Economia

Rottapharm Biotech e sindacati ai ferri corti: 76 lavoratori rischiano il posto

L'azienda da febbraio ha aperto la procedura di licenziamento collettivo. i sindacati non ci stanno e dichiarano battaglia.

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La ricerca si sa ha costi altissimi e risultati incerti. Oltre 100 milioni di euro investiti in 5 anni senza alcun ritorno sull’investimento. Questo ha necessariamente portato a una ristrutturazione dell’organizzazione aziendale e una riduzione del personale. Non tutti, ma la maggior parte dei lavoratori della Rottapharm Biotech, nata nel 2014 a seguito dello spin-off dell’intero Centro di Ricerca e Sviluppo di Rottapharm|Madaus, sono stati necessariamente inseriti in una procedura di licenziamento collettivo. L’azienda ha deciso di modificare la propria struttura organizzativa, dismettendo i laboratori di ricerca, per concentrarsi sull’individuazione e il finanziamento mirato di progetti di ricerca universitari o di piccole biotech innovative e altamente specializzate.

Ma la procedura iniziata a febbraio, ma non è una doccia fredda per i 76 ricercatori attualmente coinvolti, perchè a detta dei vertici aziendali, guidati dal dottor Lucio Rovati, l’allarme che le cose non stavano andando bene era già stato lanciato da tempo. Infatti, il tipo di lavoro che è svolto in quei laboratori non è più attuale e men che meno competitivo.

I ricercatori, da parte loro, si sono rivolti ai sindacati per fermare ciò che, invece, sembra inevitabile. La questione ieri è stata portata anche in Consiglio comunale da Egidio Riva, consigliere capo gruppo del Pd, che ha affermato: “Di questa questione non se ne sta parlando abbastanza”. E dello stesso avviso sono i sindacati che in una nota unitaria a firma di Luisa Perego (Filctem Cgil),  Tiziano Cogliati (Femca Cisl) e Massimo Mazza (Uiltec Uil) affermano: “Le misure restrittive imposte dai decreti ministeriali impediscono infatti ogni forma di protesta: vietati i presidi, gli assembramenti, ma vietate anche le assemblee. Nessuna possibilità di “gridare al mondo” il proprio dramma.” Infatti il nodo dei licenziamenti si è andato a stringere proprio in coincidenza  con l’emergenza sanitaria determinata dal Covid-19. 

“Abbiamo sospeso la procedura” – fanno saper dall’azienda – proprio per il Coronavirus, ma oltre quanto fatto, quindici giorni, non è possibile andare avanti, viste le perdite ingenti e la decisione annunciata da tempo: d’altra parte, abbiamo messo a disposizione dei lavoratori e dei sindacati tutti i mezzi tecnologici per svolgere qualsiasi assemblea, come sta avvenendo ovunque. La procedura approderà il 14 maggio in Ministero a Roma”. In realtà gli appuntamenti più prossimi sono già lunedì in videoconferenza in diretta Facebook sulla pagina Cgil Monza e Brianza per i sindacati e il giorno dopo la regione Lombardia ha, invece, promosso un’audizione in cui parteciperà proprio il dottor Lucio Rovati, il quale spiegherà che il nuovo modello operativo comporta una ristrutturazione dell’attuale organizzazione societaria, mantenendo solo un gruppo ristretto di manager ricercatori di grande esperienza.

Se il problema del ricollocamento evidenziato dai sindacati  è riconducibile anche all’età dei licenziati, diversi sono prossimi alla pensione, la Rottapharm Biotech afferma che nel corso della trattativa sindacale, ha offerto incentivi economici ai lavoratori interessati dalla dismissione delle attività, più elevati per quelli che potrebbero avere maggiori difficoltà, oltre a un servizio di outplacement specializzato e, ove possibile, ricollocamenti interni in altre posizioni.

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