Sociale

La Brianza che aiuta i malati, Premio #Maisoli alle associazioni Arca e Alice Onlus

Nella sua terza edizione il riconoscimento, istituito da Regione Lombardia per dare merito al mondo del volontariato, è andato anche a due realtà del nostro territorio. Scopriamole.

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Per molti sociologi la solitudine è il male del nostro secolo. In Italia, secondo recenti dati statistici, ne soffrono almeno tre milioni di persone. Che di solitudine rischiano anche di morire. Perché non avere accanto nessuno per cui si sa di contare qualcosa, danneggia la salute, favorisce la demenza e, in base ad alcuni studi scientifici, equivarrebbe a fumare 15 sigarette al giorno.

IL PREMIO

Combattere la solitudine, allora, è una delle sfide più importanti per sperare in una società migliore. Ecco perché ha un valore non soltanto simbolico il premio #Maisoli, istituito tre anni fa dall’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, per  dare merito al lavoro delle numerose associazioni sanitarie e sociosanitarie che quotidianamente operano sul territorio lombardo a supporto dei malati e delle loro famiglie.

“Siamo molto vicini al mondo del volontariato che coinvolgiamo spesso anche nelle nostre scelte – spiega Gallera – da due anni all’interno delle nostre reti clinico assistenziali, quindi dei tavoli dove decidiamo come curare i pazienti, siedono le associazioni di volontariato proprio perché portano un’angolatura che è quella, assolutamente preziosa, del parente o del malato”.

Quest’anno tra le trentadue associazioni premiate, una per ogni Asst (Azienda socio sanitaria territoriale) o Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) della Lombardia, ci sono anche le brianzole Arca (Assistenza, ricerca e cura degli ammalati) Onlus di Desio  e A.l.i.Ce. (Associazione per la lotta all’ictus cerebrale) Onlus Monza.

Che, segnalate rispettivamente dalla Asst di Vimercate e dalla Asst di Monza, hanno vinto la targa e la Stele della Solidarietà. Arca nella categoria “Con i Più Fragili”, A.l.i.Ce. in quella “Con chi ha bisogno”.

ARCA

Ha compiuto nel 2019 30 anni (leggi l’articolo). Nel 1989, quando il Prof. Ilvano Desiderati ebbe l’idea di fondare Arca, a Desio esisteva già il reparto di Terapia del Dolore attivo, allora tra i primi in Italia. Con i suoi cinquanta volontari, l’associazione è attiva all’hospice di Giussano e in Brianza. L’obiettivo è essere al fianco di chi è giunto alle battute finali dell’esistenza e dei rispettivi familiari.

Un compito al quale Arca affianca da anni la promozione di iniziative, studi, ricerche, oltre a corsi di formazione e aggiornamento per accrescere la conoscenza delle cure palliative. Non di secondo piano è la  sensibilizzazione dell’opinione pubblica su un tema che un profondo valore umano.

“L’assegnazione, da parte della Regione Lombardia, del premio #Maisoli ha riempito di orgoglio i nostri volontari – afferma il presidente di Arca, Mario Caspani  – l’ambito riconoscimento ci invita a continuare sulla strada intrapresa in questi primi trent’anni consapevoli dell’importanza del ruolo svolto dal volontariato nell’ambito del fine vita”.

La soddisfazione è anche di Nunzio Del Sorbo, Direttore Generale ASST di Vimercate. “Il volontariato è per noi un vero e proprio valore aggiunto, una risorsa insostituibile, in termini di relazione e integrazione con l’attività sanitaria – sostiene – la collaborazione con Arca è doppiamente significativa perché ci ricorda sempre tutto quello che si può e si deve fare quando sembra che non ci sia più nulla da fare, valorizzando ogni istante della vita”.

A.L.I.CE

 Vive in simbiosi con l’Ospedale San Gerardo di Monza. Ed è proprio per volontà dei neurologi e dei riabilitatori del nosocomio del capoluogo della Brianza che l’associazione è nata nel 1997. A più di 20 anni dalla sua fondazione, A.l.i.Ce. Onlus Monza, forte anche dell’appartenenza ad un network nazionale, ha cementato un gruppo di volontari in grado di mettere in campo le proprie competenze e la propria volontà di aiutare gli altri.

Con obiettivi ambiziosi, ma allo stesso tempo raggiungibili nell’impegno quotidiano al fianco di chi è colpito dall’ictus e dei suoi familiari. Perché di fronte ad una malattia, che può essere molto invalidante e, a volte, mortale, non c’è bisogno solo di cure sanitarie. Ma anche di un supporto per il reinserimento nella vita sociale. E dell’attività di informazione per sensibilizzare sulla prevenzione, la gestione e l’assistenza dell’ictus.

“A Monza A.l.i.Ce. Onlus conta su una quindicina di volontari, persone con una formazione differente, da ex riabilitatori a neurologi e psicologi – spiega Marta Camellini (nella foto in alto), che ricopre il ruolo di facilitatrice, ma è impegnata anche nelle attività di segreteria – cerchiamo di dare un sostegno ai malati e ai care-giver durante la permanenza all’interno dell’Ospedale San Gerardo, ma anche di essere un riferimento sul territorio nel periodo post-degenza, con informazioni sui servizi e consigli su come affrontare la nuova vita causata dall’ictus”.

Il premio #Maisoli si può considerare un valore aggiunto per l’associazione monzese. Che, tra le tante iniziative messe costantemente in campo, si occupa della formazione del personale specializzato, anche attraverso l’organizzazione di corsi e di incontri di studio e di aggiornamento. E porta campagne di sensibilizzazione anche nelle scuole. Perché conoscere sin da giovani l’ictus, i suoi sintomi e l’importanza di un corretto stile di vita, può aiutare a prendersi cura del nostro cervello.

“Aver ricevuto questo importante riconoscimento dalla Regione da un lato rafforza ancora di più il nostro rapporto con il San Gerardo che, non a caso, ci è stato vicino anche in questo caso con la presenza alla cerimonia di premiazione del Direttore Generale dell’Asst di Monza, Mario Alparone – afferma Camellini – dall’altro lato è una forte motivazione, per noi che svolgiamo un operato silenzioso e siamo vicini al cuore delle persone, a fare sempre il meglio”.

Del resto le sfide al fianco dei malati non mancano. Come la raccolta fondi che A.l.i.Ce. Monza Onlus ha lanciato per l’acquisto di un angiografo eco-doppler, uno strumento molto costoso, ma tecnologicamente essenziale per le diagnosi specialistiche in neurologia.

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