Economia

Legno Arredo, sciopero generale il 21 febbraio: interrotte le trattative

E' stato proclamato uno sciopero generale in data 21 febbraio dopo l'abbandono della trattativa da parte di Federlegno.

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Una situazione incerta purtroppo già vista in tante, troppe aziende italiane. Stavolta è toccato ai lavoratori e alle lavoratrici del settore del Legno Arredo Industria, da 10 mesi senza rinnovo contrattuale e senza nessuna sicurezza di ripresa della trattativa.

A proclamare lo sciopero generale di 8 ore Feneral-Uil, FilcaCisl e Fillea-Cgil. Lo stop  è previsto per venerdì 21 febbraio. Motivo scatenante la rottura delle trattative con Federlegno per il rinnovo del CCNL scaduto il 31 marzo del 2019.

Le commissioni si sono riunite il 10 gennaio dopo 11 incontri svolti negli ultimi 8 mesi. Le Organizzazioni per l’intero periodo si sono opposte alla proposta di ampliare il lavoro precario a disposizione delle aziende. Quando Federlegno ha capito che non avrebbe ottenuto quella totale precarizzazione del rapporto di lavoro richiesta ha abbandonato la trattativa, dichiarando di non avere interesse ad affrontare i capitoli della piattaforma tra i quali spiccano salute e sicurezza, maternità e orari di lavoro.

Attraverso un comunicato le Organizzazioni Sindacali hanno annunciato lo sciopero dei settori legno, sughero, mobile, arredamento e boschivi forestali; etichettando il comportamento di Federlegno come “irresponsabile e gravissimo”. Le accuse, a loro dire, riguardano l’aumento smisurato della precarietà con percentuali ben oltre i limiti di legge, la stagionalità senza controllo e rimettere in discussione l’accordo di interpretazione autentica sulla flessibilità degli orari di lavoro.

Federlegno al tavolo negoziale sembrerebbe aver dimostrato la volontà di perseguire un modello di impresa basato sulla riduzione dei costi e su una gestione unilaterale dell’organizzazione del lavoro. Sono state respinte le richieste di forme di assunzione diverse dal tempo indeterminato e contenute in una percentuale definita contrattualmente.

Per quanto riguarda i salari, c’è stata solo la conferma del modello, senza nessuna certezza sulla quantità. “Denunciamo le posizioni arretrate di Federlegno che invece di scommettere sulle aziende italiane del mobile e arredo puntando su qualità del prodotto e lavoro qualificato, affinché possano vincere e competere a livello mondiale, chiede che queste adottino ed esportino modelli di lavoro precario” – hanno dichiarato le stesse Organizzazioni nel comunicato riguardante la proclamazione dello sciopero del 21 febbraio.

 

La foto in apertura da archivio

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