Politica

Correzzana, “caso Cantù”: il consiglio comunale vota l’incompatibilità del capogruppo di minoranza

Il tema era finito sul tavolo del Prefetto che ha definito corretta la procedura avviata.

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Si avvia alle battute finali la vicenda che ha visto protagonista in questi ultimi mesi Massimiliano Cantù, capogruppo di minoranza per “Correzzana Viva”, nei confronti del quale la maggioranza ha avviato una contestazione di incompatibilità con la carica ricoperta. Una discussione che si è alimentata in queste settimane e che è finita anche sul tavolo del Prefetto, Patrizia Palmisani.

Per l’Amministrazione, guidata dal sindaco Marco Beretta, vi sarebbe un palese conflitto di interessi: il capogruppo Cantù risulta essere uno dei cittadini che hanno fatto ricorso contro la realizzazione dell’inceneritore, un forno crematorio per animali di piccola taglia, che si trova nel Paese, in via Stelvio. Una vicenda che ora è al vaglio del Consiglio di Stato, dopo che lo scorso giugno il Tar ha stabilito che il comitato non era legittimato a presentare l’istanza.

Le tappe salienti della vicenda

L’iter di incompatibilità è iniziato lo scorso 16 dicembre, mentre con l’inizio del nuovo anno, in una nuova seduta convocata espressamente per questo tema,  Cantù aveva letto alcune integrazioni alle osservazioni presentate ed inviate anche, in separate sede, ai membri dell’Assemblea. Il consigliere di minoranza non ha mai nascosto di considerare strumentali, di natura prettamente politica e pretestuose le ultime accuse che gli sono state rivolte.

Una materia non semplice, piena di cavilli legali, che nelle diverse convocazioni ha visto discutere i due gruppi a colpi di leggi e sentenze, fino alla decisione unanime di rinviare ogni decisione e chiedere un parere ad un terzo soggetto, garante di terzietà come il Prefetto. La risposta non si è fatta attendere ed è stata letta durante l’ultimo consiglio comunale del 10 febbraio. “Il consiglio ha correttamente dato avvio alla procedura di contestazione – scrive il Prefetto che aggiunge – appare evidente che il consigliere si configuri come parte proponente di un ricorso”. Per questi motivi sussisterebbe per il Prefetto una causa di incompatibilità e questo indipendentemente dalla decisione del Comune di non costituirsi parte civile nel procedimento dell’inceneritore.

Le reazioni

Una risposta che non ha convinto il gruppo di minoranza e lo stesso consigliere Cantù che in consiglio ha dichiarato: “non ho ricevuto nuovi elementi chiari e incontestabili. Non ravvedo elementi giuridici normativi oggettivi e per questo necessito di un approfondimento con il Prefetto e ho preso appuntamento”. Un incontro che è previsto a breve nel corso del quale il capogruppo di Correzzana Viva esporrà le sue considerazioni: “l’orientamento giurisdizionale a cui si fa riferimento nel parere è superato, vigeva negli anni ’90 ed è stato superato da molte sentenze”.

“Siamo qui a mettere in croce il consigliere Cantù – ha dichiarato Ada Civitani, nelle ultime elezioni candidata sindaco per il gruppo Correzzana Viva – in questi anni si è impegnato in una causa non finalizzata ad un interesse privato, ma per il bene comune. Resta il dispiacere del fatto che è il terzo consiglio in cui discutiamo di cavilli e non abbiamo mai trovato il tempo di discutere nel merito le questioni di via Monte Rosa, dell’inceneritore”. Immediata la replica del primo cittadino Marco Beretta che ha sottolineato come la procedura di incompatibilità non debba entrare nel merito della ricorso in essere, “in ogni caso come minoranza, già dal 2016, potevate presentare una mozione, non lo avete mai fatto fa venire il dubbio sulla certezza delle vostre affermazioni”.

Cosa succede adesso

Al termine di una lunga e ampia discussione la maggioranza ha bocciato la richiesta del consigliere Cantù di rinviare nuovamente ogni decisione, in attesa di questo approfondimento con il Prefetto e ha dato così avvio al procedimento. Il consigliere ha ora dieci giorni di tempo per prendere una decisione: lasciare la carica oppure rimuovere la causa della sua incompatibilità e sfilarsi dalla causa, ipotesi quest’ultima che sembrerebbe essere la più plausibile. Una terza opzione prevede inoltre che non venga presa dal consigliere nessuna decisione, spetterebbe a quel punto al consiglio comunale esprimersi con una votazione per la decadenza.

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