Attualità

Divisi sulla riapertura, da maggio sì alla ripresa delle attività in Brianza?

Mentre negli altri paesi UE qualcosa si muove, da noi l'emergenza COVID-19 sembra dividere i territori: c'è chi vuole aprire, chi punta sulla prudenza e chi guarda con curiosità al "modello veneto".

Monza2-Coronavirus-traffico-mb

Mentre in alcuni Paesi europei si allentano quest’oggi le misure per contenere il Coronavirus, l’Italia è ancora spaccata su quando e come si potrà ripartire. Ad essere divisa sull’inizio della cosiddetta “fase 2” non è solo l’opinione pubblica, ma anche esponenti di partiti politici, associazioni di categoria e presidenti di regioni. La paura principale, e non a torto, è che una ripresa delle attività possa aumentare il numero dei contagi e quindi dei decessi da COVID-19.

Il “lockdown soft” della Regione Veneto

Dopo diverse settimane di quarantena, in molti vedono nel “lockdown soft” della Regione Veneto la soluzione migliore per iniziare a tornare alla normalità. Luca Zaia, Governatore della regione, non solo ha abolito i 200 metri di distanza massima dalla propria abitazione per la tanto chiacchierata “corsetta”, ma ha anche deciso di consentire le grigliate del 25 aprile e del 1 maggio nelle proprietà private e con i familiari.

Bisogna dire però che il Veneto ha gestito l’emergenza Coronavirus in modo molto diverso da come, ad esempio, è stata affrontata nella nostra regione. A due mesi circa dall’inizio ufficiale dell’epidemia, la situazione in Veneto rimane seria, ma i dati mostrano che il coronavirus ha fatto molti meno danni che altrove, comprese regioni dove il grosso dei contagi è arrivato con giorni o settimane di ritardo. I motivi? Molti, tra cui un rigido contenimento dei primi casi, ma anche una preparazione specifica addirittura prima dell’inizio della pandemia.

Possiamo parlare di una riapertura?

Se parliamo di “apertura” o “fase 2” è molto difficile fare un discorso omogeneo che valga per tutto il Paese. Fin dall’inizio dell’emergenza, i singoli territori hanno attuato decine di ordinanze regionali, che, a due settimane dallo scadere del lockdown (4 maggio) non sono in grado di restituirci un quadro sicuro su quello che avverrà. A livello nazionale, le indicazioni dell’esecutivo lasciano però spazio all’ottimismo, soprattutto per quanto riguarda una maggiore libertà di circolazione dei cittadini. Alcune fonti riportano che dovrebbero infatti essere riaperti i parchi pubblici e quasi certamente verrà data la possibilità di fare sport all’aperto, anche lontano da casa, purché da soli e in presenza di un’autocertificazione valida. Altro discorso vale invece per bar, ristoranti e palestre, che potrebbero riaprire prima dell’estate, ma con modalità inedite.

Quando si riaprirà e dove si riaprirà? Non ci sono ancora delle risposte certe. Le prime uscite “libere” potrebbero arrivare già nel mese di maggio (da decidere se all’inizio, metà o fine mese), mentre per i centri fitness e sport l’apertura sembra essere ancora lontana.

Come siamo messi in Lombardia?

Tra le domande a proposito della “fase 2” ce n’è una che ci riguarda da vicino: cosa succederà in Lombardia? Il nostro territorio rappresenta infatti l’area maggiormente colpita dal virus. Secondo gli ultimi dati, attualmente sarebbero 108 mila le persone positive al COVID-19, di cui quasi 35 mila, circa un terzo, in regione Lombardia. Sempre secondo i dati, in Lombardia si registrano oggi 1.246 nuovi casi rispetto a ieri. In un giorno sono decedute 163 persone per un totale di 12.213 dall’inizio delle rilevazioni. In Brianza si è superata quota 4000 persone positive. Insomma, pur migliorata, la situazione COVID nelle nostre province continua a essere grave.
In Lombardia lo stop ai nuovi contagi non avverrebbe prima di fine giugno. Questo è quanto rilevato dallo studio condotto dall’Osservatorio sulla Salute delle Regioni. Di fatto la nostra regione sarebbe l’ultima ad uscire dall’emergenza sanitaria dal punto di vista dei contagi. Le aziende nel frattempo stanno riaprendo e le persone stanno tornando a lavorare. Tutte hanno messo in campo protocolli di sicurezza, ma nel frattempo il dibattito in particolare con i sindacati è acceso. Questi ultimi non si stancano di affermare: sì alle ripartenza, ma prima la salute.

Per vedere cosa succederà dovremo avere ancora pazienza.

MBNews è anche su WhatsApp. Clicca qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato.