Economia

Esportazioni, novità doganali nel 2020: seminario di Confimi Monza e Brianza

A Bergamo il 15 gennaio si parlerà della nuova procedura per le certificazioni attestanti l'origine preferenziale delle merci. Ma anche di come un'impresa può ottenere lo status di esportatore autorizzato.

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La propensione all’internazionalizzazione delle imprese lombarde è nota. E nel 2020 le loro aspettative verso l’estero, secondo Promos, l’Azienda speciale per l’internazionalizzazione della Camera di commercio di Milano, MonzaBrianza Lodi, restano molto positive. Ma tra le problematiche principali che, secondo le aziende stesse, potrebbero rallentare lo sviluppo di questo tipo di business, c’è sicuramente la burocrazia.

Su quest’ultimo fronte, una delle novità pronte a scattare nel 2020 sono i cambiamenti di natura doganale. Che prevedono anche l’annullamento della prassi di previdimazione dei certificati EUR1, EUR MED ed ATR per il rilascio dei certificati attestanti l’origine preferenziale delle merci.

Novità sulla carta in vigore da fine gennaio, ma con la possibilità per gli Uffici locali della Dogana di una proroga a 90 giorni. Il cambiamento, comunque, rischia di provocare un rallentamento nei tempi di emissione dei certificati attestanti l’origine preferenziale delle merci. Soprattutto se l’imprenditore non è a conoscenza di tutte le implicazioni previste dalle norme.

Proprio in un’ottica informativa e di supporto, rivolta a tutti gli operatori interessati, Confimi  (Confederazione dell’industria manifatturiera e dell’impresa privata) Monza e Brianza ha organizzato il 15 gennaio, presso il Centro Congressi Giovanni XXIII di Bergamo, un seminario dal titolo “Novità doganali e status di esportatore autorizzato” (clicca qui per programma ed iscrizioni).

“Con questo appuntamento, in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Bergamo, vogliamo fare luce su questioni tecniche, come le problematiche relative allo status di esportatore autorizzato, ma anche informare sulle novità doganali – spiega Cristian Lo Re dell’Ufficio Estero di Confimi – è anche un tentativo di sfatare la preoccupazione molto radicata che la Dogana sia per lo più un vigile pronto a sanzionare e creare ostacoli”.

“Per le aziende che esportano all’estero c’è una riduzione dei dazi su specifici prodotti, grazie ad accordi commerciali tra l’Unione europea ed altri Paesi – continua – sul fronte certificazioni attestanti l’origine preferenziale delle merci, che sono rilasciate dalla Dogana, è previsto che la vidimazione venga effettuata ad ogni spedizione e non più, come fino ad ora, con un sistema di previdimazione”.

Questo apparente appesantimento burocratico ha, nella mente del legislatore, un obiettivo ben preciso. “Si vuole incentivare la digitalizzazione dei processi doganali – afferma Lo Re – per arrivarci, però, le aziende devono essere certificate dalla Dogana”.

Ed ecco, allora, che in questa direzione nel 2020 le novità in materia prevedono anche lo status di esportatore autorizzato. Che rappresenta la possibilità per le aziende di attestare il carattere originario dei propri prodotti mediante una dichiarazione, resa su fattura, indipendentemente dal valore delle operazioni di esportazione.

“Per ottenere questo status, che semplifica la pratica della vidimazione delle certificazioni doganali, l’azienda deve soddisfare alcuni requisiti” spiega il referente  dell’Ufficio Estero di Confimi Bergamo, associazione imprenditoriale che a livello nazionale riunisce 40mila aziende, con circa 500 mila addetti complessivi e un fatturato aggregato di circa 80 miliardi di euro annui.

“Essenzialmente l’azienda deve poter dimostrare che la sua organizzazione interna è strutturata e competente, secondo determinati standard, sul fronte dei suoi rapporti con l’estero” continua.

Le foto sono d’archivio

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