Cultura

Un gioiello nel museo del Duomo di Monza: il dittico di Stilicone

Tra i tanti tesori del Museo, ce n'è uno con una storia molto particolare, che racconta di amori, trame e tradimenti durante gli ultimi decenni dell'impero romano d'Occidente

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Nel Museo del Duomo di Monza c’è una ‘’fotografia di famiglia’’ del 400 d.C. che rappresenta uno tra i più grandi generali degli ultimi anni dell’impero romano d’occidente, ritratto insieme alla moglie e a un figlio. Si chiamava Flavio Stilicone e aveva una storia particolare.

Nato in Germania (quindi al di là dei confini dell’impero romano), riuscì ad entrare nelle grazie dell’imperatore Teodosio per via di un carisma unico e per le importanti vittorie ottenute in battaglia. In quel periodo venivano reclutati anche interi contingenti ‘’stranieri’’ e, vista la crisi dell’esercito, erano utili a rimpolparne le fila.

Si dimostrò valoroso a tal punto che, quando Teodosio morì il 17 Gennaio del 395 e divise l’impero romano in due parti affidandole ai propri figli (Onorio e Arcadio), Stilicone ebbe il privilegio di fare da tutore al piccolo Onorio, che per la cronaca aveva undici anni e doveva reggere la parte occidentale di un impero immenso. In questo modo si compiva la volontà di Teodosio di accogliere nella propria famiglia proprio quel generale straniero che ne aveva già sposato una nipote, Serena; da questa coppia nacquero tre figli, di cui un maschio, chiamato Eucherio, destinato a seguire le orme di papà Stilicone.

Insomma volgeva tutto al meglio per il generale germanico, che vinse altre importanti battaglie in nord Italia e rivestì la carica di console per ben due volte. Però, ed è successo spesso nella storia di Roma, quando qualcuno diventava troppo potente e insidiava i piani alti, gli si tarpavano le ali e si metteva a tacere. Era facile accusarlo di qualcosa, in fondo era uno straniero, un barbaro.

L’occasione arrivò con l’ennesima incursione di un esercito germanico in territorio romano. Del resto ce n’erano state troppe di invasioni nell’ultimo periodo, per cui sicuramente c’era sotto la regia di qualcuno con legami all’esterno. Qualcuno di insospettabile ma che tramava per uno scopo.

L’imperatore Onorio, ormai ventenne e reggente a tutti gli effetti, non ci mise molto a puntare il dito contro Stilicone per due motivi: aveva in comune l’origine con gli invasori ed era quindi probabile che il suo obiettivo fosse sollevare questi popoli per detronizzare Onorio e piazzare al suo posto il figlio Eucherio.

Così finisce la vita avventurosa di Flavio Stilicone in una calda giornata di Agosto del 408 nella nuova capitale Ravenna. Accusato di alto tradimento e decapitato insieme a suo figlio. Anche la moglie Serena seguì la stessa sorte, condannata per motivi simili, proprio in quell’anno ma a Roma.

Oggi di loro tre ci resta questa bellissima ‘’fotografia’’ in avorio, che fu donata a Stilicone probabilmente quando divenne console la prima volta, e li ritrae come una famiglia unita, felice ma soprattutto devota ai costumi romani e ai due imperatori.

Di bellezze Monza ne ha tante, come questo piccolo pezzo di zanna d’elefante, intagliato meravigliosamente, con una storia da raccontare.

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