Ambiente

Per far ripartire la Lombardia serve completare Pedemontana?

La speranza è che il progetto di completamento di Pedemontana tramonti, lasciando posto a prospettive di più ampio respiro in questo territorio già martoriato dall'inquinamento.

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Nel piano per il rilancio della Lombardia dopo l’emergenza sanitaria da 3 miliardi sono previsti 350 milioni di euro per completare Pedemontana. L’annuncio è stato dato ieri dall’assessore regionale al Bilancio, Davide Caparini, nella consueta conferenza stampa su Facebook da Palazzo Lombardia. Il politico ha parlato di una ricapitalizzazione della società da 350 milioni per avere investimento da 2 miliardi e mezzo per completare così l’autostrada che da Meda andrà all’altezza di Brembate a connettersi sull’A4 senza passare da Milano.

Nel progetto non c’è più solo la volontà di completare questo collegamento Est-Ovest, ma c’è l’idea che facendo ripartire questi cantieri anche l’economia ne beneficerà. Sul breve periodo il ragionamento non fa una piega, ma sul medio lungo quest’opera porterà più vantaggi o svantaggi? Impiegando quei fondi per realizzare questa autostrada a cosa si rinuncia? Perchè la coperta, per quanto lunga, i soldi messi sul tavolo sono parecchi, è pur sempre corta se paragonata alle esigenze del territorio.

Un’opera attesa da tempo, ma che, scusate il gioco di parole, ha fatto il suo tempo. L’opera era stata progettata a metà del secolo scorso. L’emergenza coronavirsus ha messo in evidenza due fatti: le zone più inquinate sono quelle che hanno avuto più morti, Whuan e la zona della pianura Padana; l’altro fatto è che i trasporti al tempo del Covid si sono dirottati su ferro: c’è stata una crescita importante dei treni merci, perchè sono un sistema chiuso, facilmente controllabile, tracciabile e regolabile.

Serve una nuova mentalità 

La ripartenza deve essere nel segno del cambiamento. Se prima del Coronavirus il termine cambiamento si sposava per lo più solo con l’aggettivo climatico, oggi deve essere visto in maniera più lungimirante e ampia.
Il cambiamento deve corrispondere ad una tutela ambientale senza uguali, ma anche ad una prospettiva di qualità delle vita. Il passaggio in Brianza di questa infrastruttura porterebbe alla saturazione del verde disponibile nel nostro territorio. La provincia di Monza e Brianza è da anni maglia nera nella classifica delle zone con il maggior consumo di suolo. Maglia nera anche per la qualità dell’aria che respiriamo. Lissone, con il 71,3% di territorio consumato (dato del 2017) è in testa alla graduatoria, ma gli altri paesi non sono così lontani. Insomma, di prati e campi ce ne sono ben pochi nella ex-verde Brianza. E alcuni di essi serviranno al passaggio di Pedemontana, che porterà con sè anche un’inquinamento veicolare commisurato al passaggio che ci sarà.

Attualità o meno dell’opera?

Pedemontana serve? E’ un’opera del passato. Oggi oltre alla metropolitana che collegherà Monza a Milano [già stanziati i fondi], ma che sarà pronta in 10 anni, ne serve una che colleghi il vimercatese al capoluogo di regione. Di questo non se ne parla più. Il traffico delle tangenziali milanesi si alleggerirebbe con la presenza di questi collegamenti.
Pedemontana è una cattedrale nel deserto. Una delle poche arterie viabilistiche d’Italia a cui è stato aumentato all’inizio del 2020 il pedaggio, già caro. Di fatto, un’autostrada usata relativamente poco, anche se il traffico è in costante e lento aumento, perchè la gente preferisce ingorgare le vecchie strade pur di non pagare. Un’opera costata 58 milioni di euro a km, come riporta il Fatto Quotidiano. In tempo di crisi siamo certi che la scelta più responsabile sia il completamento di Pedemontana?

Il problema della diossina 

Infine, non si può non menzionare in terra di Brianza il nodo diossina. La tratta B2 dell’autostrada che passa da Seveso trova lungo il suo tragitto proprio quei terreni che furono interessati da “l’incidente Icmesa” o “il disastro di Seveso” del 1976. Il sindaco di Seveso Luca Allievi, in quota lega, ha detto in tempi non sospetti (ovvero quando questo slogan non era così attuale come è adesso a causa del Coronavirus), che “salute e sviluppo del territorio non devono più essere in antitesi“. I dubbi sulla bonifica dei terreni inquinati dalla diossina ci sono e non sono solo degli ambientalisti.

La speranza è che il progetto di completamento di Pedemontana tramonti, lasciando posto a prospettive di più ampio respiro in questo territorio già martoriato dall’inquinamento. Siamo certi che il clima non sia cambiato e che le persone siano disposte a subire scelte calate dall’alto che seguono logiche difficilmente non condivisibili?

Aggiornamento delle ore 17: 00 – Di tutt’altro pare è Andrea Monti, consigliere regionale della Lega, che oggi ha votato l’aumento di capitale della società. Ecco qui le sue parole.

 

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