Economia

Coronavirus, il decreto non ferma le fabbriche. I sindacati annunciano lo sciopero

Sindacati e dipendenti non ci stanno e, mentre alcune aziende hanno deciso di fermarsi in autonomia, altre stanno organizzando uno sciopero.

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Il decreto firmato al Presidente Conte per far fronte all’emergenza Coronavirus ha imposto rigidi provvedimenti e chiusure per svariate categorie di lavoratori. Il provvedimento lascia fuori, però, alcune categorie di lavoratori come quelli impiegati nelle fabbriche e grandi filiere.

Sindacati e dipendenti non ci stanno e, mentre alcune aziende hanno deciso di fermarsi in autonomia, in altre si stanno organizzando uno sciopero “a prescindere dal contratto utilizzato, fino a domenica 22 marzo, al fine di sanificare, mettere in sicurezza e riorganizzare tutti i luoghi di lavoro”.

Scioperi dunque in STS, Canalplast, Hanneke Oms, Cgs, Cpm. Potenziato invece lo smartworking in Toshiba, Lutech, Imi Norgre, Toyo Tanso, Sm optics e Black & Decker, fanno saper i sindacati.

“Nelle aziende più importanti del territorio si sta ragionando su una diminuzione delle attività produttive per le prossime due settimane. In St si dovrebbe raggiungere l’accordo per un dimezzamento delle presenze utilizzando permessi retribuiti a carico dell’azienda. Confronto aperto in Candy, in Beta, in Peg ed altre. Apertura di Cassa integrazione alla Berta, Alfalaval, Varinelli, Babcock, Borgwarner, Malvestiti e diverse
altre” ha comunicato Fiom Cgil Monza e Brianza.

 

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