Politica

Seveso Futura, il 25 aprile ai tempi del Coronavirus: virtuale, ma antifascista, antirazzista e solidale

"La Resistenza ai tempi del Coronavirus": l'associazione Seveso Futura ha organizzato, in occasione del 25 aprile, una chiacchierata con Giulia Spada, presidente della sezione locale di Anpi.

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Come festeggiare il 25 aprile (e per di più un anniversario importante, quello del 75°) durante il lockdown del Coronavirus? Il distanziamento sociale sembra rendere impossibile tutte quelle celebrazioni che, negli anni, hanno contribuito a formare quasi una liturgia della giornata della Liberazione, dalla commemorazione delle istituzione a “Bella Ciao” cantata in corteo: eppure anche quest’anno, nonostante e forse proprio a causa del momento che ci troviamo a vivere, festeggiare e ricordare è più importante che mai.

È proprio a partire da questa riflessione che l’associazione politica indipendente “Seveso Futura” ha voluto organizzare una chiacchierata, ovviamente virtuale, con la presidente locale di Anpi, Giulia Spada: nella serata di giovedì 23 aprile la pagina Facebook di “Seveso Futura” ha quindi ospitato “La Resistenza ai tempi del Coronavirus”, invitando i cittadini a collegarsi e partecipare via commento. «Il virus ha stravolto tutto e tutti – ha commentato il presidente dell’associazione, Giorgio Garofalo -. Non vediamo l’ora di rivederci, riabbracciarci e stare nuovamente insieme. Speriamo con questa modalità di fare qualcosa di bello e accorciare le distanze». Spada, com’è forse ovvio che sia, non ha dubbi sull’importanza, anche quest’anno, del 25 aprile: «Il 25 aprile continua e continuerà a essere una liturgia e un rituale sociale – afferma -. Quest’anno cercheremo di festeggiare in modo alternativo alle celebrazioni canoniche, per esempio organizzando un flash mob che invita chiunque a far risuonare, a partire dalle 15.00 di sabato, canzoni di resistenza dalle proprie finestre. Significa che la comunità ha ancora bisogno di questi rituali sociali: nonostante la difficoltà, c’è la voglia di rinascere e sentirsi uniti in occasione di questo grande momento che ci costituisce come Paese. Non penso che con il Coronavirus passerà sotto silenzio, anzi, mi pare che la comunità ne abbia voglia».

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Anche se questo non vuol dire abdicare alle consuetudini in nome della tecnologia: interrogata in merito da Emanuela Macelloni, di “Seveso Futura”, Spada non ha avuto dubbi: «Come Anpi abbiamo sempre privilegiato degli incontri “di corpo”: solamente in questa modalità si è umani e si sviluppa ciò che può essere la relazione personale con l’altro, per questo, nonostante qualche incursione, non ci siamo mai spostati veramente nel mondo virtuale, nemmeno in questo momento particolare». La stessa Spada, d’altra parte, sarà coinvolta nelle celebrazioni istituzionali: nella mattinata di sabato deporrà insieme al sindaco una corona d’alloro presso i monumenti ai caduti a Baruccana e Seveso: «un passo avanti» secondo Mauro Barison, di “Seveso Futura”, almeno rispetto all’anno scorso, quando Spada, vedendosi negare la possibilità di un intervento, aveva preso a forza la parola al termine della cerimonia. «Quello dell’anno scorso è stato un 25 aprile indimenticabile, e sicuramente interessante da raccontare: è stato bello vedere le persone compatte e contente – ricorda Spada con un sorriso -.Quest’anno il nostro sarà ovviamente un incontro strettamente istituzionale: è quasi da un anno che scriviamo al sindaco per organizzare insieme questo 25 aprile, non abbiamo mai ricevuto risposta fino a questa mattina». Il sindaco stesso lo ha annunciato in consiglio comunale, anche se oltre a lui e Spada potranno partecipare solo Don Carlo Pirotta, per la benedizione, e un trombettista (sono state contattate tutte e tre le bande del paese) per suonare “Il silenzio”.

La serata è proseguita toccando diversi temi e lasciando spazio anche agli interventi del pubblico. Dal ricordo del partigiano di Cascina Farga, Carlo Visconti, alla rivendicazione di un 25 aprile non divisivo: «Parlare di 25 aprile divisivo è un ossimoro – afferma Spada -, ma è vero che si cerca di sminuire il 25 aprile per riscrivere la storia, ha sempre dato fastidio e questo fastidio sarà sempre parte della dialettica di questo paese». E poi, dal commento delle ultime vicende del consiglio comunale (Garofalo ha sottolineato che «il presidente del consiglio comunale sembra essere stato costretto a dimettersi: è una figura di garanzia, importante per la democrazia») alla discussione sulla situazione attuale delle associazioni cittadine (dal 31 marzo Anpi, che prima aveva la propria sede presso “La Petitosa”, insieme ad altre associazioni, non ha più una casa). «”Seveso Futura” nasce da un gruppo di persone che avevano intenzione di concretizzare un vero cambiamento – ha spiegato Barison -, cittadini e associazioni di volontariato, la struttura nascosta che fa funzionare bene la città»; «Oggi le associazioni fanno fatica – ha aggiunto Garofalo -, ma non è una novità: c’è il tema della partecipazione e della fatica, a Seveso è anche una questione economica… esistono dei luoghi per le associazioni?»; «Spesso le persone sembrano anche interessate, poi si tirano indietro – continua Spada -. Il tema dell’affaticamento esiste, perché siamo inseriti in una società molto veloce, e più spesso vince “il resto”. Lo abbiamo sperimentato anche noi, e sembra fisiologico, ma la partecipazione è un animale strano, a volte ci ha sorpreso in senso contrario».

Immancabile, dato il periodo, l’argomento Coronavirus. «Mi sembra che ci sia una forzatura nel parallelismo Covid/guerra: anche le parole che vengono utilizzate per raccontare quello che stiamo vivendo è fuori luogo. Si parla di “guerra”, “prima linea”, ma questa metafora sposta il riflettore dai problemi concreti. Dovremmo chiederci come è possibile che la sanità pubblica sia stata ridotta così negli ultimi anni: i responsabili sono indicabili con nome e cognome, non è certo colpa di un “nemico invisibile”. Anche definire medici e infermieri “eroi” è sbagliato: sono persone che non sono state messe in condizione di lavorare in sicurezza. Bisogna disintossicare il lessico». E proprio a proposito di parole, la presidente di Anpi torna a sottolineare l’importanza di vigilare sui termini che spesso vengono usati con leggerezza: «Antifascisti oggi significa essere antirazzisti, solidali, pensanti, e anche accorti verso le parole pesanti che vengono lanciate nelle arene».

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