Economia

Coronavirus, i ristoratori brianzoli uniti contro la crisi economica

Fanno parte dell'associazione Ri. Un. 350 ristoratori del territorio. Chiederanno al Governo e a Regione un fondo di emergenza per il settore e la cassa integrazione per i prossimi mesi.

Inaugurazione ristorante Fresco monza via cortelonga mb 16

Si sono uniti per fare sentire la loro voce, disperata, in questo momento di crisi. Una voce che chiede aiuto e che vuole essere ascoltata e che rappresenta 350 ristoratori brianzoli che in questa emergenza sanitaria sono già in ginocchio, primi fra tutti a cadere sotto la falce economica del Coronavirus. Così si sono uniti in associazione – Ri.Un. (ristoratori Uniti) – per chiedere sostegno al Governo e a Regione Lombardia.

Ecco i numeri: Il mercato brianzolo conta 3.800 aziende su 50.925 del territorio lombardo. A lavorare nel settore sono 152.291 famiglie delle quali 11.500 in Brianza. Il fatturato medio delle aziende (secondo la fonte FIPE) è di 644.685,00 euro. In Lombardia è di €   28.402.639,00. A Monza e Brianza di 2.119.391.884,74 euro.
Ogni giorno la Brianza sta perdendo un fatturato di circa  6.171.313,40 euro
Assumendo come ipotesi 45 giorni tra inattività parziale e totale la perdita stimata è di 277.709.102,88

Gli appartenenti all’associazione, che riunisce addetti ai lavori diretti e indiretti, professionisti e consulenti di settore, si rivolgeranno al Governo nazionale e alla Giunta lombarda sottolineando “di sentirsi costretti a chiudere del tutto le proprie attività perché non c’è più lavoro- si legge nella nota stampa-. Consapevoli dell’emergenza sulla tutela della salute, rappresentiamo la tutela della libertà di impresa già compromessa da livelli di tassazione tra i più alti d’Europa”.

E per questo chiederanno di istituire fondi di emergenza per il settore e di istituire la cassa integrazione per i prossimi tre/quattro mesi per i dipendenti del settore. Chiederanno inoltre la sospensione degli oneri tributario/fiscali e amministrativi per i prossimi sei mesi, compresi quelli comunali e di garantire il punto di pareggio alle aziende o sospendere immediatamente qualsiasi effetto prodotto da obbligazioni assunte contrattualmente siano esse di natura pubblica o privata.

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