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Il Colonnello dei carabinieri Simone Pacioni in visita a MBNews. L’intervista

Il colonnello Simone Pacioni è alla guida del Gruppo dei carabinieri di Monza e Brianza, dal settembre 2017 e oggi, 19 febbraio, era nostro ospite per un'intervista.

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Arriva spaccando il minuto. Anzi il secondo. Il colonnello Simone Pacioni è alla guida del Gruppo Provinciale dei carabinieri di Monza e Brianza, dal settembre 2017 e oggi, 19 febbraio, era nostro ospite per un’intervista.

Classe 1974, 45 anni ben portati, sposato, nato a Roma ma di origini marchigiane, ha frequentato la Scuola Militare Nunziatella di Napoli e successivamente l’Accademia Militare di Modena e la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, laureandosi in giurisprudenza nel 1998.

Dopo un trascorso a Cosenza come comandante di Compagnia e al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri a Roma presso la Sala Operativa e l’Ufficio Legislazione, il colonnello Pacioni torna a comandare in Lombardia, in quanto era già stato impegnato a Milano, al Comando del Nucleo Operativo della compagnia di Porta Magenta e a Corsico.

Tante le domande per lui, ma la prima non poteva che essere sul contrasto e la lotta allo spaccio di droga. Sembra essere tornata un’emergenza in questo settore o in realtà è la percezione ad ingannare?

“Il fenomeno, purtroppo è ben presente a Monza e Brianza. Noi siamo impegnati quotidianamente per contrastare lo spaccio e il consumo delle sostanze stupefacenti e a preoccupare è l’età sempre più bassa degli acquirenti. La lotta al consumo di droga deve essere fatta anche perchè questo fenomeno normalmente porta con sé tutta una serie di altri reati. Una lotta che deve essere uno sforzo condiviso con le altre istituzioni e le famiglie. Il vero contrasto lo si fa educando i giovani ad una vita sana”.

Parlando di giovani, purtroppo vengono in mente le stragi del sabato sera. Anche su questo fronte il vostro impegno è sempre più forte.

“Sì, cerchiamo di effettuare più controlli possibili per evitare tragici incidenti. Il sabato sera (ma non solo) ci dislochiamo sulle direttrici dove sappiamo in passato esser successi dei sinistri, magari anche mortali, e lì facciamo le verifiche. L’azione ha lo scopo di prevenire. Spesso chi è alla guida non si rende conto di avere i riflessi rallentati proprio per l’uso di alcool o di droga. Questi automobilisti metto a rischio la propria vita e quella degli altri”.

Molti i fronti sui quali siete chiamati ad operare, ma l’organico a sua disposizione è sufficiente?

“Sì, devo dire che è sufficiente. In generale gli organici di polizia hanno sofferto il periodo del blocco del turn over. Successivamente c’è stato il ripianamento al 100% grazie anche agli arruolamenti straordinari degli ultimi anni. Adesso si è riusciti a ridurre questo gap che aveva allontanato la forza effettiva da quella organica prevista dalle leggi.

Per quanto riguarda il nostro territorio provinciale, sono soddisfatto dell’attenzione che è stata rivolta alla nostra provincia L’anno scorso ben 44 uomini in più”.

Un territorio vasto da controllare, Monza e Brianza, ma non siete soli…

“Con il prefetto Patrizia Palmisani, c’è un’ottima sinergia, e così anche con le altre forze dell’ordine. Ogni settimana abbiamo degli incontri per coordinare il lavoro. Sta di fatto che la collaborazione con la Polizia di Stato a Monza e con le varie polizie locali in tutti gli altri 54 paesi della Brianza è ottima. Di alto livello anche l’intesa con la guardia di finanza.

Nelle riunioni settimanali con le altre forze dell’ordine l’obietto è non sovrapporci e collaborare per raggiungere intenti comuni. Stiamo lavorando per ridurre il gap fra quella che è la delittuosità, che è costantemente in calo da 10 anni, e la percezione di sicurezza che continua a scendere”.

Questo un tema – sicurezza percepita e sicurezza reale – già emerso anche nelle interviste precedenti, sia con il questore Michele Davide Sinigaglia, che con il prefetto Patrizia Palmisani. Tutti d’accordo sul fatto che per ottenere risultati servono sforzi congiunti, sia dalle forze dell’ordine, ma anche da parte dell’amministrazione comunale.

Si avvicina l’8 marzo e non possiamo non pensare all’allerta per i femminicidi. Nella Caserma di via Volturno a Monza nel 2016 è stata inaugurata una stanza speciale per le audizioni protette delle donne vittime di violenza. Si sta rivelando utile?

“Noi siamo stati i primi i Lombardia a creare quella che è denominata “Una stanza tutta per sé”. Un luogo accogliente dove le donne, vittime, posso aprirsi e confidarsi. Lì possono venire con i bambini, spesso anche loro vittime di abusi, e denunciare il proprio aguzzino. Queste stanze sono molto utili e il bilancio è sicuramente positivo, anche perché l’8 marzo 2018 abbiamo inaugurato una seconda stanza a Cesano Maderno. Voglio ricordare anche che a livello centrale c’è una sezione specifica che tratta la formazione del personale operante sulla violenza di genere”.

Prima di salutarci, ci parli di lei. C’è qualche operazione che le fa più piacere ricordare?

“Sarebbero tante quelle di cui mi piacerebbe menzionare qualcosa. Sono tanti gli anni che sono in servizio all’arma. Ricordo il periodo passato in Calabria, così come l’impegnativa esperienza trascorsa a Corsico. Città con problematiche diverse, complesse, ma con i miei uomini mi son sempre trovato bene e siamo riusciti a gestire al meglio anche le azioni più pericolose. Come a Varedo quando siamo entrati in azione nell’Ex Area Snia, dove un gruppo di spacciatori armati teneva in scacco il quartiere. In quel caso con un’azione repentina abbiamo arrestato i soggetti e sequestrato tutte le armi. Gli uomini che hanno raggiunto questo obiettivo sono stati premiati, ma sopratutto è bello ricordare che per giorni le persone sono andate avanti a ringraziarci. Questo è il premio più bello”.

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