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Carcere di Monza, emergenza Covid-19: mascherine artigianali e assenza di tamponi

Situazione complicata al carcere di Monza: mascherine artigianali e senza certificazioni, assenza di tamponi e personale positivo al Covid-19. A denunciare la situazione è l’Organizzazione Sindacale UIL della Polizia Penitenziaria (Uilpa).

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La pandemia di Coronavirus ha esteso i suoi effetti anche all’interno delle carceri. A Monza, la situazione sembra essere particolarmente complicata: mascherine artigianali e senza certificazioni, assenza di tamponi e personale positivo al Covid-19. A denunciare la situazione è l’Organizzazione Sindacale UIL della Polizia Penitenziaria (Uilpa).

“Questa O.S. si vede costretta a dover intervenire con forza, manifestando tutto il disappunto del personale di polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Monza circa la consegna mascherine di protezione all’atto del controllo ‘triage’ prima dell’ingresso in Istituto. Ci siamo limitati a indicare il disappunto per usare un termine politically correct, perché le sensazioni che scaturiscono dalla paradossale situazione odierna sono innumerevoli e quasi incontrollate da parte di tutti gli operatori penitenziari”.

Mascherine inefficaci senza certificazioni

“All’atto dell’ingresso vengono consegnate, con firma sull’apposito elenco di avvenuta consegna, di mascherine, a nostro parere, assolutamente inefficienti e apparentemente fatte in modo artigianale (non si sa da chi, non vi è alcun marchio di certificazione e non si è a conoscenza della reale efficienza)”.

“Premesso che all’inizio degli eventi che hanno sconvolto l’intero sistema penitenziario e non solo si poteva essere comprensivi circa l’impreparazione a fronteggiare un evento imprevisto e di cosi enormi proporzioni, allo stato attuale a due mesi dall’inizio della crisi è, a nostro giudizio, inammissibile non aver ancora provveduto, con tutti i mezzi necessari e attraverso tutti i canali disponibili all’approvvigionamento di idonei D.P.I. nonché di mascherine al fine di limitare il rischio di contagio dal Coronavirus”.

“Distribuire quelle che possono essere delle pseudo mascherine serve solo a una sorta di sgravio di responsabilità che, a norma di legge, sono a carico del datore di lavoro ( sicurezza sul posto di lavoro) e non garantisce nessuno circa la potenziale possibilità di trasmissione del virus”.

Mancanza di tamponi: “Inaccettabile”

“A nostro avviso questo, unito alla mancanza di tamponi di controllo per tutto il personale penitenziario, è inaccettabile in una struttura Penitenziaria dove le dinamiche lavorative, spesso, non consentono di mantenere la distanza sociale necessaria. Se a questo si aggiunge la presenza di diversi operatori di Polizia Penitenziaria positivi al virus, abbiamo un segnale inequivocabile che il pericolo è presente ed attuale”.

“Alla luce di quanto sopra esposto e allo scopo di garantire al massimo la sicurezza e la salute di tutti gli operatori penitenziari, si chiede alla S.V. di voler riscontrare urgentemente la presente nota, volendo fornire le specifiche dei dispositivi di protezione distribuiti (produttore, autorizzazioni, specifiche sull’efficienza), di adottare tutte le necessarie procedure per ottenere i tamponi per tutti gli operatori Penitenziari e di voler comunicare se la sanificazione dei locali viene fatta e soprattutto se viene fatta da professionisti o altri esperti in materia”.

Foto di repertorio MBNews

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