Ambiente

Varedo: dopo la legge sulla rigenerazione urbana, quale futuro per l’area Snia?

Nuovo incontro in cui si è parlato di Snia con esperti del Politecnico di Milano. Riqualifica o speculazione?

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Dopo la recente approvazione della legge Regionale n.18 del 2019, quella sulla Rigenerazione Urbana, la Snia torna a far parlare di sé. “Opportunità o speculazione“? È questa la domanda, dal tono provocatorio, che regge le basi della conferenza organizzata da Stefano Zini, a Varedo consigliere d’opposizione del Pd.

L’incontro si è tenuto lo scorso venerdì 14 febbraio, in via Donizetti 3, presso l’aula Minotti. E, nonostante fosse San Valentino, la serata ha registrato il tutto esaurito da parte del pubblico. Presenti in sala anche il primo cittadino Filippo Vergani (Lega), il suo vice Fabrizio Figini e naturalmente gli organizzatori del Pd: Stefano Zini, Serena Righini, dalla segreteria regionale del Pd con responsabilità in materia di economia e ambiente, Pietro Virtuani, segretario provinciale Pd e Gigi Ponti, consigliere regionale del gruppo Pd in Lombardia. Ospiti speciali i professori Paolo Galuzzi e Piergiorgio Vitillo dal dipartimento di architettura del Politecnico.

IL DIBATTITO

Una questione ormai annosa, quella della ex Snia, che negli ultimi anni è stata oggetto di dibattiti e interventi fino alla speranza, poi andata in fumo, che l’area venisse acquistata da una società privata. Speranza che ora si è rinnovata grazie alla MG Sviluppo Srl, la nuova società che si è aggiudicata all’asta il fallimento Nilstar, Casananda ed una porzione di Snia. La domanda rimane però la stessa: quale il futuro e quali i progetti possibili per la Snia?

Se la L.R. 18 sembra essere intervenuta a pennello in un momento di transizione delicata (va sottolineato che tra gli incentivi del provvedimento è previsto uno sconto fino al 60% sugli oneri di urbanizzazione e la possibilità di incremento delle volumetrie fino al 20%), la norma non sembra aver trovato i pieni consensi nelle schiere del Pd.

“Amiamo Varedo e tutti siamo preoccupati per il futuro della Snia. E a tal proposito – ha scritto su Facebook il consigliere Zini – ci chiediamo se sarà solo un business per i privati oppure anche un’opportunità per la città e la Brianza?”  Per onore di cronaca l’ex fabbrica – circa 500 mila metri quadrati di degrado e abbandono – sta incidendo sulla sicurezza, sull’ambiente e sulla legalità non solo di Varedo, ma anche dei paesi limitrofi come ad esempio Limbiate e Bovisio Masciago (basti pensare alla recente maxi operazione dei carabinieri che ha sgominato una banda di spacciatori o ai quintali di pattumiera ancora presenti al suo interno da oltre  2 anni). “Per far rinascere la zona – chiosa Zini – dobbiamo puntare sulla Green Economy, sull’Industria 4.0, sulla Sicurezza, sulla legalità e soprattutto sui servizi accessori”.

GLI INTERVENTI

Al fischio d’inizio la palla è nella mani di Serena Righini. Lei, segretaria Regionale Pd, attraversa il campo da gioco sostenendo che la legge sulla rigenerazione urbana non sia stata pensata ad hoc per la Snia, ma che al contrario risponde più alle esigenze di grandi città come Milano, economicamente più avvantaggiate. “I finanziamenti previsti – ha spiegato Zini – sono talmente minimi che un piccolo paese come Varedo non riuscirebbe a far fronte a nessuna riqualifica. Questo perché non sì può solo costruire, ma serve soprattutto qualcosa di più innovativo, che dia una valore aggiunto ad un piano di urbanizzazione”. Quello che si paventa è quindi una maggiore sinergia tra pubblico e privato in modo tale, sottolinea il consigliere varedese, “da sviluppare progetti che possano rispondere alle esigenze economiche, sociali, lavorativi e ambientali dell’intera zona”.

Un’idea, quella di Zini, ben accolta dal collega di opposizione Stefano Guagnetti (M5s) e dagli esperti del Politecnico di Milano. “L’area – hanno sostenuto – non può né deve essere vista come un problema, ma come un’opportunità. Soprattuto deve denotare la capacità di progettare in modo unico e non a lotti perché – sottolineano – si rischierebbe una riqualificazione non omogenea”.

Ma quella di Zini è stata anche una provocazione che Vergani non si è lasciato scappare: “Io e tutta l’amministrazione siamo ovviamente d’accordo che ci sia un’interazione tra Regione ed enti (tra l’altro condicio sine qua non della legge Regionale 18), ma teniamo in considerazione che si tratta di un’area privata e che oggi non c’è ancora un interlocutore (e non ci sarà fin quando l’asta andrà a buon fine). Detto questo – precisa Vergani -, è nel nostro interesse trovare un punto di sintesi con il privato. Una volta che questi ci avrà fornito il suo masterplan, discuteremo con lui i nostri progetti e le nostre idee di sviluppo per l’intera zona. Sicuramente – conclude Vergani – non ripeteremo gli errori delle precedenti amministrazioni”.

Poi, poco prima del fischio finale, Vergani lancia un’ultima sferzata: “Non è vero che la legge sulla rigenerazione Urbana non è stata fatta ad hoc per paesi minori come Varedo. Voglio ricordare che in Lombardia i principali siti usati come banco di prova sono 3 e che la Snia rappresenta proprio un progetto pilota“.

Per ora, quello della Snia, resta un futuro dal sapore ancora incerto. Ai poster l’ardua sentenza, verrebbe da dire. C’è di buono che l’organizzazione di eventi come quest’ultimo, hanno la capacità di smuovere le acque, e non solo quelle locali. A forza di parlare, la speranza è che qualcosa venga fatto. Prima o poi.

 

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