Economia

Aeris-scuole chiuse, educatori senza stipendio: scatta la protesta

La protesta degli operatori della cooperativa Aeris, a casa per il coronavirus e senza stipendio.

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Chiedono la paga ordinaria, a fronte dello “zero” che invece percepiscono in questi giorni, causa chiusura delle scuole.

Loro sono gli educatori e gli operatori sociali della cooperativa Aeris di Vimercate. Una lotta continua la loro, che portano avanti da anni, in attesa che qualcuno si accorga dei loro diritti, come della necessità di un contratto nazionale più dignitoso. Retribuiti poco più di 8 euro all’ora, sono ora “vittime indirette” dell’emergenza coronavirus.

Così, come operatori delle province di Monza Brianza, Milano e Lodi, hanno dato vita in questi giorni ad un video per diffondere il loro appello per avere almeno il 70% di quello che potrebbero percepire se venisse loro concessa la cassa integrazione. Pochi minuti in cui mostrano cartelli con slogan eloquenti, dove fanno capire che se le scuole rimangono chiuse non è colpa loro, che sono costretti a restare a casa. I loro sono messaggi del tipo, “Senza stipendio siamo tutti a digiuno”, o “No ferie obbligate, blocco forzato il mutuo va pagato”.

“Il fenomeno non riguarda solo Aeris, che segue per Offerta Sociale 29 comuni tra vimercatese, bergamasca e lecchese, ma coinvolge altre cooperative del settore, sparse in Veneto ed Emilia Romagna – fa sapere Beatrice Valla, responsabile COBAS per gli operatori sociali – Quello che chiediamo ai comuni dell’ambito di Offerta Sociale è di contribuire per la parte restante che eventualmente la cassa integrazione non ci garantirebbe, cioè circa il 30% dello stipendio”. Gli operatori sperano così che si possa recuperare tutta la busta paga ordinaria, che si aggira sui 900 euro.

 

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