Economia

NIdiL Cgil MB: “Coronavirus? Non toccate i lavoratori delle agenzie!”

La categoria difende i “somministrati”: no alle discriminazioni tra lavoratori.

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“In Brianza ci sono oltre 10.000 lavoratori in somministrazione, nell’industria, nei servizi, nel commercio e negli ospedali pubblici. Ora c’è il rischio che, a fronte della diminuzione o momentanea cessazione di attività lavorative a causa del Coronavirus, siano i primi a essere lasciati a casa”, a denunciare il rischio è Lino Ceccarelli, segretario generale di NIdiL Cgil di Monza e Brianza, la categoria che per il sindacato di via Premuda si occupa di tutelare e rappresentare i lavoratori atipici e, quindi, anche coloro che lavorano in somministrazione.

Secondo Ceccarelli, si tratta di una dinamica “sbagliata e inaccettabile” sia sul piano etico che dal punto di vista tecnico. “Perché – spiega il segretario generale di NIdiL – sono lavoratori come tutti gli altri e, di fronte all’emergenza, se sacrifici debbono esserci, vanno chiesti a tutti, solo così si mantiene insieme una comunità”.

“Ma è sbagliato anche dal punto di vista tecnico”, continua Ceccarelli.

Perché? La questione è, appunto, un po’ tecnica, ma vale la pena seguirla: “Nelle aziende in cui rimangono in produzione tutti i lavoratori, intervengono gli ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione o strumenti analoghi, che Cgil, Cisl e Uil, stanno chiedendo ai governi nazionale e regionale. Se, invece, venissero lasciati a casa i lavoratori in somministrazione prima della scadenza del loro contratto, la legge prevede che debbano essere retribuiti dall’agenzia fino alla fine del contratto, anche se non ‘utilizzati’”.

“NIdiL Cgil Monza e Brianza vigilerà sulle aziende e sulle agenzie, segnalateci i comportamenti scorretti, siamo a disposizione per ogni necessità”, conclude Ceccarelli.

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