dovrebbero riaprire sul territorio nazionale il 1° giugno 2020. In diversi, però, sperano in un’apertura anticipata, riuscendo così a tornare al lavoro già dal prossimo 18 maggio. Una possibilità che sembra essere sul piatto, ma che solo il prossimo DPCM potrà confermare.

«Quello dei parrucchiere e dei centri estetici è un settore molto importante per il nostro territorio – ha dichiarato durante la video conferenza, Enrico Brambilla, Segretario di Confartigianato Milano Monza Brianza. – Ciò che state vivendo è una vera e propria emergenza economica. Nostro compito è venirvi incontro in questo momento così delicato: è giusto ripartire, ma dobbiamo farlo bene, garantendo la vostra sicurezza e quella degli utenti. E aggiungo, serve una campagna di rassicurazione: dobbiamo fare in modo che i clienti tornino a frequentare i saloni».

Il confronto virtuale: “Serve una data per la ripartenza”

Così ieri mattina nella piazza virtuale, parrucchieri ed estetisti hanno dato vita ad un botta e risposta acceso, fatto di spunti, domande, segnalazioni e qualche timore per il futuro. Confartigianato ha presentato un “Protocollo di sicurezza” per acconciatori ed esperti del beauty e ha condiviso le richieste fatte al Governo e alla Regione.

In concreto sono 4 le cose su cui Confartigianato insiste: una data certa sulla riapertura, misure di sostegno adeguate che vadano ad aiutare per i tre mesi di chiusura, contributi sugli affitti, le tasse e l’IMU e, infine, garanzie sui controlli.

«Sappiamo che tutte le richieste non potranno essere esaudite con facilità – ha dichiarato Presidente Regionale Acconciatori, Giuseppe Lacorte – L’unica cosa che possiamo fare adesso è cercare di anticipare la nostra apertura, sempre con un occhio vigile sul tema della sicurezza. E serve un’attenzione particolare per i lavoratori: dobbiamo difendere i corretti e fare una battaglia contro chi lavora in nero. Il lavoro in nero, che nella nostra categoria si manifesta sotto forma di “lavoro a domicilio” non regolare, crea un danno ai lavoratori onesti e anche allo stato. E’ importante che questo si capisca».

Nel nostro territorio oltre 10 mila attività

Le incertezze in questa fase per chi ha un’attività imprenditoriale nel settore beauty sono tante. Dal tema della sanificazione, a quello della misurazione della temperatura, fino al numero massimo di clienti, i gestori delle attività dovranno aspettare il prossimo decreto ed eventuali integrazioni prodotte da Regione Lombardia per fugare i propri dubbi.

Un po’ di paura c’è e si percepisce. Il settore Benessere conta, nelle province di Milano Monza Brianza, circa 10mila imprese che danno lavoro a oltre 20mila addetti. L’effetto del combinato disposto di lockdown e abusivismo si stima causerà una contrazione di fatturato di circa 120milioni di euro.

 

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