Economia

L’impresa agricola si reinventa con il delivery: la Fase 2 de “La Camilla” di Concorezzo

E' un momento molto difficile per il settore turistico del nostro Paese. E le strutture ricettive, anche in Brianza, si trovano in un limbo dal quale uscire non sarà semplice. Ne abbiamo parlato con Veronica Ruisi, che gestisce uno degli agriturismi più belli del vimercatese.

la camilla 1

Si trovano ancora nel limbo le attività legate al settore del turismo. Dallo scoppio dell’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus, le strutture ricettive, anche in Brianza, assistono inermi alla stesa medesima scena: migliaia di disdette e cancellazioni, situazione di stand-by e, soprattutto, tanta incertezza sul futuro, senza sapere quando (e se) quest’anno la stagione potrà mai iniziare. E anche se il Governo promette una riapertura, almeno parziale, per alcuni imprenditori il COVID-19 potrebbe significare la fine della loro attività.

Circa due mesi fa, parlammo di turismo e Coronavirus, con Veronica Ruisi, direttrice de “La Camilla” di Concorezzo, uno degli agriturismi più belli del vimercatese. Era il 5 marzo, pochi giorni dopo il Governo avrebbe chiuso la Lombardia e altre 14 province tra Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna, definendo una nuova “zona rossa”. Già allora, Veronica Ruisi ci parlò di quanto la situazione fosse drammatica, definendo quei giorni come “la cosa più difficile che abbiamo mai affrontato in 16 anni di attività“.

Sessanta giorni dopo quella telefonata, siamo tornati a parlare con la direttrice dell’agriturismo per capire se qualcosa è cambiato e quali sono adesso le prospettive a breve e lungo termine per il settore del turismo. «Se da una parte c’è il desiderio di dire “andrà tutto bene” – racconta la Ruisi – dall’altra c’è la concretezza. Le cose, se possibile, adesso sono ancora più incerte di prima. Le indicazioni sulla ripartenza sono lacunose e ci muoviamo tra un marasma di informazioni poco chiare».

Una ripartenza molto difficile

«Non voglio essere pessimista – prosegue Veronica Ruisi – non è nella mia indole, ma voglio essere sincera e onesta. La nostra attività dovrà fare i conti con la realtà e temo che questo vorrà dire anche fare un taglio del personale. E’ una cosa che non avremmo mai voluto, in tanti anni di attività i nostri dipendenti sono stati la cosa più importante. Si ripartirà, dicono alcuni. Io penso che la ripartenza sarà molto difficile: le persone adesso hanno paura e temo che questo sentimento non passerà facilmente. Noi gestori, inoltre, abbiamo tanti obblighi per garantire la sicurezza degli utenti: dalla sanificazione degli spazi, fino al distanziamento e il divieto di assembramenti. Non sarà facile e temo che il 2020 ormai sia andato».

Al via un progetto di impresa agricola

«Tuttavia – continua la direttrice – in questi mesi non siamo stati con le mani in mano e abbiamo immaginato delle attività, anche piccole, per una prima ripartenza e dare speranza al territorio. E’ partito il servizio di consegne a domicilio, ad esempio. Inoltre, facciamo attività di fitness e baby fitness all’aperto, equitazione agonistica e abbiamo approfittato del periodo per rendere completamente nuovo tutto l’agriturismo, facendo interventi di ristrutturazione ad ogni livello. In collaborazione con il Comune di Concorezzo, abbiamo lanciato anche un’idea per i concorezzesi che si vogliono cimentare in un’impresa agricola. Il nostro agriturismo metterà infatti a disposizione in comodato d’uso gratuito per 12/24 mesi oltre 2.000mq di campi coperti da tunnel, con irrigazione e riscaldamento a biomassa. Un progetto, rivolto ad un piccolo gruppo di 4-5 persone, che mira a sviluppare delle professionalità specifiche e una cultura agricolo/imprenditoriale. Sono già arrivate diverse candidature (all’indirizzo mail info@lacamilla.it) e abbiamo iniziato i primi colloqui per scegliere le persone da inserire nel progetto».

«Indiscrezioni dicono che le strutture ricettive potrebbero riaprire il prossimo 1 giugno – conclude Veronica Ruisi. – Come e se partiremo, chi lo sa. Sappiamo già che il COVID ci accompagnerà per molto tempo. Noi le nostre strategie le abbiamo messe in campo e da bravi brianzoli non ci tiriamo indietro davanti alle difficoltà. Non voglio mentire però: sono stati giorni difficilissimi, tra informazioni scarse e prospettive ancora incerte. Abbiamo bisogno di politiche che aiutino questo settore. Due mesi dopo la nostra chiacchierata resto ancora convinta di quello che ci siamo già detti: quello che stiamo vivendo rischia di cambiare il mondo del lavoro. In Brianza e non solo».

 

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